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Mario Monicelli (Roma, 16 maggio 1915 – Roma, 29 novembre 2010) è stato un regista, sceneggiatore e scrittore italiano. Monicelli è stato uno dei più celebri registi italiani della sua epoca. Insieme a Dino Risi e Luigi Comencini, fu uno dei massimi esponenti della commedia all'italiana, che contribuì a rendere nota anche all'estero con film come I soliti ignoti, La grande guerra, L'armata Brancaleone e Amici miei. Candidato per sei volte al Premio Oscar (due volte per la migliore sceneggiatura originale, quattro volte per il miglior film straniero), nonché vincitore di numerosi premi cinematografici, nel 1991 ricevette il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.
La nuova armata Brancaleone è un cortometraggio-burla del 2010 realizzato a sorpresa dagli studenti dell'Istituto di Stato per la Cinematografia e la Televisione "Roberto Rossellini", con la partecipazione puramente nominale di Mario Monicelli, Mimmo Calopresti e Renzo Rossellini.
L'armata Brancaleone è un film del 1966 diretto da Mario Monicelli. Tra i film più noti della commedia italiana e tra i capolavori del regista. Vincitore di tre Nastri d'argento, fu presentato in concorso al 19º Festival di Cannes.
Carlo Pisacane, spesso accreditato con lo pseudonimo Capannelle (Napoli, 2 febbraio 1889 – Roma, 9 giugno 1974), è stato un attore italiano.
In musica, il termine soprano indica sia la chiave musicale omonima, detta anche chiave di do, sia la più acuta delle voci (e il/la cantante che la possiede), sia un registro che può essere vocale o strumentale (ad esempio sassofono soprano). L'etimologia della parola deriva dal latino superius (più alto), e denotava una pars più alta rispetto a una o più di un componimento polifonico vocale o strumentale. L'accezione più comune del termine fa riferimento ai cantanti soprano. Questi possono essere sia uomini sia donne, anche se le seconde sono oggi di gran lunga numericamente prevalenti, e sia adulti sia bambini (detti anche voci bianche). In passato, cantarono come soprani anche i castrati. L'estensione del repertorio per soprano (soprattutto nell'opera lirica) è di circa due ottave, dal do centrale al do sovracuto (do3 – do5), ma può variare ampiamente. Si possono segnalare le seguenti classificazioni che, si ricorda, si applicano sia a cantanti di sesso maschile che femminile e che non indicano l'effettiva estensione vocale posseduta dall'esecutore, come dimostrano numerosi esempi di cantanti del passato che sostenevano indifferentemente diversi ruoli vocali: Soprano leggero, di coloratura o d'agilità (indicativamente, dal Re centrale al Fa sovracuto, Re3 - Fa5): voce a cui vengono affidati di solito repertori virtuosistici, che richiedono una voce leggera, agile. Soprano lirico (dal Do centrale al Mi bemolle sovracuto, Do3 - Mi♭5); esegue parti solitamente cantabili ed espressive. Soprano drammatico (dal La grave al Mi bemolle sovracuto, La2 - Mi♭5); voce spesso utilizzata, nel melodramma, per ruoli forti e drammatici.
Mio figlio Nerone è un film del 1956 diretto da Steno. La pellicola vede come protagonista Alberto Sordi, nei panni di Nerone.
La Domus Aurea ("Casa d'oro" in latino, proprio perché in essa si utilizzò molto di questo prezioso metallo) era la villa urbana costruita dall'imperatore romano Nerone dopo il grande incendio che devastò Roma nel 64 d.C. La distruzione di buona parte del centro urbano permise al princeps di espropriare un'area complessiva di circa 80 ettari e costruirvi un palazzo che si estendeva tra il Palatino, l'Esquilino e il Celio.La villa, probabilmente mai portata a termine, fu distrutta dopo la morte di Nerone a seguito della restituzione del terreno su cui sorgeva al popolo romano. La parte superstite della Domus Aurea, occultata dalle successive terme di Traiano, come tutto il centro storico di Roma, le zone extraterritoriali della Santa Sede in Italia e la basilica di San Paolo fuori le mura, è stata inserita nella lista dei Patrimoni dell'umanità dall'UNESCO nel 1980. Il Carandini aggiunge che si trattava non di una sola grande residenza, ma di un insieme di edifici e spazi verdi, che in seguito ispirarono la grande villa Adriana alla periferia di Tivoli.
Basta guardarla è un film commedia italiano del 1970 diretto da Luciano Salce.