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Aulularia (Commedia della Pentola o La Pentola d'oro) è una commedia di Plauto. L'opera, pur incompleta, è celeberrima, tanto che, nel XV secolo l'umanista Urceo Codro sentì il bisogno di darle il finale che poi è diventato classico. La fama dell'Aulularia era molto ampia anche nel Seicento, sicché l'autore Molière si ispirò a questa commedia per L'avaro.
La letteratura latina è l'insieme della produzione letteraria in lingua latina e delle problematiche che gravitano intorno al suo studio.
I cavalieri (Ἱππεῖς, Hippeîs) è una commedia di Aristofane, andata in scena per la prima volta ad Atene, in occasione delle Lenee del 424 a.C., nelle quali l'opera vinse il primo premio.
Ettore Paratore (Chieti, 23 agosto 1907 – Roma, 15 ottobre 2000) è stato un latinista e accademico italiano, considerato uno dei massimi studiosi di letteratura latina nel secondo dopoguerra.
Per Commedia Nuova si intende, secondo la suddivisione ideata dalla tradizione filologica alessandrina, l'ultima fase della commedia attica dopo la commedia antica e la commedia di mezzo.
Casina, detta anche "La ragazza dal profumo di cannella", è l'ultima delle commedie scritte dall'autore latino Plauto a noi pervenute e probabilmente l'ultima in assoluto, essendo stata scritta due anni prima della sua morte (184 a.C.). È classificata tra le ventuno commedie varroniane e parte dell'opera, segnatamente il prologo, risale ad una ripresa dopo la morte del commediografo. Esso è per noi di estremo interesse, perché documenta lo spirito in cui questa ripresa è avvenuta..
Aristofane, figlio di Filippo del demo di Cidateneo (in greco antico: Ἀριστοφάνης Aristophánēs, pronuncia: [aristopʰánɛːs]; Atene, 450 a.C. circa – 385 a.C. circa), è stato un commediografo greco antico, uno dei principali esponenti della Commedia antica (l’Archaia) insieme a Cratino ed Eupoli, nonché l'unico di cui ci siano pervenute alcune opere complete (undici).
Adelphoe (dal greco Ἀδελφοί: "Fratelli") è una commedia dell'autore latino Publio Terenzio Afro. L'opera è una rielaborazione dell'opera omonima di Menandro, con l'aggiunta di una scena dei Synapothnèskontes di Difilo. Fu rappresentata per la prima volta nel 160 a.C., durante le celebrazioni funebri in onore di Lucio Emilio Paolo Macedonico.