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Quando nella lingua tedesca si fa riferimento al cognome, si usa dire Familienname (nome di famiglia) oppure Nachname (nome posposto). Riferendosi invece al nome proprio di persona si dice Vorname (nome preposto). In Germania l'uso dei primi cognomi risale al XII secolo. Il secondo nome di un individuo spesso indicava la professione dello stesso. Per questo motivo, ancora oggi, i dieci cognomi più diffusi in Germania fanno riferimento ad un mestiere: Müller / Mueller (mugnaio) Schmidt (fabbro) Schneider (sarto) Fischer (pescatore) Weber (tessitore) Meyer (amministratore di una tenuta; vedi maior) Wagner (carradore) Schulz (sindaco, messo comunale) Becker (panettiere) Hoffmann (contadino)Alcuni tra questi cognomi possono essere scritti in vari modi. Così, oltre a Meyer si possono trovare anche le varianti Meyr - Meier - Meir - Mayer - Mayr - Maier - Mair. Il riferimento ad un mestiere poteva avvenire usando un termine inerente al mestiere stesso; ad esempio il cognome Hammer (martello) allude al mestiere del fabbro. Di largo uso sono anche i cognomi derivanti da nomi di battesimo, prevalentemente da nomi maschili. Tali cognomi possono essere identici ai nomi stessi, vedi ad esempio il nome Hermann → cognome Hermann, oppure assumono altre forme grazie all'uso di un diminutivo o vezzeggiativo, come ad esempio il nome Heinrich → cognome Heinle. Alcuni nomi sono stati talmente modificati che è difficile risalire alla loro origine. Esistono poi i cognomi che derivano da luoghi. Il nome Walder deriva dalla parola Wald (bosco), Brünner deriva da Brunne(n) (sorgente). Sono diffusi anche i cognomi che trovano origine nei toponimi. Chi si chiama Regensburger, probabilmente avrà antenati provenienti da Ratisbona (in tedesco: Regensburg). Altri cognomi derivano invece da soprannomi. Ad esempio Krause è un cognome che si riferisce ad una persona con i capelli ricci. Un'altra classificazione si basa su criteri formali: Cognomi semplici: Jung (giovane) Cognomi composti: Bachmann contiene le parole Bach (ruscello) e Mann (uomo)In analogia con cognomi italiani combinati con le preposizioni Di / De esistono cognomi come von Weizsäcker, von Habsburg, Vonmetz ecc., cognomi che spesso indicano una provenienza nobile. Ci sono inoltre, non solo nella lingua tedesca, alcuni cognomi derivanti da una frase, con le parole fuse tra di loro: Tötenochs significa “uccidi il bue”; si tratta in questo esempio di un nome che fa riferimento a un macellaio. Nell'anno 1995 gli elenchi telefonici della Germania riportavano più di 950 000 cognomi diversi (inclusi i cognomi non di origine tedesca). Tra questi il cognome più diffuso era Müller / Mueller. Circa 750 000 persone portavano questo cognome. Tra tanti cognomi vanno citati anche quelli che non hanno origine tedesca. A Vienna quasi un quarto dei cognomi è di origine slava, fatto sicuramente imputabile alle migrazioni avvenute sul territorio all'epoca dell'impero austro-ungarico. In Austria, in Svizzera ed in Baviera i cognomi terminano spesso in -er. Cognomi più diffusi in Austria: Gruber (chi abita presso una conca) Bauer (contadino) Huber (chi possiede una tenuta di una certa dimensione) Wagner (carradore) Berger (chi abita in montagna)Cognomi più diffusi in Svizzera: Müller (mugnaio) Meier (amministratore di una tenuta) Schmid (fabbro) Keller (cantina) Weber (tessitore)In Alto Adige (Italia) i cognomi più diffusi sono Mair (amministratore di tenuta), Hofer (agricoltore, fattore), Pichler (chi abita in collina), Kofler (chi abita accanto alla roccia) e Gruber (chi abita in una conca). Negli Stati Uniti alcuni cognomi degli immigrati tedeschi hanno subìto mutamenti dovuti all'ortografia inglese. Il codice civile della Germania nel 1900 stabilì che la moglie doveva assumere il cognome del marito. Una legge del 1953 permise alle donne di aggiungere il proprio cognome da nubile al cognome del marito (in Svizzera ciò era permesso già da tempo). Nella Repubblica Democratica Tedesca, dal 1965 fu possibile usare il cognome da nubile della moglie come cognome comune dei coniugi; nella Repubblica federale una legge analoga seguì qualche anno dopo. Dal 1991 i coniugi non sono più obbligati a portare un cognome comune; i figli possono assumere a loro scelta l'uno o l'altro cognome dei genitori.
I cognomi italiani sono oltre 350.000. Sono generalmente formati da un nome (che può essere un toponimo, un patronimico, un soprannome, un nome di mestiere ecc.) dato ad una famiglia per distinguerla dalle altre famiglie che componevano un gruppo sociale. Il gran numero di variazioni ortografiche e il patrimonio linguistico italiano sono alcuni dei fattori che spiegano la grande varietà dei cognomi italiani. Mentre una larga messe di cognomi ha diffusione nazionale (Rossi, Russo, Bianchi, Fontana etc.), alcuni sono diffusi in specifiche aree geografiche e linguistiche. Una parte minoritaria dei cognomi presenti in Italia è di origine straniera (francese, spagnola, tedesca ecc.) o indicano un'origine forestiera, a testimonianza delle varie migrazioni e/o dominazioni che si sono verificate nel corso dei secoli.
Il cognome è il nome che indica a quale famiglia appartiene una persona e, assieme al prenome (o "nome proprio di persona"), forma l'antroponimo. In italiano è uso corretto scrivere il cognome sempre dopo il nome proprio di persona, con la sola eccezione dei casi in cui sia indispensabile o logica l'anteposizione per evidenti motivi di praticità nella ricerca, come negli elenchi alfabetici, dove tuttavia il cognome dovrebbe essere separato dal nome da una virgola (esempio: Rossi, Mario). È diffusa, a livello popolare anche l'errata usanza opposta, deprecata dalla grammatica, dove il cognome anticipa il nome.
Il romanzo esistenzialista italiano è un genere letterario sviluppatosi in Italia a partire, indicativamente, dal 1904 e caratterizzato da forti influenze da parte dell'omonima corrente filosofica dell'Esistenzialismo.
Miranda è un cognome con due diverse origini etimologiche. La prima lo fa risalire al toponimo Miranda, nome di varie località in Portogallo e Spagna e di un comune italiano in provincia di Isernia, toponimo a sua volta derivato dal latino mirandus ("meraviglioso", "ammirevole"). La seconda etimologia deriva invece dalla parola spagnola miralla, che significa "torre di guardia". Il cognome Miranda è uno dei più antichi cognomi spagnoli ed è attestato fino dal VIII secolo nel regno delle Asturie. Dalle Asturie si estese in Portogallo e in diverse province dei Paesi Baschi, nel regno di Navarra e nel regno di Castilla e Leon. Quindi a partire dal periodo del basso medio evo si diffuse in altre zone della penisola iberica e, progressivamente, in diversi altri paesi del mondo: Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Brasile, Messico, Venezuela, Filippine, ecc.... In Italia è presente almeno fin dal XIII secolo in diverse zone del Regno di Napoli e in Inghilterra dal 1565 a Londra.
In generale in India non esiste il cognome vero e proprio, solo con l'epoca coloniale si è iniziato a utilizzare i nomi propri con funzione equivalente a quella dei cognomi occidentali.
Bellizzi Irpino è una frazione di Avellino di 842 abitanti, già comune autonomo fino al 1938. È situata alla periferia meridionale di Avellino a 3 km dal centro cittadino, si posa su una collina ai piedi del monte Faliesi, a 392 m s.l.m., confina ad est con il comune di Aiello del Sabato, a sud con il comune di Contrada e a nord col Rione san Tommaso di Avellino. È raggiungibile attraverso la strada statale che collega Avellino a Salerno detta via dei Due Principati. Anticamente denominato il Casale delle Bellezze, qui i Caracciolo ospitavano i cugini regnanti delle Due Sicilie che da Napoli venivano ad Avellino. Piccolo villaggio abitato per lo più da contadini e mastri operai addetti all'edilizia, si reggeva su un'economia prevalentemente agricola, e malgrado ripetuti tentativi di accorpamento al comune capoluogo già avviati nel corso del XIX secolo, conservò la sua autonomia municipale fino al 1938. Con Regio Decreto del 12 luglio 1938, il comune di Bellizzi, che all'epoca contava 864 abitanti, risultante mancante "di mezzi per provvedere adeguatamente ai pubblici servizi" fu aggregato a quello di Avellino. A pagina 593 del Giornale degli economisti e annali di economia, Volume 53 del 1938, veniva indicato, con la sua superficie di tre ettari, come il comune più piccolo d'Italia. Con la nascita delle circoscrizioni previste dalla legge 278/1976 fu inserito nella VII Circoscrizione della città di Avellino, insieme alle limitrofe contrade S.Oronzo e Cretazzo. Nei pressi della frazione è posto il penitenziario di Avellino, un carcere di massima sicurezza. Via Giancola è la stradina principale di Bellizzi Irpino, dove tra l'altro c'è l'ex municipio (poi sede della circoscrizione) e la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. Di fronte alla Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli si trova la Chiesa del Purgatorio, sede dell'omonima Confraternita fondata l'8 dicembre 1865 dal fervore religioso di 18 confratelli e consorelle. Il nome "Anime del Purgatorio" nasceva dall'abitudine, diffusa tra alcuni confratelli, di lasciare, dopo la morte, consistenti lasciti perché la Congrega pregasse per le loro anime, così da garantire loro l'accesso al Paradiso. L'assoluta mancanza nel corso del Medio Evo di qualsiasi forma di assistenza pubblica e delle più elementari garanzie specialmente per la parte più disagiata delle collettività, in gran parte perdurata fino a tempi abbastanza recenti, ed al tempo stesso il bisogno di ben operare per amore e timore di Dio, furono le principali motivazioni che indussero i cristiani ad associarsi per aiutarsi reciprocamente.. Nella zona superiore di Bellizzi sono situati dei prefabbricati atti ad ospitare gli sfollati del terremoto dell'Irpinia del 1980, tuttora sono abitati. La frazione è circondata da noccioleti, su cui si basa l'agricoltura della zona. Le tradizioni folkloristiche di questo paesino sono legate al Palio della Botte, di cui Bellizzi si aggiudicò la competizione inaugurale del 1998, ( con il nome storico di "Bellezze". Altri successi sono stati conseguiti negli anni 2000, 2010, 2013, 2014, 2016 e 2018, detenendo insieme alla Contrada Tuoppolo, il record di 7 vittorie) e, soprattutto alla rappresentazione carnevalesca Zeza, nonché alla processione in onore di Santa Maria di Costantinopoli, tenuta la prima domenica di Settembre, durante la quale la statua della Madonna è portata a spalla lungo il paese. La Zeza di Bellizzi nel 2012 ha compiuto 400 anni. A differenze delle Zeze diffuse nella provincia di Avellino, quella di Bellizzi ha due particolarità: innanzitutto è l'unico gruppo folk della città capoluogo ed inoltre, almeno a detta di Roberto De Simone, antropologo e studioso delle tradizioni popolari, è la depositaria del testo più autentico all'originale francese, risalente al XVI secolo. Roberto De Simone si ispirò proprio alla Zeza di Bellizzi per scrivere la sua 'Gatta Cenerentola'. I figuranti, come da tradizione, sono solo maschi. Le donne collaborano alla preparazione dei tradizionali abiti. Alle tradizioni bellizzane appartiene anche la scampagnata "fuori porta", che si tiene nel giorno di Pasquetta, presso la località San Raffaele, nel comune di Aiello del Sabato, presso i giardini e il tempietto, al Santo dedicato, della villa Cerullo. Nel 1956 la S.F.I. (Società Filoviaria Irpina) collegò la frazione di Bellizzi Irpino al centro del comune capoluogo istituendo la sua terza autolinea filoviaria. I filobus rimasero funzionanti fino al novembre 1973, quando furono sostituiti dagli autobus urbani.. Nel mese di gennaio 2014 hanno avuto inizio i lavori di ristrutturazione della Piazza centrale della frazione, Piazza Napoli (già Piazza Roma), sede del palazzo scolastico. Nel 1931 l'allora podestà Evaristo Cerullo aveva dotato la piazza di un monumento funebre dedicato alla memoria di Arnaldo Mussolini, successivamente rimosso. L'aria salubre della collina su cui sorge Bellizzi Irpino, ricordata (aria buona) a pag.142 della Istorica descrizione del Regno di Napoli (1823, Giuseppe Maria Alfano) nonché la sua posizione soleggiata, ne fecero sede, nel ventennio fascista, di una colonia elioterapica per bambini.
Anna Maria Ortese (Roma, 13 giugno 1914 – Rapallo, 9 marzo 1998) è stata una scrittrice italiana. Ha ricevuto il Premio Strega e il Premio Viareggio.