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L'ordinario (latino ordinarium) è l'insieme delle parti della messa (Ordinarium missae) o delle ore canoniche (Ordinarium officii), secondo il rito romano della Chiesa cattolica, il cui testo rimane immutato nei periodi dell'anno liturgico o nella commemorazione di un santo o di un evento significativo. Il termine si usa in contrapposizione a proprio che è l'insieme delle parti della liturgia il cui testo varia in base alla data o all'occasione liturgica. Le parti dell'ordinario sono dette anche parti fisse, proprio perché non dipendono dal giorno o dalla festa. I canti dell'ordinario sono chiamati dal nome delle loro prime parole: Kyrie Gloria Sanctus e Benedictus Agnus Deiai quali bisogna aggiungere il CredoIl credo è un’aggiunta abbastanza “recente”, poiché costituisce un recitativo corale, assieme al Padre Nostro. Non è un caso: il Credo e il Padre nostro vengono definite dalla Chiesa le “consegne del Battesimo”. Da questo è preferibile non inserire il Credo come canto dell’ordinario per due ragioni: assieme al Padre Nostro, questi due recitativi: siano cantati da tutti siano conosciuti in lingua latina, proprio per favorire la comunione in caso di celebrazioni polinguistiche.Il libro che raccoglie l'insieme dei canti dell'ordinario è detto Kyriale dal nome del primo canto. Nel repertorio del canto gregoriano questi canti sono stati raggruppati in modo da formare delle "messe", cioè collezioni che comprendono un Kyrie, un Gloria, un Sanctus e un Agnus Dei. Queste presentazioni però non devono trarre in inganno: questo lavoro frutto della restaurazione gregoriana del secolo scorso non riflette una verità storica. In effetti il Kyriale costituisce un repertorio composito di origine regionale. Negli altri riti liturgici della Chiesa cattolica, tuttavia, vi sono degli ordinari della messa differenti: per esempio nel rito ambrosiano l'Agnus Dei non è mai presente (salvo che nelle esequie).
La Messa di requiem in Re minore K 626 è l'ultima composizione di Wolfgang Amadeus Mozart. Rimasta incompiuta per la morte dell'autore, avvenuta il 5 dicembre 1791, fu completata successivamente dall'amico e allievo Franz Xaver Süssmayr.
La Missa solemnis in do minore K 139 (detta in tedesco Waisenhausmesse) è una messa composta da Wolfgang Amadeus Mozart in occasione della consacrazione della chiesa dell'orfanotrofio di via Renn a Vienna. Benché sia una composizione precoce, è molto interessante in quanto la si può immaginare come manifesto programmatico dell'attività compositiva mozartiana per quanto concerne la musica sacra. Infatti è altamente significativa la concezione di Mozart della musica da chiesa: formale ed istituzionale, concezione che si evince anche dal fatto che tanto più rigidamente si attiene a questo sistema formale, tanto più si sente libero da costrizioni pratiche, dovute spesso alle consuetudini liturgiche o alle direttive espresse dalla gerarchia ecclesiastica (nella fattispecie quelle emanate dall'arcivescovo di Salisburgo.
La messa è una composizione sacra che comprende un insieme coerente di parti, suscettibile di servire come accompagnamento alla liturgia eucaristica o Celebrazione eucaristica, prevalentemente quella della Chiesa cattolica, ma anche della chiesa anglicana o luterana.
Kyrie eleison è una preghiera della liturgia cristiana. L'espressione è scritta in greco (Κύριε ἐλέησον) e Kyrie eleison è la traslitterazione dell'espressione in latino. Nella liturgia italiana è stata tradotta con Signore pietà; tuttavia, con maggiore aderenza, potrebbe essere tradotta anche come Signore, abbi benevolenza. Generalmente la formula è pronunciata secondo la pronuncia itacistica del greco, suonando così: [ˈkirie eˈlɛjson], o anche [ˈkirje eˈlɛjzon]; secondo la pronuncia erasmiana dovrebbe invece pronunciarsi: ['kyrie eˈleɛːson]. Vi sono espressioni simili in alcuni salmi e all'interno dei Vangeli: il Kyrie è la più antica testimonianza di uso liturgico cristiano, risalente al IV secolo nella chiesa di Gerusalemme, e al V secolo nella messa di rito romano. È usata come preghiera litanica e risposta a determinate invocazioni.
Il Gloria in excelsis Deo, detto anche inno angelico o dossologia maggiore, è una preghiera della liturgia cattolica. La locuzione latina significa gloria a Dio nel più alto (sottinteso dei cieli). Il Gloria in excelsis Deo è un antichissimo inno della liturgia cristiana. Insieme al Magnificat, al Benedictus e al Nunc dimittis, e diversi altri canti dell'Antico Testamento, fu incluso nel Libro delle Odi, una raccolta liturgica presente in diversi manoscritti della Septuaginta. Fino al XIX secolo, la preghiera era anche chiamata Cantico degli angeli (tradotta col "Voi": Noi vi benediciamo, vi adoriamo, ecc.), e differenziato dal Sanctus che era detto Cantico dei Santi in cielo, dove per santi si intendono sia gli angeli che gli esseri umani (le anime dei defunti, o coloro che sono assunti in anima e corpo).. Comprendeva anche il Kyrie, anche perché se si pronuncia (o canta) in latino il Gloria in excelsis Deo è d'obbligo pronunciare (o cantare) il Kyrie.
Agnus Dei è un'espressione evangelica in lingua latina che significa Agnello di Dio e si riferisce a Gesù Cristo nel suo ruolo di vittima sacrificale per la redenzione dei peccati dell'umanità. Con Agnus Dei o agnello pasquale si indica anche una particolare immagine della simbologia dell'arte ecclesiastica: un agnello che porta una croce, e che rappresenta appunto Cristo. Agnus Dei è anche il nome comunemente attribuito alla litania che inizia con queste parole. È basata su Giovanni 1, 29.36 e viene utilizzata nella liturgia della messa nel rito romano durante i riti della frazione del pane e dell'immistione. Nel rito anglicano, le parole dell'Agnus Dei, in inglese, possono essere cantate durante la Santa Comunione. L'Agnus Dei non è presente nel rito ambrosiano.