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Pubblicazione: Firenze : Libr. Dante, 1887
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il contrasto è un tipo di componimento poetico dialogato, solitamente di argomento amoroso, ma anche morale o civile, che fiorisce nel secolo XIII e non segue una metrica ben definita, quindi spazia dalle ballate ai distici, dalle canzonette alle strofe monorime. Diffuso già nella letteratura latina medioevale con i nomi di disputatio, conflictus, altercatio e stato quindi successivamente ripreso dalle letterature neolatine coi i nomi di bataille, disputation in francese, disputa in spagnolo, streitgedicht in tedesco.Il contrasto, che usa un linguaggio scherzoso-realistico e allegorico-morale, generalmente avviene tra due innamorati, ma anche tra altre persone o cose e anche, come avviene nella poesia a carattere religioso tra il corpo e l'anima, la vita e la morte, Cristo e Satana, due mesi dell'anno, il carnevale e la quaresima, il vino e l'acqua. Nel contrasto di tipo realistico, in un intrecciarsi di voci che si svolgono di strofa in strofa, alla battuta di un interlocutore segue la replica spesso vivace, simile ad un rinfacciamento, dell'altro. Secondo la definizione di "Contrasto" che dà Carlo Salinari essa "rientra in un "genere" assai diffuso, con una sua particolare tecnica basata sull'invenzione e sul rinfaccio tra i vari personaggi; questi non hanno quindi un reale sviluppo psicologico, ma sono personaggi stereotipati, quasi maschere". Tra i contrasti più noti si ricordano Rosa fresca aulentissima di Cielo d'Alcamo, il contrasto di Bonvesin de la Riva tra una rosa e una viola, il contrasto di Leonardo Giustinian Amante, a sta fredura e, nell'ambito della letteratura religiosa-didattica, il contrasto di Jacopone da Todi tra il vivo e il morto. Il contrasto decadde dopo il Cinquecento ma se ne rammenta un esempio storico tra le barbare di Carducci nell'ode Le due Torri composta nel 1889.
Con Lucifero si identifica l'essere incorporeo, in passato Serafino (o, secondo alcune dottrine, Cherubino), divenuto, in seguito, un essere di natura eminentemente maligna e come tale potenzialmente assai pericoloso per l'umanità ed il creato. Il termine luciferismo indica invece l'adorazione e la devozione a tale entità. Secondo i principali filoni teologici del cristianesimo, questo essere sarebbe perfettamente assimilabile alla figura di Satana.
Satana [sà-ta-na] (ebraico: שָׂטָן, Satàn, traslitterazione del masoretico Śāṭān; greco koinè: Σατανᾶς, Satanâs; latino: Satanas; aramaico: צטנא, Ṣaṭana; arabo: ﺷﻴﻄﺎﻥ, Šayṭān) è un termine che identifica uno o più esseri astratti, dalla natura maligna, o divinità minori in molte religioni del Medio Oriente e Vicino Oriente antico. Ha le sue origini nel monoteismo ebraico e contiene antiche influenze delle religioni caldee, soprattutto dello zoroastrismo. Nelle religioni abramitiche derivate da quella ebraica, questa figura diventa l'incarnazione e/o agente del male, in contrapposizione a Dio, considerato principio del bene. Nei racconti evangelici gli vengono attribuiti da Gesù di Nazareth vari nominativi, tra cui Principe delle Tenebre e Principe di questo Mondo; L'ebraico Śāṭān fu tradotto nella Septuaginta (408) in Διάβολος (diábolos), da cui derivò il termine tardo latino diabŏlus, cioè "diavolo", che significa "colui che divide". Il Satana ebraico, cristiano e islamico presente nei testi sacri rispettivi di queste tre religioni presenta delle analogie con l'antico spirito persiano Ahreman, principio malvagio e portatore di distruzione; Ahreman è metafora e simbolo di male, dolore, perversione e disperazione che gli esseri umani provocano tra di loro, contrapposto al Dio buono della luce Ahura Mazdā. Satana viene identificato nei tempi recenti del Romanticismo europeo con il personaggio letterario di Mefistofele, antagonista del celebre Faust di Goethe.
Satanismo è un termine generale che ricopre un'ampia gamma di significati, principalmente letterari, artistici, poetici, religiosi e filosofici, che hanno come punto di riferimento la figura di Satana, inteso e rappresentato in numerosi modi, non necessariamente biblici; talvolta come un simbolo o un archetipo, altre volte come un personaggio immaginario, e ancora come un essere realmente esistente. Originariamente indicava un genere immaginativo poetico-letterario, con iconografie caratteristiche, attestato per la prima volta come fenomeno letterario nell'ambito della letteratura inglese del romanticismo nel XIX secolo; diffusosi poi in Europa, si ritrova anche in alcuni autori del romaticismo e del decadentismo come Percy Bysshe Shelley, George Gordon Byron, Oscar Wilde, Charles Baudelaire, William Blake, Giosuè Carducci, John Milton e vari altri.
Il satanismo di LaVey o satanismo laveyano, talvolta chiamato satanismo razionalista, è una visione del mondo e della vita, ufficialmente praticata dalla Chiesa di Satana. Il suo teorizzatore e fondatore fu Anton Szandor LaVey, un esoterista, scrittore e musicista statunitense, che per un periodo lavorò anche come fotografo della polizia scientifica, fondatore dell'organizzazione religiosa chiamata Chiesa di Satana. A capo dell'organizzazione si trova un "sommo sacerdote" (assistito dalla "gran sacerdotessa", che in linea con la struttura dell'organizzazione può essergli legata sentimentalmente): ovviamente fu, dal 1966 al 1997, Anton LaVey. Attualmente il successore è Peter H. Gilmore, insieme alla moglie, Peggy Nadramia. Quest'organizzazione conta ad oggi numerosi adepti, molti dei quali dicono pubblicamente di essere satanisti laveyani: per es. nel 2004 il ventiquattrenne Chris Cranmer, un tecnico militare, è stato (ufficialmente) il primo membro della Chiesa a far parte della United States Navy. La Chiesa di Satana non fa nemmeno mistero della sua esistenza, al punto che il 6 giugno 2006 ha tenuto il suo primo rituale pubblico nella città di Los Angeles.
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