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La Villa dei Papiri, conosciuta anche con il nome di Villa dei Pisoni, è una villa di epoca romana, sepolta durante l'eruzione del Vesuvio del 79 e ritrovata a seguito degli scavi archeologici dell'antica Ercolano: è così chiamata poiché al suo interno conservava una biblioteca con oltre milleottocento papiri.
I Papiri Bodmer sono un gruppo di ventidue papiri scoperti in Egitto nel 1952 e che prendono il nome di Martin Bodmer (1899-1971), il loro compratore, e sono conservati nella Bibliotheca Bodmeriana di Cologny, in Svizzera, ad eccezione del Papiro Bodmer XIV-XV ( p {\displaystyle {\mathfrak {p}}} 75), donato alla Biblioteca Apostolica Vaticana. I papiri contengono frammenti dall'Antico e dal Nuovo Testamento, dalla letteratura paleocristiana, di Omero e di Menandro. Il più antico tra questi, il p {\displaystyle {\mathfrak {p}}} 66, risale al 200 circa, mentre il più recente, p {\displaystyle {\mathfrak {p}}} 74, risale al VI o VII secolo.
Il papiro (dal latino: papȳrus, a sua volta dal greco antico: πάπυρος, pápyros, di etimologia sconosciuta) è la superficie di scrittura ricavata da una pianta acquatica, molto comune nel delta del Nilo e in alcune parti del Mediterraneo, un'erba palustre della famiglia delle Cyperaceae, il Cyperus papyrus. La carta di papiro rappresentò una vera e propria rivoluzione nel campo della scrittura, poiché risultava facilmente pieghevole, leggera e di colore chiaro, tutte qualità utili per gli scritti. Il primo produttore del prezioso materiale fu l'Egitto.
Papirio Fabiano (in latino: Papirius Fabianus; ... – ...) è stato un retore e filosofo romano.
I papiri di Ossirinco sono una grande collezione di frammenti manoscritti, molti dei quali su supporto papiraceo, rinvenuti tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo in Egitto, in un'antica discarica vicino a Ossirinco (28°32′N 30°40′E oggi el-Bahnasa), grazie all'opera di vari archeologi, tra cui, in particolare, Bernard Grenfell e Arthur Surridge Hunt. Le particolari condizioni climatiche e ambientali della zona, come l'assenza di inondazioni e il clima secco e ventoso, hanno favorito la conservazione dei papiri. I manoscritti, che datano dal I al VI secolo d.C., comprendono migliaia di documenti in greco e latino, lettere e opere letterarie, alcuni sono su vellum, altri più recenti in arabo su carta (ad esempio il medievale P. Oxy. VI 1006). I papiri di Ossirinco sono custoditi in varie istituzioni di tutto il mondo: un numero consistente è conservato nell'Ashmolean Museum presso l'Università di Oxford. Sono disponibili on-line delle tabelle in cui sono elencati ciascun papiro o frammento, con una succinta indicazione del tipo di contenuto.La maggior parte dei manoscritti rinvenuti a Ossirinco è costituita da documenti pubblici e privati, come codici, editti, registri, inventari, atti di compravendita e lettere.
I Papiri Chester Beatty sono una collezione di 11 antichi manoscritti biblici su papiro, composti in lingua greca e di origine cristiana. Sette manoscritti contengono porzioni dell'Antico Testamento, tre del Nuovo Testamento e uno contiene il Libro di Enoch e un'omelia cristiana non identificata. Sono per lo più datati al III secolo e conservati in parte alla Chester Beatty Library di Dublino, in parte all'Università del Michigan, e in alcuni altri posti. Le circostanze in cui i papiri furono ritrovati non sono chiare: si parla di un ritrovamento in giare all'interno di un cimitero copto nei pressi di Aphroditopolis, oppure di Al Fayyum. La maggior parte dei papiri furono acquistati da Alfred Chester Beatty, da cui prendono il nome sebbene alcuni papiri furono acquistati dall'Università del Michigan e da qualche altro collezionista o istituzione. L'annuncio dell'esistenza dei papiri fu dato il 19 novembre 1931, sebbene altri fogli furono acquistati nel decennio successivo. I manoscritti furono pubblicati da Frederic G. Kenyon, in un'opera in otto volumi intitolata The Chester Beatty Biblical Papyri: Descriptions and Texts of Twelve Manuscripts on Papyrus of the Greek Bible (1933-58). I papiri di questa collezione sono solitamente indicati come P. Chester Beatty seguito dal relativo numerale romano I-XII.
Il Libro dei morti è un antico testo funerario egizio, utilizzato stabilmente dall'inizio del Nuovo Regno (1550 a.C. circa) fino alla metà del I secolo a.C. Il titolo originale del testo, traslitterato ru nu peret em heru, è traducibile come Libro per uscire al giorno (altra possibile traduzione è Libro per emergere dalla luce). "Libro" è il termine che più si avvicina a indicare l'intera raccolta dei testi: il "Libro dei morti" si compone di una raccolta di formule magico-religiose (anche di notevole lunghezza: in un'edizione del 2008 della traduzione di Budge, il solo testo raggiunge le 700 pagine) che dovevano servire al defunto come protezione e aiuto nel suo viaggio verso la Duat, il mondo dei morti, che si riteneva irto di insidie e difficoltà, e verso l'immortalità. Fu composto da vari sacerdoti egizi nell'arco di un millennio, indicativamente a partire dal XVII secolo a.C. Il Libro dei morti si inserì in una tradizione di testi funerari che include i ben più antichi cosiddetti "testi delle piramidi", tipici dell'Antico regno (XXVII–XXII secolo a.C.) e i cosiddetti "Testi dei sarcofagi", risalenti al Primo Periodo Intermedio e al Medio regno (XXI–XVII secolo a.C.), che erano appunto inscritti su pareti di camere funerarie o su sarcofagi, ma non su papiri. Alcune delle formule del "Libro dei morti" derivano da tali raccolte precedenti, altre furono composte in epoche successive della storia egizia, risalendo via via al Terzo periodo intermedio (XI–VII secolo a.C.). I papiri delle varie copie del Libro dei morti, o di parte di esso, erano comunemente deposti nei feretri insieme alle mummie nell'ambito dei riti funebri egizi. Non vi fu mai un'edizione canonica e unitaria del Libro dei morti e non ne esistono due esemplari uguali: i papiri conservatisi contengono svariate selezioni di formule magiche, testi religiosi e illustrazioni. Alcuni individui sembrano aver commissionato copie del tutto personali del Libro dei morti, scegliendo probabilmente, con una certa libertà, frasi e formule che ritenevano importanti per il proprio accesso nell'aldilà. Il Libro dei morti era quasi sempre redatto in caratteri geroglifici o ieratici su rotoli di papiro, e talvolta decorato con illustrazioni o vignette (aventi, talvolta, un notevole valore artistico oltreché archeologico e paleografico) del defunto e delle tappe del suo viaggio ultraterreno.
Epicuro (in greco antico: Ἐπίκουρος, Epíkouros, "alleato" o "compagno, soccorritore", in latino: Epicurus; Samo, 10 febbraio 341 a.C. – Atene, 270 a.C.) è stato un filosofo greco antico. Discepolo dello scettico democriteo Nausifane e fondatore di una delle maggiori scuole filosofiche dell'età ellenistica e romana, l'epicureismo, che si diffuse dal IV secolo a.C. fino al II secolo d.C., quando, avversato dai Padri della Chiesa subì un rapido declino, per essere poi rivalutato secoli dopo dalle correnti naturalistiche dell'Umanesimo, del Rinascimento e dal razionalismo laico illuminista.
Crisippo di Soli (in greco antico: Χρύσιππος ὁ Σολεύς, Chrýsippos ho Soléus; Soli, 281 a.C./277 a.C. – Atene, 208 a.C./204 a.C.) è stato un filosofo e matematico greco antico. Fu discepolo di Cleante e suo successore a capo della scuola filosofica dello Stoicismo; la sua sistematizzazione delle dottrine stoiche, contenuta in circa 700 opere, lo fece diventare un secondo padre dello Stoicismo rendendo questa scuola una delle più influenti nel mondo greco e romano per secoli. Fu anche autore di contributi importanti nella logica delle proposizioni. Le circa 700 opere da lui scritte sono andate tutte perse. Si conosce il suo pensiero attraverso autori successivi che lo citarono. Inoltre, sono stati di recente scoperti frammenti di alcune sue opere nei papiri carbonizzati della Villa dei Papiri di Ercolano.