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Edizione: 4. ed. ampliata e aggiornata
Pubblicazione: Firenze : Primavera, 1993!
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La Tanzania (AFI: /tanʣaˈnia/ o /tanˈʣanja/), formalmente Repubblica Unita di Tanzania (in swahili Jamhuri ya Muungano wa Tanzania; in inglese United Republic of Tanzania) è uno Stato dell'Africa orientale. Confina a nord con Kenya e Uganda, a ovest con Ruanda, Burundi e Repubblica Democratica del Congo, e a sud con Zambia, Malawi e Mozambico. A est è bagnata dall'oceano Indiano. Dar es Salaam è la città più grande ed è stata la capitale fino agli anni settanta. Il trasferimento delle funzioni amministrative nella nuova capitale designata Dodoma, posta nel centro della Tanzania, non è stato ancora completato. L'area fu colonia dell'Impero tedesco a partire dal 1885 con il nome di Africa Orientale tedesca (Deutsch-Ostafrika). Fu poi occupata dal Regno Unito durante la prima guerra mondiale e integrato nell'Impero britannico prima come mandato della Società delle Nazioni (dal 1922 al 1946) e poi come amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite (dal 1946 al 1961) con il nome di Territorio del Tanganica (Tanganika Territory); il paese ottenne poi l'indipendenza il 9 dicembre 1961 come Reame del Commonwealth, trasformandosi in repubblica l'anno successivo.
Elenco delle aree naturali protette in Tanzania.
La geografia della Tanzania è varia. Il nordest è montagnoso, e include i vulcani Meru e Kilimanjaro, che è il punto più alto del continente africano (5.895 m). A ovest delle catene montuose si sviluppano vaste regioni di savana, fra cui quella del celebre Parco Nazionale del Serengeti, e ancora più a ovest si giunge nella regione dei grandi laghi con il Lago Vittoria e, più a sud, il Tanganica. Il centro del paese è costituito da un vasto altopiano, che comprende praterie e terra coltivata. Le quote scendono fino al livello del mare sulla costa orientale, che si affaccia sull'Oceano Indiano; poco al largo della costa si trovano Zanzibar e altre isole minori. Il clima è vario come la morfologia; mentre la costa ha un clima caldo-umido tipicamente tropicale, nell'entroterra le temperature sono mitigate dall'altitudine. Ci sono due stagioni delle piogge: una prolungata da marzo a maggio, e un'altra meno intensa da novembre a gennaio.
Tra le aree protette della Tanzania, queste hanno il rango di parchi nazionali:
Zanzibar (pron. [ˈʣanʣibar], tradizionalmente [ʣanʣiˈbar]) è una regione semi-autonoma della Tanzania, geograficamente corrispondente all'arcipelago omonimo, composto da due isole principali, Unguja e Pemba, e numerose isole minori. Lo Zanzibar e la parte continentale della Tanzania (allora Tanganica) si unirono solo nel 1964, poco tempo dopo la rivoluzione di Zanzibar; in precedenza, lo Zanzibar era un soggetto politico distinto: prima un sultanato, poi un protettorato britannico e infine, brevemente, una monarchia costituzionale. Il nome Zanzibar (زنگبار) deriva molto probabilmente dal persiano zanj, con cui i persiani indicavano i neri; zang-i bar significherebbe "Terra dei neri". Viene talvolta proposta un'altra etimologia, dall'arabo zanjabīl, che significa "zenzero", una delle spezie commerciate dallo Zanzibar, ma si tratta probabilmente di una paraetimologia fondata sulla sola base dell'assonanza. Lo Zanzibar è noto per molti motivi. A causa dell'influenza congiunta delle culture arabe, persiane e bantu, e della frenetica attività commerciale che ha legato lo Zanzibar al Medio Oriente e persino all'India e alla Cina, l'arcipelago è uno dei luoghi più rappresentativi della cultura swahili, la cui lingua fu a lungo quella predominante negli scambi commerciali fra Asia e Africa, e quella che tuttora svolge il ruolo di lingua franca in gran parte dell'Africa orientale. Il centro storico della capitale di Zanzibar, Stone Town, ricco di testimonianze architettoniche e storiche della cultura swahili, è stato dichiarato patrimonio dell'umanità UNESCO. Zanzibar fu anche un luogo centrale del commercio di schiavi a est dell'Africa, nonché della via delle spezie, e ancora oggi una parte significativa della sua economia si basa sulla produzione di chiodi di garofano, noce moscata, cannella, pepe e zenzero. Negli ultimi decenni il settore turistico, che sfrutta il patrimonio naturale, paesaggistico e culturale dell'isola, ha conosciuto un continuo e rapido sviluppo.
L'Africa è uno dei continenti nei quali vengono suddivise le terre emerse del pianeta Terra, il terzo per estensione dopo l'Asia e le due Americhe. Il suo territorio costituisce un'appendice sudoccidentale della grande massa continentale eurasiatica; si estende su circa 30 milioni di chilometri quadrati a cavallo dell'Equatore, che lo taglia in due nella parte centrale determinando l'esistenza di due metà quasi speculari. Dal punto di vista fisico, il territorio africano appare caratterizzato da estesissimi spazi tabulari, privi di significativi rilievi tranne che in alcune zone marginali; esiste un netto dualismo fra la parte centro-settentrionale, caratterizzata prevalentemente da bassopiani occasionalmente movimentati da rilievi, e la parte meridionale e orientale, dove invece si estende un vastissimo altopiano tabulare che digrada verso le coste con ripide scarpate. Nell'Africa orientale si allunga per oltre 6.000 chilometri la Great Rift Valley, una successione di profonde fosse tettoniche originatesi dal processo geologico, tuttora in atto, della separazione della placca africana da quella araba. I maggiori fiumi africani hanno dimensioni che li collocano ai primi posti nella graduatoria mondiale all'oceano Atlantico il Congo, che drena un vastissimo bacino nell'Africa centrale, e il Niger, il maggior fiume dell'Africa nordoccidentale. Il versante mediterraneo è dominato dal corso del fiume Nilo, lungo più di 6.000 chilometri, che attinge le sue acque addirittura dalle regioni equatoriali dell'Africa orientale e attraversa per tutta la sua estensione latitudinale il Sahara orientale, prima di sfociare in territorio egiziano con un vasto delta; il maggiore fiume del versante indiano è invece lo Zambesi, che attraversa l'Africa meridionale. Estese aree nelle zone più interne del continente sono endoreiche e tributano a bacini interni la cui superficie dipende linearmente dalla portata dei fiumi che li alimentano. Vastissime aree, infine, soprattutto in corrispondenza del Sahara, sono talmente aride da non avere uno scorrimento superficiale di acqua (zone areiche): in queste regioni i letti fluviali sono relitti di epoche passate in cui le precipitazioni erano maggiori. L'Africa è caratterizzata dall'assoluta prevalenza dei climi caldi, data la collocazione prevalentemente tropicale del suo territorio. Una vastissima fascia, all'incirca dai 15°N ai 25°S, ha un clima tropicale caratterizzato dall'alternanza di stagioni piovose e secche secondo le oscillazioni annuali della zona di convergenza intertropicale, con precipitazioni che generalmente decrescono allontanandosi dall'Equatore; nella vastissima fascia settentrionale, estesa longitudinalmente su quasi 9.000 chilometri, la diminuzione delle precipitazioni porta a condizioni di estrema aridità che hanno originato il deserto del Sahara, il maggiore della Terra. Condizioni climatiche mediterranee caratterizzano le estreme fasce costiere nordoccidentale (la regione del Maghreb) e sudoccidentale, in territorio sudafricano. Dal punto di vista degli ecosistemi, in Africa si ha il passaggio dalle foreste pluviali della zona equatoriali, pressoché sempre umida, a vaste aree di savana più o meno ricca e arborata man mano che ci si allontana dall'Equatore. Steppe più o meno aride caratterizzano le zone a minori precipitazioni; nelle regioni più asciutte si ha invece una totale assenza di vegetazione, tranne dove le piante (eccezionalmente adattate all'aridità) riescono a raggiungere falde sotterranee. Le aree marginali a clima mediterraneo sono caratterizzate dalla tipica vegetazione a macchia, che su vaste estensioni è stata acquisita all'agricoltura con colture specializzate (vite e olivo).
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