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Il Veni Creator Spiritus, in italiano Vieni Spirito Creatore è un inno liturgico dedicato allo Spirito Santo ed attribuito a Rabano Mauro, arcivescovo di Magonza, del IX secolo. La versione più conosciuta è quella gregoriana, ma è stato musicato anche da numerosi autori di musica polifonica, classica e contemporanea come Italo Salizzato. Viene regolarmente cantato nell'ufficio delle Lodi e dei Vespri della festa di Pentecoste e viene spesso accostato alla sequenza Veni Sancte Spiritus. Oltre che a Pentecoste, viene anche cantato in particolari avvenimenti solenni per invocare lo Spirito Santo, quali in occasione del conferimento del sacramento della confermazione, e, secondo la tradizione, del matrimonio. Viene inoltre cantato durante l'elezione del nuovo Papa dai cardinali nella Cappella Sistina, per la consacrazione dei vescovi, per l'ordinazione dei sacerdoti, per i concili ed i sinodi e per l'incoronazione di un sovrano. Recitandolo il primo giorno dell'anno, con l'intenzione di invocare lo Spirito Santo, sull'anno che inizia, si lucra l'indulgenza plenaria.
Aurelio Ambrogio (in latino: Aurelius Ambrosius), meglio conosciuto come sant'Ambrogio (Augusta Treverorum, incerto 339-340 – Milano, 4 aprile 397) è stato un funzionario, vescovo, teologo, scrittore e santo romano, una delle personalità più importanti nella Chiesa del IV secolo. È venerato come santo da tutte le chiese cristiane che prevedono il culto dei santi; in particolare, la Chiesa cattolica lo annovera tra i quattro massimi dottori della Chiesa d'Occidente, insieme a San Girolamo, sant'Agostino e san Gregorio I papa. Conosciuto anche come Ambrogio di Treviri, per il luogo di nascita, o più comunemente come Ambrogio di Milano, la città di cui assieme a san Carlo Borromeo e san Galdino è patrono e della quale fu vescovo dal 374 fino alla morte, nella quale è presente la basilica a lui dedicata che ne conserva le spoglie.
Nella liturgia cattolica l'antifona Regina Caeli o Regina Coeli (in latino: Regina del Cielo o Regina del Paradiso) è una delle quattro antifone mariane. Questa gioiosa preghiera viene rivolta a Maria madre del Risorto e, dal 1742, viene tradizionalmente cantata o recitata nel tempo pasquale, cioè dalla domenica di Pasqua fino al giorno di Pentecoste in sostituzione dell'Angelus.Le altre tre antifone mariane sono: la Salve Regina, l'Alma Redemptoris Mater e l'Ave Regina Caelorum. Esse vengono tradizionalmente cantate al termine della compieta, la preghiera della Liturgia delle Ore recitata al termine della giornata.
La pericope del buon Pastore si trova nel Vangelo secondo Giovanni: 10,1-21. In essa Gesù stesso si descrive come il pastore che dona la vita per le sue pecore. Questo brano, tipico del Vangelo di Giovanni, ha dei richiami negli altri vangeli, soprattutto nella Parabola della pecora smarrita (Mt 18,12-14 e Lc 15,1-7). Soprattutto a partire da questo brano molto sovente Gesù viene chiamato: Buon Pastore.
Pentecoste (in greco antico: πεντηκοστή [ἡμέρα], pentecosté [hēméra], cioè "cinquantesimo [giorno]") è una festa cristiana in cui viene celebrata l'effusione dello Spirito Santo, dono di Gesù, e la nascita della Chiesa. Cade nel cinquantesimo giorno a partire dal giorno di Pasqua compreso (da cui il nome), di domenica, vale a dire alla fine della settima settimana dopo quella pasquale, ed è quindi una festa mobile, dipendente dalla data della Pasqua. Festeggia soprattutto l'inizio del raccolto, poi come secondo significato si festeggia il dono della legge. Pentecoste è inoltre l'antico nome greco della festività ebraica di Shavuot, che rappresenta una festa di ringraziamento.
L'Italia turrita è la personificazione nazionale dell'Italia, nell'aspetto di una giovane donna con il capo cinto da una corona muraria completata da torri (da cui il termine "turrita"). È spesso accompagnata dalla Stella d'Italia, da cui la cosiddetta Italia turrita e stellata, e da altri attributi aggiuntivi, il più comune dei quali è la cornucopia. La rappresentazione allegorica con le torri, che trae le sue origini dall'antica Roma, è tipica dell'araldica civica italiana, tant'è che la corona muraria è anche il simbolo delle città d'Italia. Dal XIV secolo l'Italia turrita iniziò a essere raffigurata come una donna sconfortata e tormentata dalla sofferenza, visto il ruolo di secondo piano assunto dalla penisola italiana dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente. La popolarità dell'Italia turrita ha toccato il suo ultimo apice nel XIX secolo, durante il Risorgimento: dopo l'unità d'Italia è iniziato un declino che l'ha portata quasi all'oblio, superata per importanza da altri simboli. L'Italia turrita, che è uno dei simboli patri italiani, è stata nei secoli ampiamente raffigurata in ambito artistico, politico e letterario. Il suo aspetto più classico, che deriva dal mito primordiale della Grande Madre mediterranea e che è stato definitivamente specificato a cavallo tra il XVI e il XVII secolo da Cesare Ripa, vuole trasmettere simbolicamente la regalità e la nobiltà delle città italiane (grazie alla presenza della corona turrita), l'abbondanza dei raccolti agricoli della penisola italiana (rappresentata dalla cornucopia) e il fulgido destino dell'Italia (simboleggiato dalla Stella d'Italia).
L'introito, dal latino introitus (da introire composto di intro e ire, cioè "entrare") indica l'entrata, il cominciamento a dire o fare qualcosa. Nella liturgia cristiana esso può indicare i Riti iniziali che aprono la celebrazione della Messa a partire dal V secolo. Introitus, frequentemente, è usato come abbreviazione di antifona introitale (in latino antiphona ad introitum) e quindi può riferirsi al canto della antifona coi rispettivi versetti salmodici che accompagna la processione di ingresso e "dà il tono" alla celebrazione.
Go Tell It on the Mountain (Andate ad annunciarlo sulla montagna) è un tradizionale natalizio afro-americano del genere spiritual, scritto con ogni probabilità da John Wesley Work Jr. (1871 - 1925), alunno e membro della Fisk University di Nashville (Tennessee), che riadattò e riarrangiò un canto afro-americano (sempre del genere spiritual) di inizio Ottocento o della seconda metà del XIX secolo (probabilmente antecedente al 1865) dal titolo When I Was a Seeker (= “Quand'ero un cercatore”, nel cui ritornello troviamo appunto la frase “Go tell it on the mountain”, raccolto - assieme ad altri brani spiritual - con l'aiuto del fratello Frederick Jerome Work, anch'egli studioso e compositore. Il canto originale era stato fatto conoscere dai Fisk University Jubilee Singers, che nel 1879 iniziarono un viaggio attorno agli Stati Uniti e l'Europa allo scopo di raccogliere fondi a favore di una scuola per ex schiavi della loro università.Il brano, riadattato da John Wesley Jr., venne quindi pubblicato nella raccolta Folk Songs of the American Negro, edita dallo stesso John Wesley Work Jr. e uscita nel 1907. Il brano Go Tell It On The Mountain è stato inciso da vari cantanti ed ha ispirato l'omonimo romanzo dello scrittore afro-americano James Arthur Baldwin (1924 – 1987), pubblicato nel 1953 e tradotto in italiano con il titolo Gridalo forte.