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Autore principale: Ravasi, Gianfranco
Pubblicazione: Prato : Libr. Cattolica Ed., c1997
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Nella tradizione cristiana i Re magi (singolare magio) sono alcuni saggi astrologi che, secondo il Vangelo di Matteo (2,1-12), seguendo «il suo astro» giunsero da Oriente a Gerusalemme per adorare il bambino Gesù, il «re dei Giudei» che era nato. Gli storici e alcuni biblisti cristiani interpretano questo racconto evangelico come un particolare leggendario, mentre altri biblisti e il Magistero della Chiesa cattolica ne sostengono la veridicità. Il particolare ha comunque avuto una straordinaria fortuna artistica, in particolare nelle rappresentazioni della natività e del presepe. Il racconto evangelico li descrive in maniera estremamente scarna e la successiva tradizione cristiana vi ha aggiunto alcuni particolari: erano tre (sulla base dei tre doni portati, oro, incenso e mirra) e si chiamavano Melchiorre, Baldassarre e Gaspare. Nel tardo medioevo si ritenne che fossero oltre che sapienti anche dei re, venuti simbolicamente a rendere omaggio al bambino Gesù dalle tre parti del mondo allora conosciuto: Asia, Europa e Africa. Per questo motivo nelle raffigurazioni artistiche uno dei magi a volte è raffigurato con la pelle scura. Secondo la simbologia bizantina a volte sono raffigurati come le tre età dell'uomo: il giovane, l'uomo maturo e l'anziano.
Per nomi di Dio nella Bibbia si intendono i vari appellativi ed espressioni utilizzati nella Bibbia e nella tradizione ebraica per riferirsi a Dio.
La divinazione è la capacità di ottenere informazioni, ritenute inaccessibili, da fonti soprannaturali; tale pratica si esprime spesso attraverso un rituale, solitamente in un contesto religioso, e può basarsi sull'interpretazione di segni, eventi, simboli o presagi oppure manifestarsi attraverso una rivelazione. Ci sono sia pratiche di predizione del futuro di una persona, più quotidiane e a titolo individuale, sia pratiche con caratteristiche formali e sociali. Un sinonimo di divinazione è mantica, che però si riferisce perlopiù alle pratiche con le quali si giunge alla divinazione; inoltre nonostante in origine mantica (dal greco antico: μαντεία, manteía, «oracolo, divinazione») sia collegata alla religione e al soprannaturale, la moderna teoria occultistica delle mantiche non implica necessariamente che siano coinvolte entità divine. Chi pratica la divinazione è chiamato generalmente indovino o vate, ma va tenuto presente che ogni arte divinatoria ha il suo termine particolare per indicare la persona che interpreta i segni o riceve la rivelazione. Chi si rivolge a un indovino generalmente è chiamato consultante, specialmente quando lo fa a scopo personale. Come fenomeno culturale, la divinazione è stata osservata dagli antropologi in molte religioni e culture, in tutte le epoche fino ai giorni nostri. Ogni cultura e religione ha sviluppato i propri metodi di divinazione. Il Cristianesimo e l'Islam le escludono totalmente. L'Induismo ammette diverse forme di divinazione, che sono codificate nei Vedānta. Ciò che distingue le predizioni divinatorie dalle previsioni scientifiche è l'assenza di una causalità dimostrabile tra il segno interpretato e il risultato previsto, un legame che i sostenitori suppongono esistere a livello mistico (intuitivo-religioso). Per questo motivo la divinazione, in varie epoche e culture, è stata talvolta considerata una forma di superstizione e oggi la comunità scettica scientifica occidentale la considera, in alcune sue forme, una pseudoscienza.
La Bibbia CEI (titolo completo: La sacra Bibbia) è la traduzione italiana cattolica ufficiale della Bibbia, a cura della CEI, la Conferenza Episcopale Italiana.
Con Simbolismo numerico nella Bibbia si intende l'uso biblico di un numero per indicare una realtà non-numerica; perlopiù una significativa caratteristica qualitativa di realtà umane, intervalli temporali o di Dio stesso. La Bibbia usa moltissimo i numeri, oltre che per la quantità che indicano, anche in un senso simbolico. I libri della Bibbia di tipo apocalittico usano il simbolismo numerico in modo più evidente, ma il simbolismo numerico pervade tutta la sacra scrittura. L'uso qualitativo dei numeri è attestato in moltissimi popoli antichi, segnando l'origine culturale di un linguaggio simbolico che è facilmente riconoscibile anche nella Bibbia. L'uso biblico è spesso affine alla tradizione mesopotamica e di altri popoli dell'Antico Vicino Oriente (per esempio Ugarit), ma alcuni numeri possono essere interpretati in accordo a tradizioni numerologiche successive testimoniate anche nel mondo ellenistico, dove, però, venne elaborata anche una certa mistica del numero, cadendo in certi casi in una forma sterile di idolatria simbolica e nel suo utilizzo a scopo di interpretazione (isopsefia) e di profezia (aritmomanzia). Il numero in quanto tale è esso stesso un simbolo per indicare una quantità. In questa accezione si possono consultare le voci: numero e storia dei numeri.
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