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Il Simbolo niceno-costantinopolitano, detto anche Credo niceno-costantinopolitano, è una formula di fede relativa all'unicità di Dio, alla natura di Gesù e, implicitamente, pur senza usare il termine, alla trinità delle persone divine. Composto, in origine, dalla formulazione approvata al primo concilio di Nicea (325) (a cui vennero aggiunti ampliamenti, relativi anche allo Spirito Santo, nel primo concilio di Costantinopoli) esso fu redatto a seguito delle dispute che attraversavano la chiesa del IV secolo, soprattutto a causa delle teorie cristologiche di Ario (Arianesimo). Il simbolo niceno-costantinopolitano è ampiamente usato nella liturgia cristiana: viene infatti recitato durante la Messa. Il termine "simbolo" è derivato dal greco σύμβολον, che inizialmente aveva il senso di "tessera di riconoscimento" o contrassegno: due persone spezzavano una tessera di terracotta o un pezzo di legno e ne conservavano ognuno una delle due parti, così che, più tardi, il perfetto combaciare delle due parti messe insieme provava l'identità delle persone o dei rispettivi delegati. Così il simbolo della fede è la tessera o segno di riconoscimento tra i fedeli cristiani. Nella Chiesa dei primi secoli esisteva un rito chiamato Traditio Symboli (cioè Consegna del Simbolo, o Credo) con il quale la Chiesa, metaforicamente, "metteva insieme" (questo il senso della parola greca symbolon) e "consegnava" ai catecumeni una sorta di sintesi delle verità in cui crede.
Il Credo o Simbolo degli apostoli (Symbolum apostolorum o Symbolum apostolicum) è un'antichissima formula di fede della religione cristiana. Fino al XV secolo venne attribuito agli stessi apostoli.
Con il termine luteranesimo si indica la confessione religiosa cristiana della riforma protestante sviluppata da Martin Lutero, che si ispira a lui e ai teologi che ne raccolsero l'eredità.
Si dice liturgia protestante ogni insieme di rituali e pratiche religiose in uso presso una qualsiasi delle chiese cristiane che hanno aderito alla Riforma protestante. Il termine protestante tuttavia è abbastanza generico perché, data la moltitudine di confessioni cristiane sorte durante e dopo la Riforma, ogni chiesa ha sviluppato un proprio sistema liturgico. La celebrazione liturgica tra i protestanti viene generalmente detta culto evangelico (cfr. Chiese evangeliche). La differenza essenziale tra le varie chiese protestanti si focalizza soprattutto sul sacramento del battesimo e sulla questione della presenza reale di Cristo all'interno dell'Eucaristia; in alcune chiese protestanti minoritarie, nonostante i comandamenti che Gesù proferisce agli apostoli durante l'Ultima Cena, il rito eucaristico non viene considerato e quindi nemmeno celebrato.
La liturgia delle Ore è la preghiera ufficiale della Chiesa cattolica. Consiste nel canto di salmi, cantici e inni, con l'aggiunta di preghiere e letture dalla sacra Scrittura. Essa, secondo la stessa Chiesa, è partecipazione sacramentale alla preghiera personale di Gesù Cristo: egli continua incessantemente a pregare e lodare il Padre nella preghiera della Chiesa. Per il Rito Romano sono disponibili due edizioni ufficiali in lingua italiana: quella maggiore composta da quattro volumi e l'estratto in volume unico "La preghiera del mattino e della sera". La liturgia delle Ore è regolamentata dai Principi e Norme per la Liturgia delle Ore (PNLO).
La liturgia (traslitterazione del greco λειτουργία, letteralmente "azione per il popolo") è «il servizio pubblico, liberamente assunto, in favore del popolo».
Un credo in senso religioso è l'affermazione della propria credenza in una religione o una dottrina, con cui si esprime un simbolo di fede. Il termine deriva dal latino credo, e può essere utilizzato come sinonimo di fede nel caso specifico per indicare la religione che si professa.