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Autore principale: Tassone, Catia
Pubblicazione: Pisa : Campanila, c2005
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Caterina Maria Romula di Lorenzo de' Medici, nota semplicemente come Caterina de' Medici (Firenze, 13 aprile 1519 – Blois, 5 gennaio 1589), fu regina consorte di Francia, come moglie di Enrico II, dal 1547 al 1559, reggente dal 1560 al 1563. Nota come «la regina madre» per aver generato tre sovrani di Francia (Francesco II, Carlo IX, Enrico III), ebbe una grande e duratura influenza nella vita politica dello Stato.Il suo nome è legato alle guerre di religione che si combatterono in Francia negli anni del suo regno. Una sorta di leggenda nera che l'ha perseguitata da tempo immemorabile ne ha fatto una persona austera, vendicativa, attaccata al potere e persino malvagia, pronta a qualunque espediente pur di raggiungere i suoi scopi, secondo i dettami de Il Principe, che Niccolò Machiavelli aveva dedicato al padre. Nella moderna storiografia Caterina de' Medici viene considerata piuttosto una delle maggiori sovrane di Francia, sostenitrice della tolleranza civile, che, pur compiendo diversi errori di valutazione, tentò di seguire una politica di conciliazione con l'aiuto dei propri consiglieri, animata in primo luogo dal desiderio di assicurare la continuazione della dinastia Valois.Il suo ruolo nel massacro della notte di san Bartolomeo, tuttavia, contribuisce ancora oggi a farne un personaggio controverso.
Caterina Sforza (Milano, 1463 circa – Firenze, 28 maggio 1509) fu signora di Imola e contessa di Forlì, prima con il marito Girolamo Riario, poi come reggente per il figlio primogenito Ottaviano Riario. Figlia illegittima (poi legittimata) del duca Galeazzo Maria Sforza e dell'amante Lucrezia Landriani, Caterina crebbe nella raffinata corte di Milano. Si distinse fin da giovane per le azioni coraggiose e temerarie che mise in atto per salvaguardare da chiunque i propri titoli e onori, così come i propri possedimenti, quando i suoi Stati vennero coinvolti negli antagonismi politici. Nella vita privata si dedicò a svariate attività, fra le quali primeggiarono gli esperimenti di alchimia e la passione per la caccia e la danza. Negli affetti familiari fu un'attenta e amorevole educatrice per i suoi numerosi figli, dei quali solo l'ultimo, il famoso capitano di ventura Giovanni delle Bande Nere (nato Ludovico de' Medici), ereditò dalla madre la forte personalità. Fu piegata, dopo un'eroica resistenza, dalla furia conquistatrice di Cesare Borgia. Imprigionata a Roma, dopo aver riacquistato la libertà, condusse una vita ritirata a Firenze. Negli ultimi anni della sua vita confidò a un frate: «Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo».
Il ciclone è un film del 1996 diretto e interpretato da Leonardo Pieraccioni.
La sesta stagione di Un medico in famiglia è andata in onda in prima visione su Rai 1 dal 20 settembre al 23 novembre 2009. Nel cast dei grandi ritorni: Giulio Scarpati nel ruolo del dottor Lele Martini, Pietro Sermonti nel ruolo del dottor Guido Zanin ed Ugo Dighero nel ruolo di Giulio Pittaluga. Confermato il resto del cast, anche se Lunetta Savino interpreta il personaggio di Cettina solo in alcuni episodi, Francesco Salvi esce di scena e Lino Banfi e Milena Vukotic interpretano rispettivamente Nonno Libero e Nonna Enrica solamente in 12 episodi su 26 (nella prima, quarta, sesta, settima, decima e tredicesima puntata, più la quinta per Enrica). C'è anche una novità di tipo tecnico: in questa stagione cambia la frequenza dei fotogrammi delle immagini. Dopo le prime cinque stagioni riprese a 25 fotogrammi al secondo interlacciati (qualità televisiva nel sistema PAL), questa sarà la prima stagione ad essere ripresa in 24p (scansione tipicamente cinematografica). Tra le new entry del cast: Gabriele Cirilli (è Dante Piccione, il fidanzato della colf Melina), Francesca Cavallin (che interpreta Bianca, la sorella di Giulio), Caterina Misasi (nei panni di Fanny, una dottoressa che perderà la testa per Lele) ed Emanuela Grimalda (nei panni della madre di Guido). Assenti invece Kabir Bedi (Nonno Kabir) e il suo nucleo familiare (di cui non si sa più nulla) con Shivani Ghai e David Sebasti, così come Alberto Foschi (Manuele Labate) e Rebby (Carlotta Aggravi), entrambi a Milano a cercare lavoro. La regia è di Tiziana Aristarco ed Elisabetta Marchetti. Sono assenti inoltre Mariano e Fausto (rispettivamente interpretati da Vincenzo Crocitti e Pino Ferrara), eliminati dalla serie a causa della morte degli attori che li interpretavano, ma tuttavia non si sa nulla sul motivo per cui i due personaggi non ci siano più. L'assenza di Mariano potrebbe essere giustificata dal suo matrimonio con Luz e quindi il loro trasferimento in Brasile. Non si sa nulla nemmeno di Jonis (Jonis Bascir). Inoltre la sigla iniziale del programma cambia sostituendo la precedente Ai Ai Ai che diventa da questa stagione in poi (in alcuni episodi) la sigla finale. Cast fisso: Giulio Scarpati (Lele Martini), Margot Sikabonyi (Maria), Pietro Sermonti (Guido Zanin), Francesca Cavallin (Bianca), Ugo Dighero (Giulio Pittaluga), Paolo Sassanelli (Oscar Nobili), Michael Cadeddu (Ciccio Martini), Eleonora Cadeddu (Annuccia), Beatrice Fazi (Melina), Gabriele Cirilli (Dante Piccione), Rosanna Banfi (Tea), Paola Minaccioni (Maura), Alessandro Bertolucci (Max Cavilli), Milena Vukotic (Enrica). Ricorrenti: Lino Banfi (Libero Martini), Anita Zagaria (Nilde), Alessandro D'Ambrosi (Davide Orsini), Caterina Misasi (Fanny), Emanuela Grimalda (Ave), Lunetta Savino (Cettina).
Carlo Pietro Ulrico di Holstein-Gottorp, successivamente Pietro III di Russia, Пётр III Фёдорович /pʲɵtr ˈtrʲetʲɪɪ̯ ˈfʲɵdərəvʲɪt͡ɕ/ (Kiel, 21 febbraio 1728 – Ropša, 17 luglio 1762), è stato zar di Russia per sei mesi, nel 1762. Figlio di Anna Petrovna Romanova, a sua volta figlia dello zar Pietro I e di Caterina I di Russia, e del duca Carlo Federico di Holstein-Gottorp, fu chiamato in Russia dall'imperatrice Elisabetta, sorella di sua madre, proclamato suo erede (1742), e fatto sposare (1745) a Sofia Augusta Federica di Anhalt-Zerbst (la futura Caterina II). Ammiratore del militarismo prussiano e tenacemente attaccato al Luteranesimo, rimase sempre estraneo alla Russia e alla società russa: una politica estera poco attenta agli interessi russi, la riforma in senso prussiano dell'esercito, e soprattutto il suo carattere, gli inimicarono la guardia imperiale e la moglie, Caterina II di Russia, pochi mesi dopo l'insediamento lo estromise dal potere facendolo imprigionare.
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