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Pubblicazione: Arezzo : Bellotti, 1832
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
Il conte di Montecristo (titolo orig. Le Comte de Monte-Cristo) è un romanzo di Alexandre Dumas, scritto in collaborazione con Auguste Maquet, la cui pubblicazione a puntate iniziò nel 1844. È parzialmente ispirato a fatti reali, presi a prestito dalla biografia di Pierre Picaud. Il libro racconta come, al debutto del regno di Luigi XVIII, il 24 febbraio 1815, il giorno in cui Napoleone Bonaparte abbandona l'isola d'Elba, Edmond Dantès, un giovane marinaio di diciannove anni, primo ufficiale di bordo della nave commerciale Le Pharaon, sbarca a Marsiglia per fidanzarsi il giorno successivo con Mercedes, una bella donna catalana. Tradito da amici gelosi, egli è denunciato come cospiratore "bonapartista" e rinchiuso in una cella del Castello d'If, a largo di Marsiglia. Dopo quattordici anni, prima ridotto alla solitudine e alla più nera disperazione e poi rigenerato e istruito in segreto da un compagno di prigionia, l'abate Faria, Dantès riesce a evadere: prende possesso d'un tesoro nascosto sull'isola di Montecristo, del quale l'abate, prima di morire, gli aveva rivelato l'esistenza. Ormai ricco e potente, Dantès si fa passare per diversi personaggi: l'abate Busoni, Lord Wilmore e, infine, il conte di Montecristo. Attraverso queste tre identità, il protagonista consuma metodicamente la propria vendetta, ripagando i propri nemici - quelli che lo hanno accusato a torto e fatto imprigionare - della loro stessa moneta, intromettendosi nelle loro vite, fingendosi amico e distruggendole dall'interno, come in una sorta di contrappasso dantesco. Mentre garantisce la felicità e la libertà a quei pochi che gli son restati fedeli.Questo romanzo è, assieme a I tre moschettieri, una delle due opere più conosciute di Dumas, sia in Francia che in Italia e nel mondo. Fu prima pubblicato in feuilleton sul Journal des débats dal 28 agosto al 19 ottobre 1844 (1ª parte), dal 31 ottobre al 26 novembre 1844 (2ª parte), poi dal 20 giugno 1845 al 15 gennaio 1846 (3ª parte). La storia è ambientata tra l'Italia, la Francia e alcune isole del Mar Mediterraneo, durante gli anni tra il 1815 ed il 1838 (dall'esordio del regno di Luigi XVIII di Borbone al regno di Luigi Filippo d'Orléans). Romanzo dalla forte valenza emotiva, oltre che affresco della storia francese ed europea del XIX secolo, negli ultimi 170 anni non ha mai smesso di appassionare e avvincere i lettori.
Camillo Paolo Filippo Giulio Benso, conte di Cavour, di Cellarengo e di Isolabella, noto semplicemente come conte di Cavour o Cavour (Torino, 10 agosto 1810 – Torino, 6 giugno 1861), è stato un politico, patriota e imprenditore italiano. Fu ministro del Regno di Sardegna dal 1850 al 1852, presidente del Consiglio dei ministri dal 1852 al 1859 e dal 1860 al 1861. Nello stesso 1861, con la proclamazione del Regno d'Italia, divenne il primo presidente del Consiglio dei ministri del nuovo Stato e morì ricoprendo tale carica. Fu protagonista del Risorgimento come sostenitore delle idee liberali, del progresso civile ed economico, dell'anticlericalismo, dei movimenti nazionali e dell'espansionismo del Regno di Sardegna ai danni dell'Austria e degli stati italiani preunitari. In economia promosse il libero scambio, i grandi investimenti industriali (soprattutto in campo ferroviario) e la cooperazione fra pubblico e privato. In politica sostenne la promulgazione e la difesa dello Statuto albertino. Capo della cosiddetta Destra storica, siglò un accordo (Connubio) con la Sinistra con la quale realizzò diverse riforme. Contrastò apertamente le idee repubblicane di Giuseppe Mazzini e spesso si trovò in urto con Giuseppe Garibaldi, della cui azione temeva il potenziale rivoluzionario. In politica estera coltivò con abilità l'alleanza con la Francia grazie alla quale, con la seconda guerra di indipendenza, ottenne l'espansione territoriale del Regno di Sardegna in Lombardia. Riuscì a gestire gli eventi politici (sommosse nel Granducato di Toscana, nei ducati di Modena e Parma e nel Regno delle Due Sicilie) che assieme all'impresa dei Mille portarono alla formazione del Regno d'Italia.
Il conte Attilio è uno dei personaggi del romanzo di Alessandro Manzoni I Promessi Sposi; cugino di don Rodrigo, aiuta questo nel suo infame obiettivo, ovvero quello di catturare Lucia Mondella. Nobile ozioso che, al pari del cugino, vive di rendita e passa le giornate tra sciocche dispute cavalleresche e comportamenti frivoli, si può dire che sia lui a mettere in moto le vicende narrate nel libro: il "capriccio" di don Rodrigo di far sua la giovane Lucia nasce da una scommessa partita proprio dal conte Attilio. Nel corso delle vicende del romanzo si attiverà per portare a compimento il malvagio piano, andando, ad esempio, a Milano a chiedere aiuto al potente conte zio perché impedisca a padre Cristoforo di interferire con la scommessa. Nelle fasi finali del romanzo, il conte Attilio morirà di peste; in occasione del suo funerale, don Rodrigo contrarrà lo stesso fatale morbo. Luigi Russo lo definisce "un virtuoso della malizia e un manesco senza rimorsi" che non brilla per scaltrezza e diplomazia: durante il banchetto nel palazzotto di don Rodrigo (cap. V), egli rischia di compromettere, con il fervore della sua discussione, i rapporti con il podestà, asserendo, contro ogni regola, che è possibile bastonare il portatore di una sfida (celebri le sue espressioni "violabile, violabilissimo, bastonabile, bastonabilissimo") o che la carestia che imperversa a Milano sarebbe risolvibile impiccando alcuni fornai. È anche vile giacché, essendo scoppiato il tumulto popolare di San Martino per la scarsità del pane, rinvia il suo ritorno in città per evitare che qualcuno gli faccia del male: "Questo [il conte Attilio], secondo i suoi primi disegni, avrebbe dovuto a quell'ora trovarsi già in Milano; ma, alle prime notizie del tumulto, e della canaglia che girava per le strade, in tutt'altra attitudine che di ricever bastonate, aveva creduto bene di trattenersi in campagna, fino a cose quiete. Tanto più che, avendo offeso molti, aveva qualche ragion di temere che alcuno de' tanti, che solo per impotenza stavano cheti, non prendesse animo dalle circostanze, e giudicasse il momento buono da far le vendette di tutti." (cap. XVIII)
Elena Bonetti (Asola, 12 aprile 1974) è una politica italiana, dal 5 settembre 2019 al 14 gennaio 2021 è stata ministro per le pari opportunità e la famiglia nel Governo Conte II.
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