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Autore principale: Gerbore, Pietro
Pubblicazione: Firenze : Le lettere, 2013
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Fa parte di: Nuova storia contemporanea : bimestrale di ricerche e studi storici e politici sull'età contemporanea
Michele I di Romania, nato Michele di Hohenzollern-Sigmaringen (Sinaia, 25 ottobre 1921 – Aubonne, 5 dicembre 2017), regnò come re di Romania (in rumeno: Majestatea/Maiestatea Sa Mihai I Regele Românilor, "Sua Maestà Michele I, il Re dei Romeni") dal 20 luglio 1927 all'8 giugno 1930 e ancora dal 6 settembre 1940 fino alla sua deposizione da parte dei comunisti il 30 dicembre 1947. Poco dopo la nascita di Michele, suo padre, il Principe Carlo, fu coinvolto in una relazione controversa con Magda Lupescu. Nel 1925 Carlo fu infine costretto a rinunciare ai suoi diritti sul trono e si trasferì a Parigi in esilio con Lupescu. Nel 1927, Michele salì al trono come Mihai I, in seguito alla morte di suo nonno, Ferdinando I. Poiché era ancora minorenne, fu istituito un consiglio di reggenza che comprendeva suo zio, il principe Nicola; il Patriarca Miron Cristea; e il presidente della Corte Suprema, Gheorghe Buzdugan. Il consiglio si rivelò inefficace e nel 1930 Carlo tornò in Romania e sostituì suo figlio come re, regnando come Carlo II. Di conseguenza, Michele tornò a essere l'erede al trono e ricevette il titolo aggiuntivo di Grand Voievod di Alba-Iulia. Carlo II fu deposto nel 1940 e Michele divenne di nuovo re. Sotto il governo guidato dal dittatore militare Ion Antonescu, la Romania si allineò con la Germania nazista. Nel 1944, Michele partecipò a un colpo di stato contro Antonescu, nominò Constantin Sănătescu come suo sostituto, e successivamente dichiarò un'alleanza con gli Alleati. Nel marzo 1945, le pressioni politiche costrinsero Michele a nominare un governo filo-sovietico guidato da Petru Groza. Dall'agosto 1945 al gennaio 1946, Michele intraprese uno "sciopero reale" e tentò senza successo di opporsi al governo controllato dal comunista Groza, rifiutando di firmare e approvare i suoi decreti. A novembre del 1947, Michele si recò nel Regno Unito per partecipare al matrimonio dei suoi cugini, la futura regina Elisabetta II del Regno Unito e il principe Filippo di Grecia a Londra. Poco dopo, la mattina del 30 dicembre 1947, Groza richiese un incontro con Michele, che fu costretto a firmare un atto di abdicazione. Michele fu costretto all'esilio, le sue proprietà confiscate e fu privato della cittadinanza romena. Sposò la principessa Anna di Borbone-Parma nel 1948 con la quale ebbe cinque figlie e infine si stabilì in Svizzera. La dittatura comunista di Nicolae Ceaușescu fu rovesciata nel 1989 e l'anno seguente Michele tentò di tornare in Romania, solo per essere arrestato e costretto a partire. Nel 1992, a Michele fu permesso di visitare la Romania per Pasqua. Fu accolto da una folla enorme; un discorso che pronunciò dalla sua finestra di un hotel attirò circa un milione di persone a Bucarest. Allarmato dalla popolarità di Michele, il governo rifiutò di permettergli ulteriori visite. Nel 1997, dopo la sconfitta di Ion Iliescu da parte di Emil Constantinescu nelle elezioni presidenziali dell'anno precedente, la cittadinanza di Michele fu ripristinata e gli fu permesso di visitare nuovamente la Romania. Diverse proprietà confiscate vennero infine restituite alla sua famiglia. In occasione dei 90 anni di età, il 25 ottobre 2011, Michele tenne un discorso davanti alle camere riunite del Parlamento rumeno. A marzo 2016 ha fatto sapere di essere affetto da tumore della pelle (che si era aggiunto a una leucemia cronica) e annunciato il suo ritiro dalla vita pubblica.
La seconda guerra mondiale vide contrapporsi, tra il 1939 e il 1945, le cosiddette potenze dell'Asse e gli Alleati che, come già accaduto ai belligeranti della prima guerra mondiale, si combatterono su gran parte del pianeta; il conflitto ebbe inizio il 1º settembre 1939 con l'attacco della Germania nazista alla Polonia e terminò, nel teatro europeo, l'8 maggio 1945 con la resa tedesca e, in quello asiatico, il successivo 2 settembre con la resa dell'Impero giapponese dopo i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. Considerato il più grande conflitto armato della storia, costò all'umanità sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri, con una stima totale di morti che oscilla tra i 55 e i 60 milioni di individui; le popolazioni civili si trovarono coinvolte nelle operazioni in una misura sino ad allora sconosciuta, e furono anzi bersaglio dichiarato di bombardamenti, rappresaglie, persecuzioni, deportazioni e stermini. In particolare, il Terzo Reich portò avanti con metodi ingegneristici l'Olocausto per annientare, tra gli altri, le popolazioni di origine o etnia ebraica, perseguendo anche una politica di riorganizzazione etnico-politica dell'Europa centro-orientale che prevedeva la distruzione o deportazione di intere popolazioni slave, degli zingari e di tutti coloro che il regime nazista riteneva "indesiderabili" o nemici della razza ariana. Al termine della guerra, l'Europa, ridotta a un cumulo di macerie, completò il processo di involuzione iniziato con la prima guerra mondiale e perse definitivamente il primato politico-economico mondiale, che fu assunto in buona parte dagli Stati Uniti d'America. Ad essi si contrappose l'Unione Sovietica, l'altra grande superpotenza forgiata dal conflitto, in un teso equilibrio geopolitico internazionale che fu definito poi guerra fredda. Le immani distruzioni della guerra portarono alla nascita dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), avvenuta al termine della Conferenza di San Francisco il 26 giugno 1945.
L'occupazione sovietica della Bessarabia e della Bucovina settentrionale avvenne tra il 28 giugno e il 4 luglio 1940 a seguito dell'ultimatum dato dall'Unione Sovietica alla Romania il 26 giugno 1940 minacciando l'uso della forza. La Bessarabia faceva parte del Regno di Romania dal tempo della guerra civile russa, la Bucovina dalla dissoluzione dell'Austria-Ungheria, mentre Herța era un distretto del vecchio regno di Romania. Le regioni, con una superficie totale di 50 762 chilometri quadri (19 599 mi²) ed una popolazione di 3.776.309 abitanti, vennero successivamente incorporate nell'Unione Sovietica. Il 26 ottobre 1940, anche sei isole rumene situate sul ramo di Chilia del Danubio, con un'area di 23,75 chilometri quadri (9,17 mi²), vennero occupate dall'esercito sovietico.L'Unione Sovietica aveva pianificato di realizzare l'annessione con un'invasione su vasta scala ma il governo rumeno, rispondendo a un ultimatum sovietico consegnato il 26 giugno, accettò di ritirarsi dai territori pur di evitare un conflitto militare. Mentre l'uso della forza era stato reso illegale dalla Convenzione per la definizione di aggressione nel luglio 1933, da un punto di vista legale internazionale il nuovo status dei territori annessi era infine basato su un accordo formale attraverso il quale la Romania acconsentì alla retrocessione della Bessarabia e alla cessione della Bucovina settentrionale. Poiché non venne menzionato nell'ultimatum, l'annessione del distretto di Herța non venne acconsentita dalla Romania e lo stesso vale per la successiva occupazione sovietica delle isole del Danubio. La Germania nazista, che aveva riconosciuto l'influenza sovietica in Bessarabia nel protocollo segreto del patto Molotov-Ribbentrop del 1939, venne messa al corrente prima dell'ultimatum previsto il 24 giugno, ma non informò le autorità rumene, né era disposta a fornire supporto. La caduta della Francia, un garante delle frontiere della Romania, il 22 giugno, viene considerato un fattore importante nella decisione sovietica di rilasciare l'ultimatum.Il 2 agosto 1940 venne proclamata la Repubblica Socialista Sovietica Moldava, che comprese la maggior parte della Bessarabia, e la Repubblica Socialista Sovietica Autonoma Moldava, una repubblica autonoma della Repubblica socialista sovietica ucraina situata sulla riva sinistra del Dniester (ora stato separatista della Transnistria). Il Territorio di Herța e le regioni abitate dalle minoranze slave (Bucovina settentrionale, Bessarabia settentrionale e meridionale) vennero incluse nella RSS Ucraina. L'amministrazione sovietica venne caratterizzata da una serie di campagne di persecuzione politica, arresti, deportazioni nei campi di lavoro ed esecuzioni. Nel luglio 1941 le truppe tedesco-rumene riconquistarono la Bessarabia, la Bucovina settentrionale ed Herța durante l'operazione Barbarossa: venne istituita un'amministrazione militare e la popolazione ebraica della regione venne o giustiziata sul posto o deportata in Transnistria, dove vennero uccisi altri ebrei. Nell'agosto 1944, durante l'offensiva Iași-Chișinău, lo sforzo bellico dell'Asse sul fronte orientale crollò. Il colpo di stato di re Michele del 23 agosto 1944 fece sì che l'esercito rumeno cessasse di resistere all'avanzata sovietica e si unisse alla lotta contro la Germania. Le forze sovietiche avanzarono dalla Bessarabia in Romania, catturando gran parte del suo esercito permanente come prigionieri di guerra e occupando il paese. Il 12 settembre 1944 La Romania firmò l'armistizio di Mosca con gli Alleati. L'armistizio, così come il successivo trattato di pace del 1947, confermarono il confine sovietico-rumeno com'era il 1º gennaio 1941.La Bessarabia, la Bucovina settentrionale ed Herța rimasero parte dell'Unione Sovietica fino alla sua dissoluzione nel 1991, quando entrarono a far parte dei nuovi stati indipendenti di Moldavia e Ucraina. Nella sua dichiarazione di indipendenza del 27 agosto 1991, il governo moldavo condannò la creazione della RSS Moldava, dichiarando che non aveva alcun fondamento giuridico.
La classe Aquila di esploratori leggeri della Regia Marina era costituita da quattro unità inizialmente costruite per la Marina della Romania nei cantieri Pattison di Napoli. Queste unità ebbero una storia complessa, avendo successivamente servito sotto diverse bandiere e due di esse combatterono in entrambe le guerre mondiali.
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