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Il Liber (o Carmina) è una raccolta di poesie in vario metro del poeta romano Gaio Valerio Catullo.
Il carme XXXI è il trentunesimo carme del Liber catulliano. Il carme 31 appartiene alla prima parte del Liber, le Nugae. Nel breve componimento Catullo racconta del ritorno nel 56 a.C. nella nativa Sirmione, da cui i titoli solitamente attribuiti quali A Sirmione o Ritorno a Sirmione. Catullo aveva infatti intrapreso un viaggio in Tinia e in Bitinia con il patrono Gaio Memmio in quanto tali viaggi erano spesso occasione per arricchirsi.
Il carme XVI è il sedicesimo carme del Liber Catullianus. Il carme 16 appartiene alle Nugae ed è uno dei più famosi carmina osceni (o profani) scritti da Catullo. In questo carme Catullo esprime tutta la sua rabbia contro Aurelio e Furio, colpevoli di averlo criticato per essere stato troppo licenzioso nonché effeminato nella scrittura del Carme 5. Catullo insulta molto pesantemente i due e minaccia di stuprarli.
Il carme VIII è l'ottavo carme del Liber catulliano. Il carme appartiene alla prima parte del Liber, le Nugae. Il tema del carme è il rapporto di Catullo con Lesbia. Nella prima parte il poeta si rivolge a se stesso affinché consideri la relazione tra i due del tutto conclusa. Nella seconda parte il poeta si rivolge all'amata maledicendola ("Scelesta, vae te" v.15) e dicendo che non sarà più amata nello stesso modo con cui il poeta stesso aveva fatto. La poesia è circolare, si conclude, infatti, nello stesso modo con cui inizia. È probabile che la poesia rappresenti il momento della separazione definitiva a causa dell'intenso sentimento di nostalgia di cui è impregnata.