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Padri e figli è una miniserie televisiva trasmessa nel 2005 da Canale 5. La canzone che accompagna i titoli di testa e di coda è Prima era prima di Daniele Silvestri.
Padri e figli è un film del 1957 diretto da Mario Monicelli, vincitore dell'Orso d'argento per il miglior regista al Festival internazionale del cinema di Berlino nel 1957.
Padri e figli è uno sceneggiato televisivo prodotto dalla RAI e trasmesso in quattro puntate nel 1958. Tratto dal romanzo omonimo di Ivan Sergeevič Turgenev - Padri e figli, appunto - fu adattato e sceneggiato per il piccolo schermo da Renato Mainardi e Chiara Serino. La regia televisiva era firmata da Guglielmo Morandi. È stato uno fra i primi teleromanzi realizzati dall'ente televisivo di stato - che trasmetteva allora in maniera regolare da soli quattro anni - e venne programmato durante le festività natalizie di quell'anno. Andò infatti in onda nel prime time del sabato sera sul Programma Nazionale (poi Rai 1) dal 20 dicembre 1958 al 10 gennaio 1959.
Padri della Chiesa è la denominazione adottata dal Cristianesimo intorno al V secolo per indicare i principali scrittori cristiani, il cui insegnamento e la cui dottrina erano ritenuti fondamentali per la dottrina della Chiesa. I loro scritti, che formano la cosiddetta letteratura patristica, sintetizzano la dottrina quale emerge dalla Bibbia, specialmente dai Vangeli, dagli scritti degli apostoli, dai pronunciamenti della Chiesa dei primissimi secoli e dalle decisioni dei primi concili, fornendo un compendio omogeneo di insegnamenti da trasmettere alle generazioni cristiane successive. Un primo elenco di padri della Chiesa fu redatto nel Decreto Gelasiano (VI secolo); i padri più autorevoli ebbero anche il titolo di Dottori della Chiesa.
Col nome di Padri del deserto si indicano quei monaci, eremiti e anacoreti che nel IV secolo, dopo la pace costantiniana, abbandonarono le città per vivere in solitudine nei deserti d'Egitto, di Palestina, di Siria, sull'esempio di Gesù che trascorse quaranta giorni nel deserto per vincere le tentazioni del diavolo con il digiuno, la preghiera e la Parola di Dio, come raccontato nei Vangeli sinottici (Matteo 4,1-11, Marco 1,12-13 e Luca 4,1-13). Il primo di questi anacoreti fu Antonio il Grande e, secondi san Girolamo e san Paolo di Tebe. Nell'ascesi solitaria, i Padri (abba) e le Madri (amma) del deserto cercavano la via dell'hésychia, della pace interiore. Testimoni di una fede cristiana vissuta con radicalità, ebbero numerosi discepoli e i loro detti o apoftegmi, in cui traspaiono sapienza evangelica e arguzia umana, furono raccolti e tradotti in varie lingue, dando vita al genere letterario dei Pateriká. Accanto alla Vita di Antonio, scritta dal vescovo Atanasio di Alessandria, e alla Storia lausiaca di Palladio di Galazia, le varie raccolte di Apoftegmi restano le fonti più importanti per accostarsi alla spiritualità di questi asceti. La pittura (con Sassetta, Paolo Uccello, Hieronymus Bosch e Mathis Grünewald, per citare soltanto i più famosi), la letteratura (con Gustave Flaubert, Anatole France e Luca Desiato), la musica (con Paul Hindemith e Ottorino Respighi) si sono ispirate alla loro vita, cogliendone, talvolta, soltanto gli aspetti pittoreschi o folcloristici: le tentazioni, i demonietti, i mostriciattoli che popolano i deliziosi quadretti degli apoftegmi.
La letteratura subapostolica raccoglie il corpus dei testi di autori cristiani risalenti alla cosiddetta epoca subapostolica (circa II secolo), immediatamente seguente a quella apostolica (I secolo). Pur essendo conosciuta anche con la dicitura scritti dei padri apostolici o scritti apostolici, nessuno degli autori di tali opere rientra nel novero degli apostoli, per cui formalmente tali diciture sono improprie, sebbene largamente attestate.
Giobbe (in ebraico: 'Iyyōbh, in greco: 'Ιώβ, nella Vulgata: Iob [Alcuni Padri della Chiesa anche Hiob], in arabo Ayoub (أيوب Ayyūb), la variante in turco è Eyüp, e il significato del suo nome probabilmente è "osteggiato", che "sopporta le avversità".) - è un patriarca idumeo protagonista del Libro di Giobbe, libro dei Ketuvim della Bibbia ebraica e classificato dai cristiani tra i libri sapienziali dell'Antico Testamento. Giobbe rappresenta l'immagine del giusto la cui fede è messa alla prova da parte di Dio. I cattolici ne festeggiano la santità il 10 maggio.
Santa Felicita di Roma (ma nativa di Alife, secondo il Martirologio Beneventano del IX sec.) e i suoi sette Figli, denominati anche "Santi Sette Fratelli" (dalla pietà popolare detti pure Santi Sette Frati), sono venerati come martiri dalla Chiesa cattolica. La loro memoria liturgica è il 23 novembre per Felicita e il 10 luglio per Felice, Filippo, Vitale, Marziale, Alessandro, Silano e Gennaro.