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Il solitario è un gioco a cui partecipa un solo giocatore. Nella maggior parte dei casi l'espressione si riferisce a giochi di carte, ma esistono altri tipi di giochi per un giocatore che vengono chiamati comunemente "solitari", per esempio il Solitario della Bastiglia o la variante per una persona del Mahjong. Lo scopo di un solitario è in genere quello di ottenere un certo risultato, nel qual caso si dice che il solitario è riuscito. La "riuscita" è quindi termine equivalente a "vittoria" nei giochi per due o più persone. Il gioco ha quasi sempre una componente casuale che garantisce che il gioco non venga mai "risolto" definitivamente dal giocatore, sebbene esistano anche solitari privi di casualità. Un'altra suddivisione possibile è fra quei solitari in cui il giocatore sceglie le proprie mosse e quelli in cui le mosse sono obbligate. A un estremo dello spettro si hanno dunque giochi di pura fortuna in cui l'elemento casuale è presente e le mosse sono obbligate, all'altro giochi che rappresentano complessi problemi matematici. Fra i casi particolari ci sono alcuni solitari senza elemento casuale e con mosse obbligate che "riescono" quindi infallibilmente, come il solitario arabo El Arnab.
Lupo Solitario (Lone Wolf) è una serie di 30 librogame fantasy ideata da Joe Dever e inizialmente illustrata da Gary Chalk, che narra le avventure dell'omonimo personaggio. I librogame, usciti a partire dal 1984, hanno dato inizio alla saga di Lupo Solitario che comprende anche romanzi tradizionali, giochi e altre opere.
In solitario (En solitaire) è un film del 2013 diretto da Christophe Offenstein, con François Cluzet. Il film è diventato uno dei maggiori incassi in Francia dopo Quasi amici - Intouchables, nel quale era presente lo stesso François Cluzet.
Il passero solitario è una poesia di Giacomo Leopardi probabilmente scritta negli anni 1829-1830 (sulla datazione del poema, comunque, esiste un ampio dibattito) e pubblicata nel 1835 nell'edizione napoletana dei Canti. Nel componimento Leopardi vede sulla torre campanaria di Recanati un passero, e riflette su un'identificazione malinconica tra l'uccello e se stesso: entrambi, infatti, sono destinati a condurre un'esistenza solitaria. Il passero solitario, desiderando la solitudine per natura, non percepisce tuttavia il suo dolore e dunque non può che provare felicità: Leopardi, al contrario, è purtroppo consapevole di non godersi gli anni della sua giovinezza, che rimpiangerà quando sarà anziano.