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Autore principale: Bianciardi, Stanislao
Il Confiteor è la preghiera penitenziale della celebrazione eucaristica in rito romano. Nella forma ordinaria del rito, codificata dalla riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II, il Confiteor appare, facoltativamente, nell'atto penitenziale; nella versione in lingua nazionale usata di solito in Italia è talvolta chiamato Confesso. Nella forma straordinaria è invece parte fissa. Nella messa tridentina col popolo viene recitato prima dal celebrante e poi dai ministri o dal popolo, nel Novus Ordo è recitato in comune da tutta l'assemblea. Un'altra differenza fra le due forme del rito romano è che, mentre nella forma più antica è seguito da un'orazione, un responsorio e l'assoluzione seguita ancora dall'orazione finale, nella forma più recente è seguito semplicemente dall'orazione iniziale. Inoltre il testo è stato modificato, riassumendo le richieste d'intercessione e inserendo le colpe di omissione. Da notare infine che, mentre il messale di san Giovanni XXIII prevedeva esplicitamente che al mea culpa ci si battesse il petto tre volte, nel messale di Paolo VI si prescrive solo che ci si batta il petto, omettendo il numero delle volte. Sebbene continui la pratica di battersi il petto tre volte, soprattutto nelle lingue in cui il Confiteor è stato semplificato è sufficiente un solo colpo. Al di fuori della messa può esser recitato, con piccole varianti, nella preghiera individuale. Per esempio può sostituire o seguire l'esame di coscienza previsto nella preghiera di compieta.
Nella liturgia cattolica, la messa tridentina è quella forma della celebrazione eucaristica del rito romano promulgata da papa Pio V nel 1570 a richiesta del Concilio di Trento, in continuità con il rito romano che è noto dai tempi di papa Gregorio I. Fu mantenuta, con modifiche minori, nelle edizioni successive del Messale Romano fino a quella promulgata da Giovanni XXIII nel 1962. Per quattro secoli fu la forma della liturgia eucaristica della maggior parte della Chiesa latina fino alla pubblicazione dell'edizione del Messale promulgata da papa Paolo VI nel 1969 a seguito del Concilio Vaticano II. Tutte le edizioni tridentine, pur introducendo alcune modifiche, contenevano il testo della bolla Quo primum tempore con la quale Pio V promulgò la prima edizione e recavano come titolo Missale Romanum ex decreto Sacrosancti Concilii Tridentini restitutum, mentre le edizioni successive al 1969 hanno per titolo Missale Romanum ex decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum. Il XX secolo ha visto modifiche operate in particolare da papa Pio X, papa Pio XII e papa Giovanni XXIII. L'uso dell'edizione 1962, ma non di quelle anteriori, è ancora permesso come «forma straordinaria del rito romano», espressione che indica che, se da una parte non è più la forma ordinaria o "normale", dall'altra parte non è un rito distinto, ma solamente una «diversa forma del medesimo rito».
Kyrie eleison è una preghiera della liturgia cristiana. L'espressione è scritta in greco (Κύριε ἐλέησον) e Kyrie eleison è la traslitterazione dell'espressione in latino. Nella liturgia italiana è stata tradotta con Signore pietà; tuttavia, con maggiore aderenza, potrebbe essere tradotta anche come Signore, abbi benevolenza. Generalmente la formula è pronunciata secondo la pronuncia itacistica del greco, suonando così: [ˈkirie eˈlɛjson], o anche [ˈkirje eˈlɛjzon]; secondo la pronuncia erasmiana dovrebbe invece pronunciarsi: ['kyrie eˈleɛːson]. Vi sono espressioni simili in alcuni salmi e all'interno dei Vangeli: il Kyrie è la più antica testimonianza di uso liturgico cristiano, risalente al IV secolo nella chiesa di Gerusalemme, e al V secolo nella messa di rito romano. È usata come preghiera litanica e risposta a determinate invocazioni.
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