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Autore principale: García Gómez, Emilio
Pubblicazione: Firenze : Sadea, c1965
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
L'Alhambra è un complesso palaziale andaluso a Granada. Etimologicamente, Alhambra in arabo è "al-Ḥamrā’" (la Rossa, Arabo الحمراء), dal momento che il suo nome intero era Qalʿat al-ḥamrā’ʾ (Cittadella rossa). Secondo alcune versioni il nome veniva dal colore rosato delle mura che circondavano l'Alhambra. L'Alhambra è una vera città murata (medina) che occupa la maggior parte del colle della Sabika, mentre per parte sua Granada fruiva di un altro sistema di mura protettive di cinta. Pertanto l'Alhambra poteva funzionare in modo autonomo rispetto a Granada. Nell'Alhambra vi erano tutti i servizi propri necessari agli abitanti che vi vivevano: moschee, scuole, botteghe e altro. Nel 1238 fece il suo ingresso a Granada dalla Porta di Elvira, per occupare il Palazzo del Gallo del Vento, Muḥammad ibn Naṣr (noto anche come Naẓar), chiamato al-Ḥamar, "Il Rosso", perché aveva la barba di colore rossiccio, fondatore della dinastia nasride del Sultanato di Granada. Quando Muḥammad ibn Naṣr entrò trionfatore a Granada, la popolazione lo accolse al grido di Benvenuto al vincitore per la grazia di Dio (marhaban li-l-Nāṣir), al quale egli rispose dicendo: Non v'è altro vincitore se non Dio (wa lā ghālib illā Allāh). Questo è il motto dello stemma nasride ed è scritto in tutta l'Alhambra. Muḥammad ibn Naṣr fece edificare il primo nucleo del palazzo. Suo figlio Muhammad II, che fu amico di Alfonso X di Castiglia, lo fortificò. Nel 1492, con la conquista di Granada da parte dei Re Cattolici, l'Alhambra passò ad essere palazzo reale dei re di Spagna e questo salvò il complesso dalla distruzione patita invece da tanti altri monumenti islamici a seguito della Reconquista. Lo stile granadino nell'Alhambra rappresenta il punto supremo raggiunto dall'arte andalusa, che non si realizzò fino alla metà del secolo XIV con Yusuf I e Muhammad V nel 1333 e 1354. Il Comitato del patrimonio mondiale dell'UNESCO ha dichiarato l'Alhambra e il Generalife di Granada Patrimonio Culturale dell'Umanità nella sua sessione del giorno 2 novembre 1984. È stata indicata tra i 21 candidati finalisti per essere indicata come una delle sette meraviglie del mondo moderno. Il complesso copre più di 100.000 m² di superficie.
Alghero (AFI: /alˈɡɛro/; l'Alguer in catalano, [ləɫˈɣe]; s'Alighera in sardo) è una città italiana di 42 396 abitanti, costitutiva della rete metropolitana del Nord Sardegna in provincia di Sassari, in Sardegna. È conosciuta anche come la Barceloneta sarda, ovvero "la piccola Barcellona": la città ha infatti conservato l'uso del catalano, di cui è un'isola linguistica e il 22,4% dei suoi abitanti lo parla nella variante algherese, riconosciuta dalla Repubblica Italiana e dalla Regione Sardegna come lingua minoritaria. Tale lingua sta ricevendo tutela attraverso programmi di insegnamento e di utilizzo ufficiale all'interno del territorio comunale. Ad Alghero ha inoltre sede istituzionale una delegazione della Generalitat de Catalunya, il governo regionale della Catalogna. La città, una delle principali della Sardegna e quinta della regione per numero di abitanti, è una delle porte di accesso all'Isola, grazie all'aeroporto che sorge nelle vicinanze di Fertilia. È il capoluogo della Riviera del Corallo, nome che deriva dal fatto che nelle acque della sua rada è presente la più grande quantità del prezioso corallo rosso della qualità più pregiata, pescato da corallari subacquei, attività che con la lavorazione e la vendita, da secoli ha avuto una grande importanza di carattere economico e culturale, tanto che un ramo di corallo è inserito nello stemma della città. Ha una forte vocazione turistica ed è una delle principali mete nell'isola; nel 2012 è stata la 10ª città italiana più visitata dai turisti stranieri. Alghero è la terza città universitaria della Sardegna dopo Sassari e Cagliari, con la sede del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell'Università degli Studi di Sassari. È sede anche della Scuola per stranieri di lingua e cultura italiana di Alghero.
Un giardino islamico è generalmente una proprietà espressiva della terra che include temi di acqua e ombra. Il suo disegno architettonico più identificabile riflette la disposizione quadrilatera del Charbagh con quattro giardini più piccoli divisi da passerelle o acqua corrente. A differenza del giardino all'inglese, spesso progettati per passeggiare, il giardino islamico è destinato al riposo, alla riflessione e alla contemplazione. Uno dei principali obiettivi del giardino islamico è quello di fornire un'esperienza sensoriale, realizzata attraverso l'uso di acqua e piante aromatiche. Prima che l'Islam si espandesse ad altri climi, questi giardini erano storicamente usati per fornire sollievo da un ambiente caldo e arido. Comprendevano un'ampia varietà di forme e scopi che non esistono più. Il Corano ha molti riferimenti ai giardini e afferma che sono da considerarsi come analogia terrena della vita in paradiso promessa ai credenti: Insieme alla popolare interpretazione paradisiaca dei giardini, ci sono molte altre associazioni non pie agli stessi tra cui ricchezza, potere, territorio, piacere, caccia, tempo libero, amore, tempo e spazio. Queste altre associazioni forniscono maggior simbolismo ai pensieri e alle riflessioni serene associato a un senso accademico. Mentre molti giardini islamici non esistono più, gli studiosi ne hanno dedotto molto dalla letteratura araba e persiana sull'argomento. Numerosi giardini islamici formali sono sopravvissuti in un'ampia zona che si estende dalla Spagna e dal Marocco a ovest fino all'India a est, anche se gli storici non sono d'accordo su quali giardini debbano essere considerati parte della tradizione del giardino islamico, che ha influenzato tre continenti nel corso di diversi secoli.
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