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La storia della Repubblica di Venezia inizia convenzionalmente con la nascita delle prime autonomie politiche nell'omonima laguna e dalla fondazione del Ducato di Venezia, e termina con l'annessione napoleonica del Veneto, comprendendo un periodo di oltre un millennio. Venezia è una città che nasce sui resti di un sistema di insediamenti periferico della X Regio romana detta Venetia et Histria, che in seguito alle invasioni barbariche, già dal VI secolo, iniziarono a popolarsi di latini qui immigrati, al sicuro dagli assalti germanici, grazie alla protezione dell'Impero bizantino, dall'età di Giustiniano presente sul territorio in diverse forme amministrative. La lontananza geografica dalla capitale imperiale Costantinopoli, da Ravenna, e il crescente sviluppo economico furono le circostanze che permisero alla popolazione locale di raggiungere una discreta autonomia amministrativa che portò poi alla nascita di uno Stato autonomo comunemente noto come Repubblica di Venezia. In breve la città conquistò l'egemonia politica e militare nell'Adriatico e, fino alla Battaglia di Lepanto, in tutto il Mediterraneo, diventando pure il principale porto marittimo e centro di scambi economici. La società veneziana sentì ampiamente della grandezza del proprio Stato, partecipando attivamente alle decisioni e alle azioni militari internazionali, tanto che da un'organizzazione e cultura prettamente municipale a Venezia si formò presto una identità territoriale e un ordine civile a carattere nazionale. Va fatto notare che Venezia dal 1300 al 1500 è la terza città più popolata d'Europa e fino al 1700 una delle prime 5 in Europa.
L'esercito veneziano fu l'esercito della città di Venezia prima e della Serenissima Repubblica poi. Inizialmente era costituito in massima parte da compagnie di ventura, ma a partire dal Cinquecento si andò a costituire un corpo di milizie territoriali, cernide e cranide, cui nel Settecento si aggiunse un nucleo di truppe regolari. Sebbene meno famoso ed utilizzato rispetto alla marineria veneziana venne impiegato soprattutto nella conquista dei domini di Terraferma, nonché come strumento difensivo dell'entroterra.
Baiardo, in francese Bayard, è nel ciclo carolingio il nome del cavallo baio di Rinaldo.
Con dialetto toscano si intende un insieme di vernacoli (ossia un continuum dialettale) di ceppo romanzo diffuso nell'area d'Italia corrispondente all'attuale regione Toscana, con l'esclusione delle parlate della Romagna toscana, di quelle della Lunigiana e di quelle dell’area carrarese.Caratteristica principale di tali idiomi è quella di essere sostanzialmente parlati; ciò garantisce una chiara distinzione dall'italiano, che da sempre (e soprattutto fino al 1860) è stata una lingua quasi esclusivamente scritta, letteraria, aristocratica, parlata dalle élite scolarizzate. Il toscano quindi è un sistema linguistico allo stesso tempo innovativo (grazie all'uso vivo), ma anche conservativo, arcaizzante, grazie al suo (ancora oggi forte) legame con le aree più rurali della regione. Tradizionalmente, il toscano non era considerato un dialetto italiano data la grande somiglianza con l'italiano colto di cui, peraltro, è la fonte (sia pure modificatasi nel tempo rispetto alla parlata odierna) perché ritenuto, erroneamente, una semplice variante o vernacolo dell'italiano. I primi contributi letterari significativi in toscano risalgono al XIII-XIV secolo con le opere di Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, e successivamente nel XVI secolo con Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini, che conferirono ai parlari toscani la dignità di "lingua letteraria" della penisola. Al momento dell'unificazione dell'Italia fu scelto come lingua da adoperare ufficialmente, mettendo fine a una secolare discussione, a cui aveva partecipato anche Dante (nel De vulgari eloquentia), che vedeva due fazioni contrapposte, una che sosteneva la nascita di una lingua italiana sulla base di uno dei cosiddetti dialetti e un'altra che si proponeva di creare una nuova lingua che prendesse il meglio dai vari dialetti. Prese piede agli inizi del XIX secolo proprio la prima corrente, soprattutto grazie al prestigioso parere di Alessandro Manzoni (molto nota è la vicenda relativa alla scelta della lingua per la stesura de I promessi sposi e i panni sciacquati in Arno), ma non poche furono le critiche mossegli da chi sosteneva (in primo luogo il glottologo goriziano Graziadio Isaia Ascoli) che il toscano era un dialetto come gli altri e una vera lingua nazionale sarebbe potuta nascere solo dopo l'incontro tra le varie culture del paese.
Bruno Baiardo (Roncegno Terme, 24 aprile 1945) è un ex calciatore italiano, di ruolo difensore.
La battaglia di Bir Hacheim (Libia, 27 maggio - 11 giugno 1942) costituisce un importante episodio della più ampia battaglia di Ain el Gazala, durante la quale il generale tedesco Erwin Rommel – al comando della Panzerarmee Afrika – conseguí una clamorosa vittoria sull’Armata britannica e raggiunse l'obiettivo assegnatogli di espugnare la fortezza di Tobruk, ottenendone la resa il 21 giugno 1942. Questo brillante risultato permise a Rommel – promosso intanto Generalfeldmarschall - a chiedere e ottenere da Hitler (che convinse anche Mussolini) l'autorizzazione ad ulteriormente avanzare verso l’Egitto. La 1ª Brigata delle Forze della Francia Libera (generale di brigata Marie Pierre Kœnig) dopo aver efficacemente fortificato questa posizione, la difese coraggiosamente, ostacolando con grande perizia e decisione le operazioni delle preponderanti forze italo-tedesche nel settore. Tale resistenza ebbe grande risonanza internazionale e fece conoscere al mondo intero la professionalità e il valore dei soldati della « Free France». Bir Hacheim in arabo significa "Pozzo del saggio" o anche "Pozzo del Capo" (per quanto riguarda l'ortografia, Koenig in premessa delle sue memorie, preferisce "Bir Hakeim" piuttosto che "Bir Hakim") e indica il luogo di un’antica oasi che rappresentava l’estremo sud della linea di difesa britannica che – partendo dalla costa tra Gazala e Tobruk - si snodava per ca 70 km verso il deserto libico.
I Baiardo sono una famiglia iscritta nell’Annuario della Nobiltà Italiana e nel relativo elenco dal 1927. L'Illustre famiglia trae origine verso la metà del XVI secolo ed è, da tradizione, associata a Jeanne Terrail de Bayard, unica figlia di Pierre Terrail de Bayard detto “il Baiardo” noto per essersi distinto durante le guerre rinascimentali italiane. Nata principalmente in Liguria e soprattutto nel Genovese, è sviluppata in diversi rami nel Nord Italia. Arma: D'azzurro al cavallo rivoltato di oro, a tre stelle dello stesso, ordinate in fascia nel capo.
Anne de Montmorency (Chantilly, 15 marzo 1493 – Parigi, 12 novembre 1567) fu il fondatore del casato di Montmorency. Fu duca e pari di Francia, maresciallo di Francia, gran maestro di Francia e connestabile di Francia ed emulo del Baiardo. Egli stesso fu figura simbolo del rinascimento francese, e fu amico intimo dei re francesi Francesco I ed Enrico II.
Alessandria (/alesˈsandrja/ ; Lissandria in piemontese, Lissändria in dialetto alessandrino) è un comune italiano di 92 364 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia. È il comune più esteso della regione e si trova al centro del triangolo industriale Torino-Milano-Genova, costituendo un importante nodo di interscambio. È sede dell'Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro", struttura tripolare condivisa con Vercelli e Novara.