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Autore principale: Lanari, Alessio
Pubblicazione: Cortona : Calosci, 1979
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
La mosca dell'olivo, detta anche mosca delle olive o mosca olearia (Bactrocera oleae (Rossi, 1790)), è un insetto appartenente alla sottofamiglia dei Dacinae Munro, 1984. (Diptera Brachycera Schizophora Acalyptratae Tephritidae). È una specie carpofaga, la cui larva è una minatrice della drupa dell'olivo. È considerata l'avversità più grave a carico dell'olivo.
La tignola dell'olivo (Prays oleae Bernard, 1788) è un lepidottero appartenente alla famiglia Praydidae. Specie fitofaga associata all'olivo, rappresenta una delle più importanti avversità di questa coltivazione.
Il dimetoato o dimethoate è un insetticida della classe dei fosforganici. È un prodotto largamente impiegato come insetticida di contatto contro diversi raggruppamenti di insetti fitofagi, ma in particolare ha trovato tradizionalmente impiego nella protezione dell'olivo e dei fruttiferi contro le larve carpofaghe, in particolare quelle dei Ditteri Tefritidi. Il diffuso impiego di questo prodotto, talora eccessivo, ha portato in passato ad una revisione restrittiva degli ambiti d'impiego (ad esempio, la revoca delle autorizzazioni per l'impiego in frutticoltura, con alcune eccezioni) e nel prossimo futuro si prevedono per l'Italia ulteriori provvedimenti restrittivi, che coinvolgeranno la stessa olivicoltura.
La cultivar di olivo, pur essendo conosciuto fin dall'antichità, è sempre stato considerato, contrariamente alla vite, una coltura marginale in grado di offrire una produzione anche in condizioni difficili, pertanto degna di poche cure. Il panorama varietale dell'olivicoltura è un settore di studio in piena evoluzione. Nelle zone ad alta vocazione olivicola l'olivo è stato propagato da secoli utilizzando l'innesto sull'olivastro o su semenzali nati spontaneamente o mettendo a dimora piante ottenute dagli ovoli della ceppaia, impiegando nella generalità dei casi materiale di propagazione di provenienza locale e probabilmente ottenuto da una lenta selezione massale. Questa tradizione ha creato un grande patrimonio genetico costituito da un numero imprecisato di ecotipi, cioè di tipi genetici strettamente associati ad un'area geografica. La selezione all'interno degli ecotipi ha portato alla costituzione di vere e proprie cultivar che, nella generalità dei casi, mantengono ancora un'identità strettamente associata ad un territorio (comprensorio, provincia, regione). Sono poche le cultivar che hanno una diffusione su areali più vasti, grazie soprattutto ad una notevole crescita del settore vivaistico in olivicoltura a partire dagli anni 1970. Per questi motivi le conoscenze relative al patrimonio genetico in olivicoltura sono ancora polverizzate, al punto che una stessa cultivar può avere talvolta denominazioni diverse secondo la provincia o il comprensorio.
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Record aggiornato il: 2025-09-14T02:39:48.906Z