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I Procida o Da Procida (indicati anche come De Pròixida, De Pròixita o De Pròxita nella storiografia iberica) sono un'antica famiglia nobile di origine probabilmente salernitana o napoletana, di fede ghibellina. Capostipite fu un conte Azone (XI secolo); ottennero, tra i diversi possedimenti, la signoria dell'isola di Procida, da cui trassero il cognome. Personaggio più importante fu certamente Giovanni da Procida, terzo della famiglia con questo nome, che fu diplomatico, medico e consigliere di Federico II di Svevia e quindi di Manfredi, nonché ispiratore della rivolta dei Vespri Siciliani. I suoi discendenti, agli inizi del XIV secolo si trasferirono nel Regno di Valencia, dove tennero, tra l'altro, la contea di Almenara fino al XIX secolo.
Le guerre del Vespro ebbero inizio dopo la rivolta dei Vespri siciliani avvenuta a Palermo nel 1282 che portò alla cacciata degli angioini dalla Sicilia. La prima fase del conflitto ebbe termine nel 1302 con la pace di Caltabellotta e la divisione del regno di Sicilia tra il regno di Trinacria (agli aragonesi) e il regno di Napoli (agli angioini) divisione che perdurò fino al 1816 con la nascita del regno delle Due Sicilie. La guerra però riprese nel 1313 quando Federico III rivendicò il titolo di re di Sicilia per il figlio Pietro. Si riuscì a trovare un primo accordo solo alla morte di Pietro (1342), quando salì al trono il figlio Ludovico sotto tutela di Giovanni d'Aragona, detto la «pace di Catania» l'8 novembre 1347, che non fu ratificato dal parlamento siciliano. La guerra fra Sicilia e Napoli si sarebbe chiusa solo il 20 agosto 1372 dopo ben novanta anni, con il trattato di Avignone, firmato da Giovanna I d'Angiò e Federico IV d'Aragona con l'assenso di papa Gregorio XI, con il riconoscimento formale dei due regni, di Sicilia e di Napoli.
Giovanni da Procida (Salerno, 1210 – Roma, 1298) fu un medico della Scuola Salernitana, diplomatico e uomo politico legato alla dinastia sveva degli Hohenstaufen e uno dei familiares di Manfredi. Dopo la caduta della dinastia sveva, fu uno dei protagonisti dei Vespri Siciliani.
«Cosa nostra» (nel linguaggio comune genericamente detta mafia siciliana o semplicemente mafia) è un'espressione utilizzata per indicare un'organizzazione criminale di tipo mafioso-terroristico presente in Italia, soprattutto in Sicilia e in più parti del mondo. Questo termine viene oggi utilizzato per riferirsi esclusivamente alla mafia di origine siciliana (anche per indicare le sue ramificazioni internazionali, specie negli Stati Uniti d'America, dove viene identificata come Cosa nostra statunitense, sebbene oggi entrambe abbiano diffusione a carattere internazionale), per distinguerla dalle altre associazioni ed organizzazioni mafiose. Gli interventi di contrasto da parte dello Stato italiano si sono fatti più decisi a partire dagli anni ottanta del XX secolo, attraverso le indagini del cosiddetto "pool antimafia" creato dal giudice Rocco Chinnici e in seguito diretto da Antonino Caponnetto. Facevano parte del pool anche i magistrati Giuseppe Di Lello, Leonardo Guarnotta, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Corleone (/korleˈoːne/, Cunigghiuni o Curliùni in siciliano) è un comune italiano di 10 900 abitanti della città metropolitana di Palermo, in Sicilia. Dista 54 km da Palermo, 115 km da Agrigento, 133 km da Caltanissetta, 249 km da Catania, 152 km da Enna, 299 km da Messina, 251 km da Ragusa, 324 km da Siracusa e 101 km da Trapani.
La battaglia di Capo d'Orlando ebbe luogo fra il 3 ed il 4 luglio 1299, poco al largo di Capo d'Orlando, nel contesto della Guerra del Vespro. Qui si scontrarono la flotta aragonese di re Giacomo II di Aragona e quella siciliana del fratello re Federico III di Sicilia.
Alaimo da Lentini, o da Leontino (Messina, 1210 circa – 1287), è stato un nobile italiano, conte di Buccheri, signore di Butera, Palazzolo e uno dei protagonisti dei Vespri siciliani. Il re di Napoli Carlo I d'Angiò lo nominò nel 1271 consigliere e familiare regio, e nel 1274 giustiziere del principato di Benevento; prestò i propri servizi, poi, alla Corona d'Aragona e fu gran giustiziere del regno di Sicilia (1282-1284). La baronia di Ficarra gli fu conferita in qualità di marito di Macalda di Scaletta, già posseduta dal primo consorte Guglielmo Amico.
Aidone (Aidungh o Dadungh nel dialetto gallo-italico locale; Daduni in siciliano) è un comune italiano di 4 478 abitanti del libero consorzio comunale di Enna in Sicilia. Si trova in uno dei comprensori culturali e naturalistici più interessanti della Sicilia centrale: nel suo territorio si trovano l'importante sito siculo-greco-ellenistico di Morgantina, il Castello di Pietratagliata di epoca arabo-normanna, e, a pochi chilometri, la Villa Romana di Piazza Armerina, sito dell'UNESCO. Il comune presenta un territorio ricchissimo di boschi naturali e artificiali che occupano la parte nord occidentale, e di notevoli siti di rilevanza naturalistica: con Piazza Armerina ed Enna condivide il Parco della Ronza; al confine con la provincia di Catania si trova l'invaso artificiale del lago di Ogliastro, un'area umida di interesse naturalistico. Vi si parla un dialetto di tipo settentrionale che fa parte del gruppo dei dialetti gallo-italici di Sicilia.