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Il Negozio Olivetti di New York è stata una piccola architettura a due piani ubicata al n. 584 della Fifth Avenue, opera degli architetti Ernesto Rogers, Enrico Peressutti e Lodovico Barbiano di Belgiojoso dello studio milanese BBPR per la parte architettonica e dallo scultore Costantino Nivola per la parte decorativa. Inaugurato nel 1954, è stato chiuso negli anni settanta.
Il museo Nivola si trova a Orani, in via Gonare, con sede nell'antico lavatoio. Il museo è dedicato all'esposizione di opere scultoree dell'artista Costantino Nivola, nativo di Orani, ed è gestito dall'ente "Fondazione Costantino Nivola". L'antico lavatoio venne appositamente restaurato dagli architetti Peter Chermayeff e Umberto Floris per ospitare il museo, inaugurato nel 1995. L'edificio è a pianta rettangolare, con copertura a capriate, caratterizzato da numerose aperture archivoltate, che rendono luminoso l'interno. All'esterno si trova un cortile selciato, una fontana e la canaletta per lo scolo dell'acqua. Il museo è nato nel 1994, pochi anni dopo la morte di Costantino Nivola (1911 – 1988), nativo di Orani, e da allora ha continuato ad espandersi. La collezione permanente può vantare centinaia di opere scultoree e grafiche di Nivola, che giocò un ruolo unico nel modernismo del XX secolo, lavorando a stretto contatto con gli architetti. Oltre all'opera di Nivola, il museo ospita mostre temporanee centrate in prevalenza sul rapporto fra l'arte, l'architettura e il paesaggio, con un focus speciale su artisti e movimenti vicini a Nivola, la cui cerchia di amicizie includeva Le Corbusier, Jackson Pollock, Saul Steinberg, Willem de Kooning, Alexander Calder e molti altri protagonisti dell'arte del modernismo.
Mario Sironi (Sassari, 12 maggio 1885 – Milano, 13 agosto 1961) è stato un pittore italiano, fra gli iniziatori del movimento artistico del Novecento nel 1922 a Milano. È stato anche scultore, architetto, illustratore, scenografo e grafico. Negli anni Trenta ha teorizzato e praticato il ritorno alla pittura murale.
La Galleria comunale d'arte di Cagliari è un'istituzione museale situata in una struttura storica ai giardini pubblici, in largo Dessì. Inaugurata nel 1933, è la principale sede dei musei civici di Cagliari che comprendono anche il palazzo di Città, il Museo d'arte siamese Stefano Cardu e il Museo etnografico.
L'Esposizione aeronautica italiana fu una mostra che si tenne al Palazzo dell'Arte di Milano nel 1934, da giugno a ottobre. Fu ideata da Marcello Visconti di Modrone, podestà di Milano e si proponeva di ricostruire la storia dell'aeronautica nazionale dalle origini al 1934. Nella mostra furono esposti numerosi velivoli tra i quali lo Sva di Gabriele D'Annunzio, utilizzato per la spedizione su Vienna, l'S55 con cui Italo Balbo aveva compiuto la traversata atlantica, l'apparecchio usato da Carlo Maria Piazza nella guerra in Libia e i resti dell'apparecchio di Francesco Baracca, l'Albatros da cui cadde a terra Mussolini durante un volo di allenamento. Nell'atrio figuravano intatti gli storici apparecchi di Cabruna e Novelli. L'esposizione aeronautica vide la partecipazione di importanti artisti e architetti dell'epoca, Giuseppe Pagano progettò la Sala d'Icaro. La mostra, infatti, fece proprio il modello espositivo della precedente Mostra della Rivoluzione fascista ovvero quello di accostare il materiale documentario esposto con rappresentazioni artistiche espressioniste per enfatizzarne il contenuto in chiave propagandista i successi italiani nel campo dell'aviazione. La facciata della mostra fu ideata dal pittore Erberto Carboni.
Costantino Nivola all'anagrafe Costantino Nivola Mele, e conosciuto anche come Antine Nivola (in Sardegna) e Tino Nivola (negli Stati Uniti) (Orani, 6 luglio 1911 – East Hampton, 6 maggio 1988) è stato un artista e scultore italiano. Il Museo Nivola di Orani, in Sardegna, conserva la più importante collezione delle sue opere.
L'architettura Liberty in Italia si affermò inizialmente come «arte nuova» o, secondo il giornalista torinese Enrico Thovez, «arte floreale», questo nuovo stile stupì per essere così «fedelmente naturalistico e nella sostanza nettamente decorativo». A seguito delle edizioni dell'Esposizione internazionale d'arte decorativa moderna, Torino vide il crescente proliferare di questo nuovo stile in ambito prevalentemente architettonico, celebrando una sorta di «rinascimento delle arti decorative», avvalendosi di contributi dei maggiori autori dell'epoca come Raimondo D'Aronco e il torinese Pietro Fenoglio che si affermò per sua proficua attività di ingegnere e che fece del liberty torinese uno degli esempi più fulgidi e coerenti del variegato panorama architettonico italiano del tempo.L'Art Nouveau in architettura e design degli interni superò lo storicismo eclettico che permeava l'età vittoriana. Gli artisti dell'Art Nouveau selezionarono e modernizzarono alcuni tra gli elementi del Rococò, come le decorazioni a fiamma e a conchiglia, al posto dei classici ornamenti naturalistici vittoriani. Prediligevano invece la Natura per fonte di ispirazione ma ne stilizzarono evidentemente gli elementi e ampliarono tale repertorio con l'aggiunta di alghe, fili d'erba, insetti. In definitiva il carattere più rivoluzionario della ricerca architettonica fu la completa rinuncia all'ordine architettonico che nonostante alcuni sperimentalismi aveva conservato per tutto il XIX secolo il proprio ruolo dominante in tutto il panorama architettonico, non soltanto accademico. Tale rinuncia ebbe un carattere permanente e continuerà nel protorazionalismo e nel razionalismo. Nel contesto nazionale questa nuova corrente, che in seguito assunse anche il nome di «stile floreale», non si consolidò mai in una vera e propria scuola italiana di riferimento, ma si affermò, seppur con un lieve ritardo rispetto ai maggiori paesi europei, vivendo il suo massimo splendore nei primissimi anni del Novecento. Nella sua prima decade, infatti, si può parlare di liberty, termine che infine si affermò più diffusamente nel complessivo e variegato panorama nazionale e derivante dai celebri magazzini londinesi di Arthur Lasenby Liberty.Il liberty, dunque, trovò nell'architettura il suo maggior successo, lasciando ai posteri una delle testimonianze più durature. Tuttavia la primordiale vocazione populistica del liberty andò scemando, l'ideale di un «socialismo della bellezza» andò evolvendosi in un ricco trionfo di motivi floreali, nervature filiformi, ardite decorazioni metalliche di chiara ispirazione fitomorfa ma divenne presto soltanto un privilegio delle classi sociali più abbienti. Il successo di questa corrente stilistica e la varia tipologia di edifici che sorse nei primi decenni del Novecento, valse a Torino il titolo di «capitale italiana del liberty» guadagnando, con tutta probabilità, la maggior concentrazione di edifici liberty in Italia tant'è vero che ancora oggi si possono percepire cospicue testimonianze architettoniche di quell'epoca. Altri esempi di liberty in Italia sono visibili in Palermo, Milano, Napoli, Genova, La Spezia, Bologna, Pescara, Avezzano, Cagliari (Crescentino Caselli), Olbia (Bruno Cipelli, sostenuto dai nobili Colonna di Ponza).