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Autore principale: Cooperativa centro di documentazione, Pistoia
Pubblicazione: Pistoia : Cooperativa Centro di Documentazione, 1981
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
I Monti Sibillini sono il quarto massiccio montuoso per altezza dell'Appennino continentale (dopo Gran Sasso, Maiella e Velino-Sirente), posto nell'Appennino umbro-marchigiano, lungo lo spartiacque primario dell'Appennino centrale, a cavallo tra Marche e Umbria, tra le province di Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Perugia, al cui interno è istituito l'omonimo Parco nazionale dei Monti Sibillini. Con una lunghezza da nord a sud di circa 40 km, costituiti prevalentemente da rocce calcaree, formatesi sui fondali di mari caldi, presentano numerose cime che superano i 2.000 m di altitudine, come la maggiore del gruppo, il monte Vettore (2.476 m s.l.m.), il pizzo della Regina (o monte Priora), il monte Bove e il monte Sibilla.
La Cima del Redentore (2.448 m s.l.m.) è una delle cime più elevate dei monti Sibillini (gruppo del monte Vettore), nonché la cima più alta dell'Umbria, trovandosi esattamente al confine fra le regioni Umbria e Marche.
Le Lame Rosse sono una stratificazione di roccia nel complesso dei Monti Sibillini, precisamente degli strati di roccia privi della loro parte superficiale. Per questo motivo il substrato di ferro è in vista. Gli agenti climatici infatti, attraverso una lenta erosione lunga milioni di anni, hanno causato la perdita della parte calcarea della montagna che si è frantumata e depositata sul terreno andando a creare un lungo ghiaione.
Gli Appennini sono il sistema montuoso lungo circa 1 200 km che si distende dalla zona settentrionale fino a quella meridionale dell'Italia, disegnando un arco con la parte concava a sudovest. Insieme alle Alpi, caratterizzano il rilievo e il paesaggio di gran parte del paese, interessando ben quindici regioni: quattro della sua parte continentale, tutte le regioni della penisola nonché, secondo talune fonti, la parte settentrionale della Sicilia. Per questi motivi sono spesso chiamati "spina dorsale della penisola italiana".
Il monte Igno è un rilievo dell'Appennino umbro-marchigiano, situato nel comune di Sefro non lontano dal confine con l'Umbria. Domina la campagna camerte, ma trovandosi a nord del Chienti non appartiene alla sottocatena dei Sibillini, che iniziano appunto a sud del suddetto corso d'acqua. Il dislivello di 750 m tra le pendici ove è situata la frazione di Gelagna Alta e la sommità offre una varietà di vegetazione e paesaggio ampia e interessante. Nelle giornate di anticiclone dalla sua sommità verso nord lo sguardo spazia sulle valli dei fiumi Esino e Potenza, arrivando a scorgere il Monte San Vicino, mentre verso sud, oltre la Valdichienti, sono distinguibili i monti Sibillini, che non sono molto distanti. Verso occidente si possono ammirare gli altopiani di Colfiorito e nelle giornate limpide il monte Subasio. Volgendo lo sguardo ad est, si scorge buona parte dell'Adriatico centrale.
I Monti Sibillini sono il quarto massiccio montuoso per altezza dell'Appennino continentale (dopo Gran Sasso, Maiella e Velino-Sirente), posto nell'Appennino umbro-marchigiano, lungo lo spartiacque primario dell'Appennino centrale, a cavallo tra Marche e Umbria, tra le province di Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Perugia, al cui interno è istituito l'omonimo Parco nazionale dei Monti Sibillini. Con una lunghezza da nord a sud di circa 40 km, costituiti prevalentemente da rocce calcaree, formatesi sui fondali di mari caldi, presentano numerose cime che superano i 2.000 m di altitudine, come la maggiore del gruppo, il monte Vettore (2.476 m s.l.m.), il pizzo della Regina (o monte Priora), il monte Bove e il monte Sibilla.
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Record aggiornato il: 2023-10-10T01:13:10.695Z