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La sofistica (in greco σοφιστική τέχνη, sofistiké téchne) è stata una corrente filosofica sviluppatasi nell'antica Grecia, ad Atene in particolare, a partire dalla seconda metà del V secolo a.C., la quale, in polemica con la scuola eleatica e avvalendosi del metodo dialettico di Zenone di Elea, pose al centro della propria riflessione l'uomo e le problematiche relative alla morale e alla vita sociale e politica. Non si trattò di una vera e propria scuola né di un movimento omogeneo, ma fu estremamente variegata al suo interno: i suoi esponenti (detti appunto sofisti), seppur accomunati dalla professione di «maestro di virtù», si interessarono di vari ambiti del sapere, giungendo ognuno a conclusioni differenti e a volte tra loro contrastanti.I sofisti rinunciarono alla vastità delle congetture cosmologiche dei filosofi naturalisti, concentrandosi sulla soggettività dell'uomo, sulla legittimità delle opinioni e il valore dei fenomeni. L'approccio dei sofisti era quindi orientato all'individualismo e al relativismo, alla critica dei valori tradizionali, al razionalismo. I contemporanei avvertirono in queste posizioni il rischio di derive ateistiche e di corruzione dei costumi. Certa storiografia moderna ha invece evocato l'idea di un illuminismo greco.
Ippia di Elide (in greco antico: Ἱππίας, Hippías; Elide, 443 a.C. circa – Elide, 399 oppure 343 a.C.) è stato un filosofo, matematico e astronomo greco antico. Per la sua versatilità, Ippia fu incaricato di importanti compiti diplomatici per conto della sua città: la sua fama di sofista e la sua attività politica lo portarono a viaggiare ad Atene, Sparta e in Sicilia. Insieme a Protagora, Gorgia, Prodico, Trasimaco, egli costituisce il gruppo dei cosiddetti sofisti della prima generazione.
L'eristica (dal greco erìzein, “battagliare”, probabilmente per indicare l'arte di battagliare con le parole) è una evoluzione della Prima Sofistica di Protagora e di Gorgia. All'eristica, infatti, non interessa se un discorso possa essere vero o falso né le definizioni delle parole che vengono impiegate; il suo unico fine è quello di confutare il proprio avversario e di persuaderlo mediante la retorica a cambiare opinione. Per questo i sofisti della scuola eristica, detti eristi, si vantavano di poter confutare qualsiasi cosa che si dica esser vera o esser falsa. A causa di queste caratteristiche l'eristica ha finito per influenzare in modo eccessivamente negativo la percezione della figura del sofista, in particolare quelle di Protagora e di Gorgia, il cui contributo importante alla storia della filosofia occidentale – in particolare il relativismo culturale e il fenomenismo epistemico – è stato riconosciuto solo di recente.
Seniade di Corinto (Corinto, V secolo a.C. – ...) è stato un filosofo greco antico. Su di lui esistono pochissimi riferimenti noti; sembra sia stato allievo del sofista Protagora. Pur essendo dunque un sofista, egli si occupò per così dire privatamente di un altro ambito filosofico, quello della gnoseologia e dell'ontologia in particolare. In antitesi ai filosofi di Elea, egli affermò radicalmente la sola realtà del divenire, ovvero che tutto ciò che è proviene dal non-essere e nel non-essere ha il suo termine. Pertanto, sembra che egli abbia negato la realtà dell'essere stesso: l'essere non è o comunque è inconoscibile, perché non esiste alcun criterio assoluto di verità con il quale convalidare le nostre conoscenze. La negazione della realtà dell'essere comporta anche di conseguenza la mancanza della verità, che da esso discenderebbe. Pur apparendo un precursore dell'esistenzialismo e del nichilismo, in realtà Seniade di Corinto appare semplicemente come uno dei primi scettici della filosofia greca. Alcuni ritengono che i dissoi logoi, di autore ignoto, siano da attribuirsi a Seniade.
Lo scetticismo (dalla parola greca σκέψις (sképsis), che significa "ricerca", "dubbio", stessa radice del verbo sképtesthai che significa "osservare attentamente", dunque "esaminare") è una posizione filosofica, nell'ambito della gnoseologia, che nega la possibilità di raggiungere, con la conoscenza, la verità in senso assoluto.
Gorgia (in greco antico: Γοργίας, Gorghías; Leontinoi, 485 a.C. oppure 483 a.C. – Larissa, 375 a.C. circa) è stato un retore e filosofo siceliota. Discepolo di Empedocle, è considerato uno dei maggiori sofisti, teorizzatore di un relativismo etico assoluto, fondato sulla morale della situazione e spinto fino al nichilismo.
Nella filosofia antica il termine apparenza sta ad indicare un riferimento all'opinione, alla percezione sensibile del fenomeno, ritenendo ambedue i termini significanti incertezza nell'acquisizione di una verità presupposta invece come assoluta. Per questo motivo, il termine apparenza viene spesso inteso in contrapposizione a verità o realtà.
Crizia il Giovane (in greco antico: Κριτίας, Kritías; Atene, 460 a.C. – Atene, inverno 403 a.C.) è stato un politico, scrittore e filosofo greco antico, già discepolo di Socrate e in seguito capo dei Trenta tiranni di Atene.
Prodico (in greco Πρόδικος; Ceo, 460 a.C. circa – Atene, forse 380 a.C.) è stato un filosofo e retore greco antico. Sofista tra i più celebri, viaggiò a lungo per la Grecia riscuotendo un largo successo soprattutto ad Atene, ove si recò come ambasciatore, e a Sparta.
L'eudemonismo è la dottrina morale che riponendo il bene nella felicità (eudaimonia) la persegue come un fine naturale della vita umana.Dall'eudemonismo va distinto l'edonismo che si propone come fine dell'azione umana il «conseguimento del piacere immediato» inteso come godimento (come pensava la scuola cirenaica di Aristippo) o come assenza di dolore (secondo la concezione epicurea)..