Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini (Catania, 3 novembre 1801 Puteaux, 23 settembre 1835) stato un compositore italiano, tra i pi celebri operisti dell'Ottocento. Gran parte di ci che noto della vita di Bellini e della sua attivit di musicista proviene da lettere scritte al suo amico Francesco Florimo, incontrato come compagno di studi a Napoli. Considerato, con Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti, il compositore per antonomasia dell'era del bel canto italiano, in particolare dell'inizio del XIX secolo, Bellini fu autore di dieci opere liriche in tutto, delle quali le pi famose e rappresentate sono La sonnambula, Norma e I puritani.
Il Veni Creator Spiritus, in italiano Vieni Spirito Creatore è un inno liturgico dedicato allo Spirito Santo ed attribuito a Rabano Mauro, arcivescovo di Magonza, del IX secolo. La versione più conosciuta è quella gregoriana, ma è stato musicato anche da numerosi autori di musica polifonica, classica e contemporanea come Italo Salizzato. Viene regolarmente cantato nell'ufficio delle Lodi e dei Vespri della festa di Pentecoste e viene spesso accostato alla sequenza Veni Sancte Spiritus. Oltre che a Pentecoste, viene anche cantato in particolari avvenimenti solenni per invocare lo Spirito Santo, quali in occasione del conferimento del sacramento della confermazione, e, secondo la tradizione, del matrimonio. Viene inoltre cantato durante l'elezione del nuovo Papa dai cardinali nella Cappella Sistina, per la consacrazione dei vescovi, per l'ordinazione dei sacerdoti, per i concili ed i sinodi e per l'incoronazione di un sovrano. Recitandolo il primo giorno dell'anno, con l'intenzione di invocare lo Spirito Santo, sull'anno che inizia, si lucra l'indulgenza plenaria.
Il Tempo pasquale, tradizionalmente detto Cinquantina pasquale, è quel periodo dell'anno liturgico della Chiesa cattolica nel quale, "a partire del Triduo Pasquale, come sua fonte di luce", viene celebrata la Pasqua del Signore come in "un solo giorno di festa". La sua conclusione è la solennità di Pentecoste.
Nella liturgia cattolica, la sequenza, spesso chiamata anche col suo nome latino sequentia, è un componimento poetico musicale liturgico che veniva recitato o cantato nella celebrazione eucaristica solenne prima della proclamazione del Vangelo. Dal punto di vista letterario, la sequenza rappresenta la prima forma di testo rimato, all'origine di tutte le forme poetiche moderne. La sequenza appartiene al proprio della messa: il suo testo quindi varia a seconda dell'occasione liturgica celebrata. Viene recitata (o cantata) al termine della seconda lettura mentre l'assemblea rimane seduta fino al suo termine e all'Alleluia che acclama al Vangelo ci si alza.
Nella liturgia cattolica l'antifona Regina Caeli o Regina Coeli (in latino: Regina del Cielo o Regina del Paradiso) è una delle quattro antifone mariane. Questa gioiosa preghiera viene rivolta a Maria madre del Risorto e, dal 1742, viene tradizionalmente cantata o recitata nel tempo pasquale, cioè dalla domenica di Pasqua fino al giorno di Pentecoste in sostituzione dell'Angelus.Le altre tre antifone mariane sono: la Salve Regina, l'Alma Redemptoris Mater e l'Ave Regina Caelorum. Esse vengono tradizionalmente cantate al termine della compieta, la preghiera della Liturgia delle Ore recitata al termine della giornata.
La pericope del buon Pastore si trova nel Vangelo secondo Giovanni: 10,1-21. In essa Gesù stesso si descrive come il pastore che dona la vita per le sue pecore. Questo brano, tipico del Vangelo di Giovanni, ha dei richiami negli altri vangeli, soprattutto nella Parabola della pecora smarrita (Mt 18,12-14 e Lc 15,1-7). Soprattutto a partire da questo brano molto sovente Gesù viene chiamato: Buon Pastore.
Asperges me (o Asperges me Domine) è un'antifona processionale gregoriana di origine gallicana, in lingua latina, che viene letta o cantata durante la Messa Maggiore per tutto l'anno, ad eccezione del Tempo Pasquale e della Domenica delle Palme. Appartenente alla liturgia cattolica, evoca le aspersioni a scopo lustrale descritte in Salmi 50, 9 che gli Ebrei eseguivano cospargendo i fedeli con rami di issopo. Tradizionalmente è associato al gesto dell'aspersione dell'acqua precedentemente benedetta, mediante il quale il celebrante amministra il sacramentale dell'acquasanta ai presenti nella Chiesa. L'aspersione in genere avviene come rito di ingresso, quale segno di purificazione spirituale dei fedeli e dell'altare consacrato. Il testo latino è il seguente: Le sue parole sono precedute dal Salmo 51 e seguite dall'invocazione all'Angelo custode. Secondo la Messa Tridentina, il Gloria Patri non si dice durante la I Domenica di Passione, mentre nella Domenica delle Palme non si procede con l'aspersione.Secondo il Messale Romano, l'Asperges si omette completamente durante il Tempo di Passione. Dalla Solennità di Pasqua a quella di Pentecoste, l'Asperges me è sostituito dalla lettura o dal canto dell'antifona Vidi aquam. L'Asperges me Domine non è parte del rito di benedizione dell'acqua: mentre l'inno viene letto o cantato a due voci dal coro e dai fedeli, il celebrante amministra con l'aspersorio dell'acqua che è già stata benedetta in precedenza.
L'anno liturgico nella Chiesa latina non corrisponde perfettamente all'anno civile e ha durata variabile, in quanto le date di inizio e fine sono mobili. Non esiste per tutta la Chiesa latina un unico anno liturgico, in quanto questo varia secondo i diversi riti presenti nella Chiesa latina e appartenenti all'unica famiglia rituale latina. Pertanto si può affermare che: esistono tanti anni liturgici latini quanti sono i riti latini, e ogni anno liturgico è l'espressione temporale del relativo rito liturgico.Tra gli anni liturgici latini permangono moltissimi elementi comuni dato che fanno riferimento all'unica Chiesa latina, di gran lunga la più numerosa fra le singole Chiese sui iuris cattoliche.