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Titolo uniforme: Les conflits du Proche Orient.
Autore principale: Massoulié, François
Edizione: 2. ed
Pubblicazione: Firenze : Giunti, 1994
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il Medio Oriente è una regione storico-geografica che comprende territori dell'Asia occidentale, europei (la porzione di Turchia ad est dello stretto del Bosforo) e nordafricani (Egitto) e in esso a volte è distinto anche il cosiddetto Vicino oriente: arabi, persiani e turchi costituiscono i maggiori gruppi etnici per numero di abitanti, mentre curdi, azeri, copti, ebrei, aramei, assiri, armeni, circassi, berberi ed altri gruppi formano minoranze significative, mentre le tre principali religioni monoteiste (Cristianesimo, Ebraismo e Islam) sono sorte proprio in quest'area.
Il Cristianesimo in Medio Oriente ha una storia che risale fino al I secolo, alle stesse origini di questa fede; ed è stata una delle principali religioni della regione dai tempi dell'impero romano d'Oriente nel IV secolo fino all'espansione islamica degli arabi nel corso del medio e tardo VII secolo. In Medio Oriente il Cristianesimo si caratterizza con le sue differenti credenze e tradizioni, rispetto ad altre parti del Vecchio mondo; i cristiani costituiscono a tutt'oggi il 5% della popolazione mediorientale, dal 20% che erano nei primi anni del XX secolo. Il numero dei cristiani in Medio Oriente è in significativo calo a causa di fattori quali i bassi tassi di natalità, se confrontati con quelli musulmani, assieme a tassi sproporzionalmente alti di emigrazione sia religiosa sia etnica, a volte provocata dalla persecuzione religiosa. Inoltre i disordini politici dell'area sono stati e continuano ad essere uno dei fattori più importanti che spingono gli indigeni cristiani mediorientali delle varie etnie a spostarsi verso terre più sicure e alla ricerca di stabilità al di fuori dei loro paesi d'origine. La recente diffusione dell'ideologia del salafismo e del jihādismo, estranea ai valori tolleranti delle comunità locali in Siria e in Egitto, ha anche svolto un ruolo nella pluridecennale ma incerta esistenza pacifica dei cristiani.In proporzione il Libano ha il più alto tasso di presenza cristiana nel suo territorio, dove la percentuale è compresa tra il 39 e il 40,5%, seguito dall'Egitto con il 10% di cristiani, soprattutto copti. Il più grande gruppo cristiano in Medio Oriente è quello costituito dai copti di lingua araba i quali ammontano a 6-11 milioni di persone, anche se fonti copte sostengono una cifra più vicina ai 12-16 milioni di aderenti: i copti risiedono principalmente in terra egiziana, ma se ne trovano anche in Sudan e in Libia, con piccole comunità sparse in Israele, Cipro, Giordania, Libano e Tunisia. Il secondo più grande gruppo cristiano è quello dei maroniti, cattolici anch'essi di lingua araba, che assommano ad 1,1-1,2 milioni in tutta la regione, ma concentrati principalmente all'interno del suolo libanese; alcuni maroniti rifiutano un'identità etnica araba in favore di un patrimonio pre-arabo, cananeo o aramaico, a cui la maggior parte della popolazione libanese appartiene. In Israele, i maroniti vengono classificati come etnicamente siriaci/aramei e non come libanesi (insieme con le più piccole popolazioni cristiane di lingua aramaica di siro-ortodossi (vedi Chiesa ortodossa siriaca) e greco-cattolici (vedi Chiesa cattolica greca di rito bizantino)). Gli arabi cristiani, che per lo più discendono da tribù arabe cristianizzate, sono principalmente seguaci delle chiese ortodosse orientali (non calcedonesi) e se ne contano più di 1,5 milioni di unità; tra i cattolici, quelli di rito latino sono minoritari: la maggior parte dei cattolici sono, oltre che maroniti, anche melchiti, siriani e siro-malankaresi di rito antiocheno, siro-malabaresi e caldei (originari dell'Iraq) di rito caldeo, e armeni. I seguaci del protestantesimo sono circa 400.000.
Il Medioevo (o Medio Evo) è una delle quattro età storiche (antica, medievale, moderna e contemporanea) in cui viene convenzionalmente suddivisa la storia dell'Europa nella storiografia moderna. Il Medioevo è costituito da un periodo di circa mille anni. Alcuni storici indicano come suo avvio la morte dell'imperatore romano Teodosio (395), l'ultimo a governare l'impero unito; altri indicano invece la caduta dell'Impero romano d'Occidente (476). Tradizionalmente, il Medioevo si conclude con la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo (1492), evento che sancisce l’inizio dell'Età moderna. Il Medioevo è poi solitamente suddiviso in Alto e Basso Medioevo (nei paesi di cultura anglosassone si usa spesso distinguere anche un pieno Medioevo, concetto solitamente non utilizzato in Italia). Il concetto di Medioevo compare per la prima volta nel XV secolo, con i termini latini media aetas o media tempestas, con il significato di "età di mezzo", in ciò riflettendo l'opinione dei contemporanei, per cui tale periodo avrebbe rappresentato una deviazione dalla cultura classica, in opposizione al successivo Umanesimo e Rinascimento. Alcuni fenomeni tipici dei primi secoli, come il crollo demografico, la deurbanizzazione, il declino del potere centralizzato, le invasioni e le migrazioni di massa delle tribù, erano già iniziati nella tarda antichità. Come conseguenza delle invasioni barbariche del V secolo, in particolare di quelle dei vari popoli germanici, si vennero a formare nuovi regni nei territori che erano stati dell'Impero Romano d'Occidente. L'Impero Romano d'Oriente, invece, sopravvisse per tutta la durata del Medioevo, ed è generalmente oggi indicato con l'espressione "Impero bizantino"; nel VII secolo, però, l'Impero d'Oriente perse il Nord Africa e il Medio Oriente, passati sotto il dominio del Califfato degli Omayyadi, una dinastia islamica; ciò portò al fenomeno delle Crociate, durante le quali il mondo islamico e quello cristiano si scontrarono tra l'XI e il XIII secolo; la prima fu indetta nel 1095. Sebbene vi fossero stati cambiamenti sostanziali nella società e nelle strutture politiche, la rottura con l'antichità classica non fu completa: l'Impero Bizantino si considerava diretto successore dell'Antica Roma e il diritto romano era ancora la base legislativa fondamentale, ordinata nel Corpus Iuris Civilis; in Occidente, poi, la maggior parte dei nuovi regni utilizzava le istituzioni romane ancora esistenti. Il mito dell'antica Roma rimase sempre vivo, come mostra la fondazione nel IX secolo del Sacro Romano Impero da parte dei Franchi, che comprendeva gran parte dell'Europa occidentale e che, anche nel nome, si richiamava agli ideali di universalità tipici dell'Impero Romano. I rapporti che univano Europa, Asia ed Africa, interrotti dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, ripresero dopo il IX secolo, con la nascita delle repubbliche marinare. Dal punto di vista religioso, caratteristiche del Medioevo furono la diffusione sempre più capillare del Cristianesimo e dell'Islam, quest'ultimo nato nel VII secolo in Arabia e diffusosi nel Nord Africa ed anche in alcune aree dell'Europa meridionale. La religiosità medievale fu contraddistinta anche dalla fondazione di una fitta rete di monasteri, dalla nascita degli ordini mendicanti, dalla loro predicazione e dalla fondazione dei loro conventi. Dal punto di vista dell'organizzazione sociale, politica ed economica, un fenomeno tipico del Medioevo fu il feudalesimo (sviluppatosi in forme diverse in base al contesto ed al periodo storico), il sistema curtense, la diffusione ovunque dei castelli (in seguito al X secolo) e la nascita della classe dei cavalieri. Dopo il 1000, si fa convenzionalmente iniziare il Basso Medioevo. Durante questo periodo, la popolazione europea aumentò notevolmente, grazie alle innovazioni tecnologiche ed agricole che permisero al commercio di prosperare; i raccolti aumentarono, favoriti anche dal cosiddetto periodo caldo medievale. Le città, entrate in profonda crisi nell'Alto Medioevo, ripresero allora ad espandersi. La crescita di popolazione subì una grave battuta d'arresto tra il 1347 e il 1350, a causa della peste nera, che uccise circa un terzo degli europei. Nel Basso Medioevo iniziò il processo che portò alla formazione degli stati nazionali centralizzati. La vita intellettuale era segnata dalla scolastica, una filosofia che enfatizzava l'unione di fede e ragione. In questi anni iniziarono a nascere le prime università. Tra i fenomeni più significativi della cultura medievale, si ricordano la teologia di Tommaso d'Aquino, i dipinti di Giotto, la poesia di Dante e Chaucer, i viaggi di Marco Polo, le grandi cattedrali, l'arte romanica, l'arte gotica, l'arte bizantina.
Con primavera araba (in arabo الربيع العربي al-Rabīʿ al-ʿArabī) si intende un termine di origine giornalistica, utilizzato per lo più dai media occidentali, per indicare una serie di proteste ed agitazioni cominciate tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011. Il primo uso specifico dell'espressione Arab Spring (Primavera araba), per denotare appositamente questi eventi, viene attribuito al politologo Marc Lynch in un articolo della rivista americana Foreign Policy del 6 gennaio 2011. Il riferimento è sia alla "primavera dei popoli" del 1848, sia alla primavera di Praga del 1968, nella quale lo studente Jan Palach si diede fuoco. I paesi maggiormente coinvolti dalle sommosse furono L'Egitto, la Siria, la Libia, la Tunisia, lo Yemen, l'Algeria, l'Iraq, il Bahrein, la Giordania e il Gibuti, mentre ci sono stati moti minori in Mauritania, in Arabia Saudita, in Oman, in Sudan, in Somalia, in Marocco e in Kuwait. Le vicende sono tuttora in corso nelle regioni del Medio Oriente, del vicino Oriente e del Nord Africa.
Vicino Oriente è un'espressione che è propriamente usata per indicare la regione geografica, oggi per lo più arabofona, estesa dalla sponda orientale del Mar Mediterraneo all'Iran e alla Penisola Arabica esclusi. Termini connessi sono Levante e Asia Anteriore (delimitata tradizionalmente da Mediterraneo orientale, Mar Rosso, Golfo Persico, Hindu Kush, Mar Caspio e Mar Nero).
Il conflitto arabo-israeliano (in arabo: الصراع العربي الإسرائيلي, al-Ṣirāʿ al-ʿarabī al-isrāʾīlī, in ebraico: הסכסוך הישראלי-ערבי?, ha-sikhsukh ha-israeli-aravi) è un conflitto politico-militare che vede contrapposti lo Stato di Israele da una parte e i palestinesi e gli Stati arabi circostanti dall'altra. Le radici del conflitto risiedono nella nascita del sionismo e del nazionalismo palestinese verso la fine del diciannovesimo secolo. Il territorio geografico della Palestina, allora sotto il dominio turco-ottomano, era infatti considerato allo stesso tempo dal movimento sionista come patria storica del popolo ebraico e dal movimento nazionalista palestinese come territorio appartenente ai suoi abitanti arabi palestinesi. Il conflitto tra ebrei e arabi palestinesi nel mandato britannico della Palestina iniziò negli anni venti del Novecento. La fase principale del conflitto su larga scala tra Israele e gli Stati arabi ebbe luogo dal 1948, anno della proclamazione dello Stato di Israele, al 1973, e fu costituita da una serie di guerre arabo-israeliane: la guerra del 1948, la guerra di Suez del 1956, la guerra dei sei giorni del 1967 e la guerra del Kippur del 1973. Accordi di pace sono stati firmati tra Israele ed Egitto nel 1979 e tra Israele e Giordania nel 1994, cosicché il conflitto si è tramutato nel corso degli anni da conflitto arabo-israeliano su larga scala a un più localizzato conflitto israelo-palestinese (anche detto questione palestinese), incentrato sul mutuo riconoscimento di sovranità e indipendenza dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina, proclamato nel 1988 sui territori palestinesi occupati da Israele nel 1967. Anche il conflitto israelo-palestinese è stato caratterizzato da una serie di guerre tra Israele e organizzazioni palestinesi come l'OLP e Hamas: la guerra del Libano del 1982, la prima e seconda intifada e ripetute guerre nella striscia di Gaza. Nonostante gli accordi di Oslo del 1993, che hanno portato al mutuo riconoscimento tra Israele e OLP e alla creazione dell'Autorità Nazionale Palestinese, ed il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell'ONU nel 2012, un accordo di pace definitivo tra Israele e Palestina non è stato ancora raggiunto, mentre proseguono ad intermittenza sia le ostilità, sia i negoziati di pace.
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