Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Voenno-morskoj flot (in russo: Военно-морской флот o semplicemente ВМФ, cioè VMF) era la denominazione della marina militare dell'Unione Sovietica dal 1937 al 1991, anno della sua dissoluzione; al suo apogeo, era la seconda marina militare del mondo in ordine di grandezza e potenza. Nel corso della seconda guerra mondiale ebbe un ruolo di primo piano rendendosi anche protagonista di alcuni importanti affondamenti. La Guerra fredda vide un notevolmente ampliamento della Marina dell'Unione Sovietica, che, soprattutto per impulso del suo comandante in capo, l'ammiraglio Sergej Georgievič Gorškov, divenne la seconda al mondo dopo la United States Navy e sembrò in grado di insidiare la supremazia navale del Blocco occidentale. Alla dissoluzione dell'Unione Sovietica alla fine del 1991, la sua eredità è stata raccolta dalla Marina Russa, che ha ricevuto la stragrande maggioranza delle navi e degli aeromobili della Marina Sovietica, nonostante un enorme ridimensionamento.
La marina militare romana (in latino: classis), pur nascendo durante la prima guerra punica, cominciò ad operare in modo permanente nel mar Mediterraneo e sui principali fiumi dell'Impero romano solo con l'avvento del principato di Augusto, fino a tutto il V secolo. Anche se la marina militare fu fondamentale per la conquista romana del bacino del Mediterraneo, non godette mai del prestigio delle legioni romane. Nel corso della loro storia, i Romani rimasero principalmente ancorati alle truppe di terra, apprendendo invece da Cartaginesi, Greci ed Egizi l'arte del costruire le navi. Forse a causa di ciò la marina militare romana non fu mai del tutto assimilata dalla Repubblica romana. Nell'antichità, le marine militari o le flotte commerciali non avevano quell'autonomia logistica che oggi hanno invece le navi o le flotte moderne. A differenza delle moderne forze navali, mai la marina romana, anche al suo apice, ebbe un servizio autonomo, al contrario venne gestita come un completamento dell'esercito romano "di terra". Nel corso della prima guerra punica, la flotta romana fu ampliata in modo estremamente massiccio e svolse un ruolo fondamentale nella vittoria romana della guerra e per la successiva conquista ed egemonia del Mediterraneo da parte della Repubblica romana. Nel corso poi della prima metà del II secolo a.C., Roma continuò a guerreggiare con Cartagine (fino alla sua distruzione) e soggiogare i regni ellenistici del Mediterraneo orientale, raggiungendo la completa egemonia del mar Mediterraneo (mare internum nostrum). Le flotte romane tornarono a ricoprire un ruolo di primo piano nel I secolo a.C., quando Gneo Pompeo Magno combatté i pirati (67 a.C.) e, ancora, durante le guerre civili che portarono alla caduta della Repubblica, ed all'istituzione dell'Impero romano con Ottaviano Augusto (battaglia di Azio del 31 a.C.). Durante il periodo imperiale, il Mediterraneo divenne una sorta di "lago romano", in assenza di un nemico marittimo, tanto che il ruolo della marina fu ridotto per lo più al semplice pattugliamento, con lo scopo di tutelare commerci e trasporti marittimi. Ai margini dell'Impero, tuttavia, a supporto di nuove conquiste territoriali, le flotte romane continuarono ad essere impiegate in guerra (ad es. durante la conquista della Germania o della Britannia). Il declino dell'impero nel III secolo, a causa dell'inizio delle invasioni barbariche, ebbe però una pesante ripercussione sulla marina, che fu notevolmente ridotta sia nei suoi effettivi, sia nelle sue capacità di combattimento. Agli inizi del V secolo, le frontiere romane furono, infine, pesantemente sfondate, ed i regni romano-barbarici apparvero sulle rive del Mediterraneo occidentale. Il regno vandalo riuscì poi nell'impresa, una volta costituita una propria flotta, di saccheggiare numerose province del mar Tirreno e la stessa Roma, mentre le flotte romane avevano diminuito la loro consistenza, tanto da risultare di scarsa resistenza. E se l'Impero romano d'Occidente crollò alla fine del V secolo, la marina militare romana d'Oriente continuò ad esistere nell'Impero bizantino per quasi altri dieci secoli.
La Marina (海軍 Kaigun?) è un'organizzazione presente nel manga One Piece di Eiichirō Oda nonché nelle opere da esso derivate. Organo militare sotto il diretto controllo del Governo mondiale, ha il compito di mantenere la pace e l'ordine nei mari del mondo di One Piece contrastando la pirateria e tra i suoi compiti c'è anche quello di emettere le taglie sulla testa dei ricercati; in questo frangente si può sottolineare come la Marina accetti l'esistenza dei cacciatori di taglie, poiché rendono più facile il suo lavoro, ma la maggior parte delle volte si occupa personalmente dell'arresto dei ricercati. I criminali che vengono arrestati vengono mandati in prigione o giustiziati, a discrezione della Marina stessa. Il perseguimento della giustizia e il mantenimento della pace sono dogmi fondamentali nella dottrina della Marina, al punto che la parola "giustizia" (正義 seigi?) è ricamata sulla giacca dell'uniforme di tutti gli ufficiali; vi sono tuttavia visioni contrastanti su come essa debba essere applicata: mentre la maggior parte dei marine segue la cosiddetta giustizia assoluta (絶対正義 zettai seigi?), che prevede l'utilizzo indiscriminato di ogni mezzo per il mantenimento dell'ordine compreso il sacrificio dei civili, vi sono alcuni membri che si identificano invece con la giustizia morale (道徳正義 dōtoku seigi?), tendendo a giudicare la gravità o l'effettiva colpevolezza del ricercato in base alle circostanze e sempre tutelando la popolazione, o nella giustizia neutrale (中立正義 chūritsu seigi?), che si limita a rispettare le direttive ricevute. Tra i membri della Marina ve ne sono alcuni appartenenti a una unità segreta chiamata SWORD (機密特殊部隊 SWORD(ソード)?), apparentemente incaricati di infiltrarsi tra i ranghi delle ciurme pirata: tra questi vi sono X Drake e Kobi. L'organizzazione della Marina è strettamente gerarchica e al suo vertice, in qualità di comandante supremo, vi è il grand'ammiraglio (元帥 gensui?), che prende ordini solo dal Governo mondiale e comanda tutti i membri dell'organizzazione; subito sotto a questo vi è il rango di ammiraglio (大将 taishō?), ricoperto da tre persone: gli ammiragli sono considerati universalmente l'arma più forte a disposizione del quartier generale e uno dei tre grandi poteri che equilibrano il mondo di One Piece, venendo chiamati a intervenire solamente in casi di assoluta importanza. In ordine decrescente i rimanenti gradi sono: viceammiraglio, contrammiraglio, commodoro, capitano di vascello, capitano di fregata, capitano di corvetta, tenente di vascello, sottotenente di vascello, guardiamarina, maresciallo, sergente maggiore, sergente, caporale, primo e secondo ufficiale, recluta e ragazzo di servizio. La Marina ha anche una propria divisa che si differenzia a seconda dei gradi ricoperti dai suoi componenti: i marinai indossano una divisa costituita da pantaloni blu e una leggera giacca bianca, mentre gli ufficiali non hanno una divisa particolare ma indossano tutti un cappotto bianco e il grado che ricoprono è identificato dalle spalline. Moltissimi marine portano inoltre un berretto bianco.
La corazzata Giulio Cesare fu un'unità della Regia Marina che servì in entrambe le guerre mondiali. La nave, insieme alle unità gemelle Cavour e Leonardo da Vinci, costituiva la Classe Conte di Cavour.
Troia o Ilio (in greco antico: Τροία o Ἴλιον, Īlĭŏn, o Ἴλιος, Īlĭŏs, e in latino Trōia o Īlium) è sia un antico sito storico dell'Asia Minore, posto all'entrata dell'Ellesponto (Stretto dei Dardanelli), nell'odierna Turchia, attualmente chiamata Truva e popolata da un centinaio di abitanti, sia una città mitica dei testi classici greci. Wilusa, termine presente in più parti negli archivi reali Ittiti, secondo una ricerca condotta da Frank Starke nel 1996, ormai universalmente accettata dal mondo accademico, da J. David Hawkins nel 1998 e da WD Niemeier nel 1999 era il nome, nella lingua luvia/ittita propria degli abitanti dell'area, della città poi passata alla storia come Troia. Fu teatro della guerra di Troia narrata nell'Iliade, che descrive una breve parte dell'assedio (prevalentemente due mesi del nono anno di assedio, secondo la cronologia proposta dal poeta epico Omero, a cui viene attribuito il poema), mentre alcune scene della sua distruzione sono raccontate nell'Odissea. Dello stesso conflitto si canta in molti poemi epici greci, romani e anche medievali. Altri poemi ellenici arcaici notevoli sulla guerra di Troia sono i Canti Cipri, le Etiopide, la Piccola Iliade, la Distruzione di Troia e i Ritorni. Il poema latino Eneide inizia descrivendo l'incendio finale della città. Un inserto poetico, la Troiae Alosis (Presa di Troia), è contenuto nella Pharsalia del poeta latino Marco Anneo Lucano. Il sito storico fu abitato fin dal principio del III millennio a.C.. Si trova ora nella provincia di Çanakkale in Turchia, presso lo stretto dei Dardanelli, tra il fiume Scamandro (o Xanthos) e il Simoenta e occupa una posizione strategica per l'accesso al Mar Nero. Nei suoi dintorni vi è la catena del monte Ida e di fronte alle sue coste si può vedere l'isola di Tenedo. Le condizioni particolari dei Dardanelli, dove c'è un flusso costante di correnti che passano dal Mar di Marmara al Mar Egeo e dove è solito soffiare un forte vento da nord-est durante tutta la stagione che va da maggio a ottobre, suggerisce che le navi, le quali durante le epoche più antiche abbiano cercato di attraversare lo stretto, spesso abbiano dovuto attendere condizioni più favorevoli attraccate per lunghi periodi nel porto di Troia. Dopo secoli di abbandono, le rovine di Troia sono state riscoperte durante gli scavi svolti nel 1871 dallo studioso tedesco di archeologia Heinrich Schliemann, a seguito di alcune indagini iniziali condotte a partire dal 1863 da Frank Calvert. Il sito archeologico di Troia è stato proclamato patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO nel 1998.
La guerra anglo-somala, anche detta campagna del Somaliland o guerra del Mullah, fu un lungo conflitto di guerriglia svoltosi tra il 1900 e il 1920 nei territori corrispondenti all'attuale Somalia e nelle zone di confine tra questa e l'odierna Etiopia: il leader islamista somalo Mohammed Abdullah Hassan, soprannominato dai britannici "il Mullah Pazzo" (Mad Mullah), riuscì nell'intento di unire svariati clan e tribù nel suo paese in un unitario movimento di opposizione al colonialismo di stampo europeo, dando inizio a una campagna di guerriglia e razzie ai danni del possedimento della Somalia britannica (o Somaliland) e, in misura minore, della Somalia italiana e delle zone dell'Ogaden rivendicate dall'Impero d'Etiopia. I guerrieri di Abdullah Hassan, soprannominati "dervisci", riuscirono nell'intento di ritagliarsi il controllo di una fetta di territorio nelle zone meridionali del Somaliland, fondando un abbozzo di comunità statale nota come "Stato dei dervisci", con capitale il forte di Taleh; nonostante l'aiuto fornito nel periodo della prima guerra mondiale dall'Impero ottomano e dal nuovo imperatore d'Etiopia ligg Iasù, il movimento dei dervisci andò incontro a un progressivo declino, fino all'occupazione di Taleh da parte dei britannici nel gennaio del 1920. La morte di Abdullah Hassan nel dicembre del 1920 decretò di fatto la fine del conflitto.
La Somalia (in somalo Soomaaliya; in arabo الصومال, al-Sūmāl), ufficialmente Repubblica Federale di Somalia (in somalo Jamhuuriyadda Federaalka Soomaaliya; in arabo جمهورية الصومال الفدرالية, Jumhūriyyat aṣ-Ṣūmāl al-Fideraaliya), è uno Stato dell'Africa orientale situato nel corno d'Africa. Il nome attuale della Somalia le fu dato dall'esploratore italiano Luigi Robecchi Bricchetti, che fu il primo europeo a visitare estensivamente la regione del Corno d'Africa denominata Benadir.Confina con Gibuti a nord, con l'Etiopia a ovest e con il Kenya a sudovest; si affaccia a nord sul Golfo di Aden e a est sull'oceano Indiano. Ha la linea di costa più lunga di tutto il continente e ha un territorio prevalentemente composto da altopiani e pianure. Il clima è perlopiù arido lungo tutto l'anno, con periodici venti monsonici e piogge irregolari.Anticamente, la Somalia fu un importante centro commerciale con il resto del mondo antico e, secondo molti studiosi, potrebbe essere l'ubicazione più probabile del leggendario Paese di Punt. Nel corso del tempo fu denominata in svariati modi, gli antichi Egizi la chiamavano Punt (Egiziano: pwnt; secondo letture alternative da parte di egittologi invece pwene(t)), per gli antichi Greci aveva più di un nome, la chiamavano Barbaria (il nome si riferiva al litorale della regione del Nordest Africa, corrispondente agli odierni Sudan, Eritrea, Gibuti e Somalia), e Macrobia (Μακροβίοι), quest’ultimo era il nome usato da Erodoto, ed esso deriva dal nome dei suoi abitanti che erano considerati un popolo leggendario che si trovava all’estremo sud del mondo (dal punto di vista dei Greci), gli antichi Romani invece la chiamavano Regio Aromatica, mentre il nome datogli dagli antichi Arabi era bilad-al-Barbar, nome che si pensa sia stato influenzato da quello datogli dai Greci. Lungo il medioevo, i flussi commerciali della regione vennero dominati da vari sultanati somali, fra cui quelli di Ajuran, Adal, Warsangali e Geledi. Nel tardo XIX secolo, britannici e italiani acquisirono il controllo di parte della costa somala, portando alla creazione dei protettorati della Somalia britannica (nord) e della Somalia italiana (centro e sud).Il controllo sulla parte interna dei territori fu però consolidato solo lungo gli anni venti del XX secolo. Nel 1936, la Somalia italiana fu fatta confluire nell'Africa Orientale Italiana. Amministrativamente rimase tale fino al 1941, quando passò sotto il controllo militare britannico. Dopo la seconda guerra mondiale, il nord del paese rimase protettorato britannico, mentre la restante parte fu affidata ad una amministrazione fiduciaria italiana. Nel 1960, le due regioni furono unite nella Repubblica Somala. Nel 1969, il maggiore Mohammed Siad Barre portò a termine un colpo di Stato e si insediò come presidente-dittatore, rimanendo in carica fino allo scoppio della guerra civile (26 gennaio 1991). Da allora, nonostante numerosi tentativi, nessuna autorità o fazione è riuscita a imporre il proprio controllo su tutto il paese. La Somalia è stata governata da una pluralità di entità statali più o meno autonome, che esercitano ciascuna un diverso grado di controllo del territorio. Anche per questo motivo, la Somalia è stata considerata uno "Stato fallito" ed è ancora oggi nel 2020 uno degli Stati più poveri e violenti del mondo. In assenza di un governo centrale, l'amministrazione della giustizia è regredita a livello locale, con l'utilizzo di istituti civili, religiosi islamici oppure consuetudinari, mentre l'economia si mantiene a livelli informali, basati sull'allevamento del bestiame, sulle rimesse degli emigrati, e sulle telecomunicazioni. Tali condizioni rimangono anche dopo la presenza di un Governo Centrale a partire dal 2012. Dal 2011 sono state riaperte le ambasciate di Turchia, Gibuti, Kenya, Iran, Regno Unito, Italia e ONU. Prova del miglioramento della sicurezza in Somalia è la visita del segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon nel dicembre del 2011. Nell'agosto 2012 fu istituita la Repubblica Federale somala. Nel settembre 2012, fu eletto presidente Hassan Sheikh Mohamoud e successivamente il ministro degli affari esteri Fowsiyo Yusuf Haji Adan ha invitato i paesi occidentali ad investire nel paese, riuscendo nel 2013 a stipulare accordi con Emirati Arabi e Cina. Nel 2017 fu eletto presidente Mohamed Farmajo.
La guerra in Somalia è un conflitto, scoppiato nel 2006 ed ancora in corso, tra il governo federale di transizione Somalo e l'Etiopia contro un gruppo islamico, l'Unione delle corti islamiche (UCI) e altre milizie affiliate per il controllo del paese. La guerra è cominciata ufficialmente il 20 luglio 2006 quando le truppe Etiopi, appoggiate dagli Stati Uniti, invasero la Somalia per sostenere il governo a Baidoa. Di conseguenza l'Unione delle corti islamiche dichiara lo Stato di guerra e invita tutti i somali a prendere parte al combattimento contro l'Etiopia. Dopo il ritiro delle truppe etiopiche nel 2009 e dell'elezione di Sharif Sheikh Ahmed a presidente la guerra continua ancora oggi ridotta a qualche conflitto tra le varie fazioni e gruppi islamici tutt'oggi attivi in Somalia.
La guerra civile somala è un conflitto scoppiato nel 1986 in Somalia, e tuttora in corso, che abbraccia nel suo complesso tre fasi distinte: dal 1986 al 1991, comprendente la fase della rivolta contro il regime di Siad Barre, al potere dal 1969; dal 1991 al 2000, vede fronteggiarsi i signori della guerra locali che, nella fase più cruenta del conflitto (1991-1996), ha come principali antagonisti il presidente ad interim Ali Mahdi e il generale Aidid (il successivo periodo di transizione, che ha condotto prima ad un governo nazionale di transizione e poi ad un governo federale di transizione, si è concluso nel 2012 con l'istituzione di un nuovo governo federale); dal 2006, che vede opposti al governo internazionalmente riconosciuto prima i ribelli dell'Unione delle corti islamiche e poi i gruppi di Al-Shabaab, legati al terrorismo islamista.Nel 1992, la grave crisi umanitaria che stava sconvolgendo la Somalia indusse le Nazioni Unite ad un intervento armato nella regione, concretizzatosi con le missioni UNOSOM I (1992), UNITAF (1992-1993) e UNOSOM II (1993-1995); i caschi blu, tuttavia, non raggiunsero l'obiettivo di riappacificare il paese, di fatto divenuto uno Stato fallito. Altri motivi di conflitto riguardano poi le contese territoriali fra entità statali non riconosciute; prima fra tutti la disputa Somaliland-Puntland. Nel 2006 l'Unione Africana, al fine di favorire la riconciliazione tra le varie fazioni in lotta, ha istituito la missione AMISOM. Successivamente, nel 2011, è stata avviata l'Operazione Linda Nchi, condotta dalle forze somale in collaborazione con forze multinazionali, mentre, nell'agosto 2014, il governo ha dato il via all'Operazione Oceano Indiano con lo scopo di riconquistare gli ultimi territori controllati dai ribelli. Secondo le stime, dal 1991 sono morte a causa del conflitto circa 500.000 persone. Armed Conflict Location e Event Dataset stima che circa 3.300 persone furono uccise nel 2012, mentre nel 2013 le perdite furono 3150.
La storia d'Italia è l'insieme di numerose vicende locali e cittadine e riflesso della storia universale della sua capitale, Roma, sede dell'Impero prima e del Papato poi. Essa è parte fondante della cultura occidentale, europea e mediterranea. L'eredità storico-culturale dell'Italia si riflette nell'elevato numero di patrimoni dell'umanità presenti nel paese. Luogo di incontro di culture arcaiche come quella etrusca, latina, e sabina, di insediamenti celti e colonie greche e fenicio-cartaginesi, l'Italia antica fu federata dalla Repubblica Romana e divenne il centro dell'Impero Romano. Una prima sistemazione amministrativa in regioni le fu data da Cesare Augusto (27 a.C.-14 d.C.). Divenne poi terra a maggioranza cristiana, abbandonando l'antico politeismo, tra la promulgazione dell'Editto di Milano (313) che garantiva la libertà di culto e quella dell'Editto di Tessalonica (380), che impose di seguire la religione del vescovo di Roma. Con la caduta dell'Impero, l'Italia venne invasa dagli Eruli di Odoacre (476), e poi dagli Ostrogoti di Teodorico (492), dai Bizantini di Giustiniano (535), e dai Longobardi di Alboino (568). Alla dominazione straniera, si accompagnò il processo di divisione politica: l'Italia meridionale fu contesa tra Longobardi, Bizantini e Berberi, quella centrale si consolidò come Stato Pontificio, e quella settentrionale venne inglobata da Carlomagno nel Sacro Romano Impero Germanico con l'incoronazione di quest' ultimo da parte di Papa Leone III nell'anno 800. Con l'umiliazione di Canossa (1077) prima e la pace di Venezia (1177) poi, il Papa indebolì l'Imperatore germanico, favorendo l'ascesa di autonomi Comuni nell'Italia imperiale. Tra questi, le repubbliche marinare di Genova e Venezia acquistarono un grande peso nel corso delle crociate, fatto che provocò una rivoluzione commerciale e mercantile in tutta Italia. Contestualmente, il mezzogiorno veniva unificato nel regno di Sicilia dai vichinghi Normanni. Per intrecci dinastici, corona di Sicilia e diadema imperiale pervennero entrambi a Federico II di Svevia, il quale fu a capo di un impero che si espanse nei paesi baltici e in Terra Santa, ma che si disgregò dopo il fallimento del progetto assolutista di dominare tutta l'Italia per la resistenza di Stato Pontificio, baroni meridionali, e Comuni centro-settentrionali. Dopo le drammatiche crisi del Trecento, la penisola conobbe una nuova epoca di prosperità economica e culturale tra XV e XVI secolo, periodo noto come Rinascimento. Per la sua ricchezza e centralità negli affari europei, divenne il principale teatro dello scontro delle Guerre d'Italia, che coinvolsero le principali potenze dell'epoca, tra cui il Regno di Francia, l'Impero germanico, l'Impero spagnolo, la Confederazone Elvetica, l'Inghilterra e l'Impero ottomano. Sul piano culturale, l'Italia conosceva poi la controriforma, il barocco, ed il neoclassicismo. Dopo la parentesi Napoleonica, gli italiani lottarono per la loro indipendenza ed unificazione in una serie di guerre sotto la guida del Regno di Sardegna sabaudo, occupando il nord, sottoposto direttamente o indirettamente agli Asburgo d'Austria, e le Due Sicilie, governate dai Borbone di Napoli, un ramo cadetto dei Borbone di Spagna. Roma, nel mezzo della guerra franco-prussiana (1870-1871), fu fatta capitale a conclusione del Risorgimento. L'Italia unita divenne uno stato liberale sul fronte economico-politico, mentre in politica estera creò un proprio spazio coloniale in Libia e Corno d'Africa. Le ambizioni territoriali in Europa e la volontà di trovare un suo posto nel concerto di blocchi politici e alleanze sicure portò l'Italia a partecipare alla prima guerra mondiale a fianco della Triplice Intesa. La società italiana, colpita dalla propaganda nazionalista della "vittoria mutilata", aderì gradualmente al fascismo di Benito Mussolini e dei suoi seguaci, saliti al potere nell'ottobre del 1922. L'avvicinamento alla Germania nazista e la formazione dell'asse Roma-Berlino del 1936 saranno determinanti nella scelta italiana di entrare nella seconda guerra mondiale, nel 1940. Dopo il suo fallimento militare, ebbe termine la forma di governo monarchica: l'attuale repubblica fu infatti istituita nel giugno 1946. In seguito alla ricostruzione, vi fu un periodo storico di ripresa economica, militare, sportiva e politica, così come la riaffermazione dell'Italia come potenza industriale, essendo tra le nazioni fondanti del G6 (poi G7, G8 e nuovamente G7 nell'attualità) nel 1975 e del G20 nel 1999. L'Italia è inoltre tra i sei Paesi fondatori dell'Unione europea, la quale opera tramite meccanismi e politiche sovranazionali (come l'euro).
La pirateria somala è una pirateria marittima contemporanea, iniziata nei primi anni novanta del XX secolo dall'inizio della guerra civile somala, rappresenta una minaccia costante, al largo delle coste della Somalia, alla navigazione tra Europa, Corno d'Africa e Asia.
Atena (in attico Ἀθηνᾶ, traslitterato in Athēnâ), o Pallade, figlia prediletta di Zeus, è la dea greca della sapienza, delle arti e della guerra. Dea guerriera e vergine, ha varie funzioni: difende e consiglia gli eroi, istruisce le donne industriose, orienta i giudici dei tribunali, ispira gli artigiani, protegge i fanciulli. Nella guerra tra Achei e Troiani era la protettrice dei Greci. Dea eponima della città di Atene, le era dedicato il tempio detto Partenone (= della vergine) sull'Acropoli della città, la cui gigantesca statua di culto crisoelefantina era opera di Fidia; inoltre di fronte ai Propilei era stata eretta una statua bronzea, i cui bagliori erano visibili dalle navi che arrivavano al Pireo; in suo onore si svolgevano ogni anno le feste panatenee. Come dea protettrice delle acropoli, aveva santuari sparsi in tutta la Grecia e nel mondo ellenistico (resti di templi di Atena sono stati scoperti nell'acropoli di Lindos, di Pergamo, a Roma, Paestum e in vari santuari minori). Particolarità del culto di Atene era alla sua statuetta, in origine di legno poi divenuta di metallo, il Palladio, si attribuivano poteri magici, poiché la statua era considerata simbolo dell'inespugnabilità della città. Proprio per questo, durante la guerra di Troia, Ulisse e Diomede compiono l'impresa di introdursi di notte nell'acropoli troiana per rubarne il palladio. La statua ad Atene ogni anno riceveva durante le feste Panatenaiche una nuova veste ricamata dalle fanciulle ateniesi. Callimaco nel suo inno "Per i lavacri di Pallade" narra di una cerimonia argiva, che consisteva nel portare il Palladio ogni anno al fiume Inaco per lavarlo e riallestirlo. La dea viene rappresentata sempre vestita con peplo e spesso armata, attorniata dai suoi simboli sacri: la civetta Athene noctua, l'elmo, la lancia, lo scudo e l'Egida, ossia un mantello indistruttibile realizzato con la pelle della capra Amaltea, che aveva protetto e nutrito Zeus, sottratto a Crono dalla madre Rea. Suo albero sacro era l'ulivo, da lei creato come dono agli ateniesi, per divenire la loro divinità protettrice. Atena per le sue capacità profetiche e mediche era adorata anche nei santuari di Delfi e di Epidauro. Nelle Vite parallele di Plutarco (Pericle e Fabio Massimo), Atena appare a Pericle in sogno ordinando delle cure per un cittadino malato di Atene. Dopo questo episodio venne eretta una statua in bronzo in onore delle divinità Ermes e Atena. Minerva, dea della religione romana, veniva associata dai romani ad Atena.
L'Adone è un poema di Giovan Battista Marino, pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1623 presso Oliviero di Varennes. L'opera descrive le vicende amorose di Adone e Venere e costituisce uno dei poemi più lunghi della letteratura italiana (5.124 ottave, per un totale di 40.984 versi, poco più dell'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto ma tre volte la Divina Commedia e la Gerusalemme liberata). Dedicato a Luigi XIII, re di Francia, esso è composto da venti canti ed è preceduto da una lettera indirizzata alla regina Maria de' Medici, fiorentina, perché interceda presso il giovane re; la lettera è preceduta a sua volta da una prefazione del critico francese Jean Chapelain in cui il poema, del tutto fuori da ogni canone rinascimentale, viene giustificato come 'poème de la paix' (poema della pace), epico ma non eroico. Ogni canto è preceduto dagli Argomenti in prosa, composti da Fortuniano Sanvitale, e da Allegorie attribuite a don Lorenzo Scoto e che dovrebbero spiegare il significato morale del testo (il cui insegnamento, come detto nel proemio, è: smoderato piacer termina in doglia). Ogni singolo canto è fornito di un titolo e di un proemio di sei ottave. Il proemio del primo canto è di dodici ottave.