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Stati Uniti d'America nella seconda guerra mondiale

La storia militare degli Stati Uniti d'America nella seconda guerra mondiale riguarda il conflitto combattuto dagli Stati Uniti contro l'impero del Giappone, la Germania nazista e l'Italia fascista, cominciato con l'attacco a Pearl Harbor all'alba del 7 dicembre 1941. Durante i primi due anni della seconda guerra mondiale gli Stati Uniti mantennero formalmente la neutralità, ma furono fin dall'inizio favorevoli alla Gran Bretagna e alla Francia; dopo la sconfitta delle potenze occidentali nel 1940, rifornirono, in base alla legge votata l'11 marzo 1941, il Lend-Lease Act, i britannici, i sovietici e i cinesi con enormi quantità di beni di guerra, e truppe americane sostituirono i soldati britannici in Islanda. Durante il periodo di guerra effettiva, più di sedici milioni di americani servirono nelle United States Armed Forces, le Forze Armate statunitensi, di cui 290 000 morirono in combattimento e 670 000 rimasero feriti. Inoltre 130 201 americani furono fatti prigionieri ma solo in 116 129 sopravvissero alla guerra. Tra i consiglieri principali del presidente Franklin Delano Roosevelt vi era il Segretario della Guerra, Henry Stimson, che coordinò lo sforzo bellico della nazione, il generale George Marshall, capo di stato maggiore generale del Esercito, il generale Henry Arnold, al comando dell'Aviazione, l'ammiraglio Ernest King, il responsabile della Marina. Il Presidente Roosevelt e i suoi comandanti, che formavano il cosiddetto Joint Chiefs of Staff (Stati maggiori riuniti), presieduto dall'ammiraglio William Leahy, decisero che, nonostante l'aggressione giapponese nel Pacifico, l'obiettivo principale della guerra rimanesse la sconfitta della Germania nazista, considerata il nemico più pericoloso e potente. La guerra iniziò con una serie di sconfitte per gli americani; nel teatro del Pacifico dopo le gravi perdite a Pearl Harbor, la flotta, passata al comando dell'abile l'ammiraglio Chester Nimitz, rimase inizialmente sulla difensiva in attesa dell'arrivo delle nuove navi in costruzione, mentre le truppe stanziate nelle Filippine, comandate dal generale Douglas MacArthur, furono costrette alla resa dai giapponesi dopo una coraggiosa resistenza nel mese di maggio 1942. Nel teatro occidentale le potenze anglo-sassoni rimasero sulla difensiva nella prima parte del 1942; nel frattempo però i dirigenti americani diedero inizio con efficienza ed energia ad un grandioso programma di reclutamento, addestramento ed equipaggiamento per formare forze armate terrestri, aeree e navali moderne e potenti che a partire dalla fine del 1942 avrebbero dato inizio alla fase vittoriosa della guerra su tutti i fronti. Nel teatro del Pacifico nel giugno del 1942 le principali portaerei giapponesi furono affondate nella battaglia delle Midway, mentre dopo la lunga campagna di Guadalcanal gli americani presero l'iniziativa e, disponendo di una schiacciante superiorità aeronavale, conquistarono le principali isole oceaniche; contemporaneamente il generale MacArthur dall'Australia avanzò lentamente verso le Filippine che furono liberate durante l'inverno 1944-45. Il Giappone dovette subire inoltre pesanti bombardamenti strategici e la sua flotta mercantile venne distrutta dai sommergibili americani; dopo la conquista dell'isola di Okinawa, gli americani pianificarono uno sbarco in Giappone, ma la guerra finì prima con l'attacco atomico di Hiroshima e Nagasaki e l'invasione sovietica della Manciuria nell'agosto 1945. Il 2 settembre 1945 il Giappone si arrese alle potenze alleate; il documento di resa venne firmato, alla presenza del generale MacArthur, sulla corazzata Missouri. La guerra contro la Germania prevedeva l'aiuto materiale alla Gran Bretagna e all'Unione Sovietica finché l'esercito americano non fosse stato pronto a partecipare direttamente ai combattimenti in Europa. Prendendo le redini delle operazioni ma lavorando a stretto contatto con i britannici, gli Stati Uniti invasero il Nordafrica e l'Italia tra il 1942 e il 1943. Infine la principale invasione in Europa venne portata a termine nel giugno del 1944, in Francia, sotto il comando del generale Dwight D. Eisenhower. Nel frattempo l'aviazione americana sistematicamente colpì i sistemi di trasporto e gli impianti di trattamento del carburante tedeschi, oltre a rendere inerme l'Aviazione tedesca entro il 1944. Con i sovietici praticamente inarrestabili ad est, e gli Alleati occidentali anch'essi inarrestabili ad ovest, la Germania fu ad un passo dal totale annientamento. Berlino cadde in mani sovietiche nel maggio 1945 e con la morte di Hitler i tedeschi si arresero. Lo sforzo bellico statunitense venne fortemente sostenuto dai civili che approvarono la politica del governo e contribuirono alla vittoria con il loro lavoro in patria e il loro impegno nelle forze armate in combattimento all'estero.

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