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Autore principale: Ciano, Cesare
Pubblicazione: Pisa : ETS, 1985
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
L'Insigne sacro e militare ordine di Santo Stefano papa e martire è un ordine religioso cavalleresco di fondazione pontificia (Bolla His quae del 1º febbraio 1562 di Pio IV), con doppia personalità giuridica, cioè canonica (attualmente Associazione pubblica di fedeli di fondazione pontificia) e civile. Fu di collazione della casa granducale di Toscana, così come l'Ordine del Merito sotto il titolo di San Giuseppe e l'Ordine del merito civile e militare.
Grotte Santo Stefano è una frazione del comune di Viterbo. Si trova a circa 16 km dal capoluogo dell'alta Tuscia, percorrendo la strada Teverina, verso la valle del Tevere. È servita dalla omonima stazione della Ferrovia Viterbo-Attigliano. Fino al 2 gennaio 1927 era un comune della provincia di Roma. Con la riforma delle province attuata da Benito Mussolini, a partire dall'anno successivo fu aggregato a Viterbo assieme ai territori di Bagnaia, San Martino al Cimino e in seguito (dal 1946, D.L.del Capo Provvisorio dello Stato 20 settembre 1946 n. 287) Roccalvecce. All'epoca, in disputa con Viterbo per l'elevazione al rango di Provincia era Civitavecchia che perse l'opportunità, proprio perché Viterbo riuscì con le aggregazioni di altri comuni ad incrementare il proprio territorio e il numero degli abitanti. Gli abitanti nel 1974 e 1985 tentarono di ricostituire il Comune autonomo, ma i tentativi non ebbero gli esiti sperati e, pur restando a 16 km di distanza da Viterbo e con una popolazione di circa 3.800 abitanti con origini e tradizioni diverse, Grotte Santo Stefano resta praticamente un "quartiere decentrato" di Viterbo.
La Repubblica di Santo Stefano fu una colonia collettiva ed autonoma, durata poche settimane, istituita da un gruppo di camorristi, reclusi nel penitenziario dell'isola di Santo Stefano, che presero il potere dopo una violenta rivolta ivi avvenuta nell'ottobre del 1860.
L'Insigne sacro e militare ordine di Santo Stefano papa e martire è un ordine religioso cavalleresco di fondazione pontificia (Bolla His quae del 1º febbraio 1562 di Pio IV), con doppia personalità giuridica, cioè canonica (attualmente Associazione pubblica di fedeli di fondazione pontificia) e civile. Fu di collazione della casa granducale di Toscana, così come l'Ordine del Merito sotto il titolo di San Giuseppe e l'Ordine del merito civile e militare.
Le prerogative degli ordini cavallereschi sono dei requisiti fondamentali di un ordine cavalleresco. La vasta letteratura e la consolidata dottrina, interprete della tradizione cavalleresca e delle norme giuridiche degli ordinamenti statuali o nobiliari che hanno avuto o hanno tuttora vigore, consentono di affermare che possono essere propriamente definiti "Ordini Cavallereschi" quelli creati dal Papa o da monarchi cattolici con l'autorizzazione o la protezione del Pontefice. Nel senso si sono costantemente espressi autorevoli e noti studiosi quali Licurgo Cappelletti, Giacomo Carlo Bascapè, Luigi Cibrario, Goffredo di Crollalanza, R. Cuomo, A. Pecchioli, Luciano Pelliccioni Poli, A. Spada, A. Pezzana, Domenico Libertini, Alessandro Gentili, Umberto Lorenzetti e Cristina Belli Montanari, Ph. Puy de Clinchamps, D. Visieux, Franco Cuomo. [1] Tutti i consessi comunque denominati che non discendono dalla Fons honorum papale (come gli ordini delle Repubbliche o delle monarchie non cattoliche) non sono pertanto che ordini di merito ed i titoli o gradi in essi conferiti sono semplici distinzioni onorifiche. In questo senso sono quindi ordini cavallereschi gli Ordini equestri pontifici, il Sovrano Militare Ordine di Malta (la cui denominazione storica era Ordine ospitaliero e militare di San Giovanni di Gerusalemme, detto poi di Rodi e infine di Malta), l'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; tra gli altri, legati a Case sovrane o già sovrane, il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, l'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, l'Ordine Supremo della Santissima Annunziata.
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