Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Agnus Dei è un'espressione evangelica in lingua latina che significa Agnello di Dio e si riferisce a Gesù Cristo nel suo ruolo di vittima sacrificale per la redenzione dei peccati dell'umanità. Con Agnus Dei o agnello pasquale si indica anche una particolare immagine della simbologia dell'arte ecclesiastica: un agnello che porta una croce, e che rappresenta appunto Cristo. Agnus Dei è anche il nome comunemente attribuito alla litania che inizia con queste parole. È basata su Giovanni 1, 29.36 e viene utilizzata nella liturgia della messa nel rito romano durante i riti della frazione del pane e dell'immistione. Nel rito anglicano, le parole dell'Agnus Dei, in inglese, possono essere cantate durante la Santa Comunione. L'Agnus Dei non è presente nel rito ambrosiano.
La Messa in Si minore (BWV 232) è una composizione di musica sacra scritta da Johann Sebastian Bach. Come il nome stesso spiega, si tratta della trasposizione musicale della Messa nell'usuale lingua latina del rito cattolico, quella che viene definita messa cantata. Alcune parti della Messa in Si minore risalgono al 1724, tuttavia l'insieme è stato completato nella forma attuale nel 1749, l'anno prima della morte del compositore, avvenuta nel 1750.
La messa è una composizione sacra che comprende un insieme coerente di parti, suscettibile di servire come accompagnamento alla liturgia eucaristica o Celebrazione eucaristica, prevalentemente quella della Chiesa cattolica, ma anche della chiesa anglicana o luterana.
Il Santo, in lingua latina Sanctus o Tersanctus o Trisagio angelico, è un inno dell'ordinario della Messa cattolica. Esso è parte integrante del prefazio, del quale costituisce la conclusione, prima dell'inizio della preghiera eucaristica; esso viene cantato o recitato ad alta voce dal sacerdote insieme al popolo sia nella forma ordinaria, sia in quella straordinaria.È usato in quasi tutti i riti delle liturgie cattoliche, ortodosse e in molte protestanti. Quest'inno è un invito rivolto alla Chiesa terrestre ad unirsi ai cori celesti nella lode al Signore. La prima parte del Sanctus è stata introdotta nella liturgia cattolica alla fine del IV secolo.Il testo della seconda parte, il Benedictus, è tratto dal Vangelo secondo Matteo (21,9), nel contesto del racconto dell'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme la domenica delle palme. L'affermazione solenne della santità e trascendenza di Dio dell'universo è completata da questa affermazione al Cristo re che cita il salmo della messa del giorno di Pasqua (117,6). Questa seconda parte è attestata nella Messa romana solo nel VII secolo.Il Santo è stato spesso musicato insieme alle altre parti della Messa.
La Missa solemnis in do minore K 139 (detta in tedesco Waisenhausmesse) è una messa composta da Wolfgang Amadeus Mozart in occasione della consacrazione della chiesa dell'orfanotrofio di via Renn a Vienna. Benché sia una composizione precoce, è molto interessante in quanto la si può immaginare come manifesto programmatico dell'attività compositiva mozartiana per quanto concerne la musica sacra. Infatti è altamente significativa la concezione di Mozart della musica da chiesa: formale ed istituzionale, concezione che si evince anche dal fatto che tanto più rigidamente si attiene a questo sistema formale, tanto più si sente libero da costrizioni pratiche, dovute spesso alle consuetudini liturgiche o alle direttive espresse dalla gerarchia ecclesiastica (nella fattispecie quelle emanate dall'arcivescovo di Salisburgo.
Il proprio (latino proprium) è l'insieme delle parti della messa (Proprium missae) e della liturgia delle ore (Proprium officii) della Chiesa cattolica, il cui testo varia secondo i periodi dell'anno liturgico o della commemorazione di un santo o di un evento significativo. Il termine si usa in contrapposizione a ordinario che è l'insieme delle parti della liturgia il cui testo rimane costante o comunque non subisce modifiche in base alla data. Le parti del proprio sono dette anche parti mobili, proprio perché cambiano a seconda della celebrazione e conferiscono alla celebrazione e ai tempi liturgici di cui fanno parte una qualità particolare ed una caratteristica unica. I canti del proprium sono la parte più autentica ed originale del repertorio gregoriano. In essi si distinguono i canti della Schola: Introito Sequenza Offertorio Communiodai canti riservati al solista: Graduale Alleluia Tratto.Nel canto gregoriano autentico i canti del proprium detenevano la supremazia. Con l'avvento della polifonia si è creato uno squilibrio a favore dell'ordinarium. Anche attualmente, in una prassi oramai consolidata, comporre una Messa significa comporre solo le parti fisse dell'ordinario: il Kyrie, il Gloria, raramente il Credo, il Sanctus e l'Agnus Dei. I canti del proprium erano raccolti nel libro liturgico detto Graduale; recentemente vi vengono raccolti anche i canti dell'ordinario, che anticamente venivano raccolti in un libro chiamato Kyriale. I canti riservati al solista erano raccolti nel Cantatorium, che conteneva anche gli incipit degli altri canti.
La Messa Glagolitica (Ceco: Glagolská mše, Church Slavonic: Mša glagolskaja, o anche Missa Glagolitica o Messa Slavica) è una grande composizione per coro, orchestra, 4 voci e organo del musicista ceco Leoš Janáček, commissionata come creazione per celebrare l'anniversario della celebrazione della indipendenza della Cecoslovacchia nel 1926 e ad oggi considerata dai critici musicali una delle sue composizioni più importanti ed eseguite nel mondo, assieme anche alla Sinfonietta e alle sue opere liriche. L'idea per la composizione è stata suggerita da un amico clericale che, criticando la scarsità di musica religiosa in Cecoslovacchia, ha suggerito al amico compositore di cimentarsi in una messa egli stesso, ma che però doveva essere diversa dalle solite messe musicali orchestrali. Perciò Janáček, un ateo convinto e fervente critico della Chiesa Cristiana, ha optato per una tradizionale impostazione latina e ha scelto di musicare un testo slavo della vecchia chiesa ceca (anche se in realtà è un ibrido della lingua estinta). Il termine "glagolitico" si riferisce infatti alla lingua originale in cui era scritto lo slavo della vecchia chiesa ceca. La Messa fu iniziata poco dopo il viaggio di Janáček in Gran Bretagna nel 1926 e i suoi cinque movimenti vocali corrispondono alla massa cattolica (meno "dona nobis pacem" nell'Agnus). In effetti i lavori per la creazione della messa iniziarono come ambientazione latina del Kyrie, Agnus e Credo per organo e coro, già nel 1908. L'opera fu soggetta a una serie di successive alternanze sia del compositore che anche dopo la sua morte quando l'opera fu pubblicata.
Kyrie eleison è una preghiera della liturgia cristiana. L'espressione è scritta in greco (Κύριε ἐλέησον) e Kyrie eleison è la traslitterazione dell'espressione in latino. Nella liturgia italiana è stata tradotta con Signore pietà; tuttavia, con maggiore aderenza, potrebbe essere tradotta anche come Signore, abbi benevolenza. Generalmente la formula è pronunciata secondo la pronuncia itacistica del greco, suonando così: [ˈkirie eˈlɛjson], o anche [ˈkirje eˈlɛjzon]; secondo la pronuncia erasmiana dovrebbe invece pronunciarsi: ['kyrie eˈleɛːson]. Vi sono espressioni simili in alcuni salmi e all'interno dei Vangeli: il Kyrie è la più antica testimonianza di uso liturgico cristiano, risalente al IV secolo nella chiesa di Gerusalemme, e al V secolo nella messa di rito romano. È usata come preghiera litanica e risposta a determinate invocazioni.
Il Gloria in excelsis Deo, detto anche inno angelico o dossologia maggiore, è una preghiera della liturgia cattolica. La locuzione latina significa gloria a Dio nel più alto (sottinteso dei cieli). Il Gloria in excelsis Deo è un antichissimo inno della liturgia cristiana. Insieme al Magnificat, al Benedictus e al Nunc dimittis, e diversi altri canti dell'Antico Testamento, fu incluso nel Libro delle Odi, una raccolta liturgica presente in diversi manoscritti della Septuaginta. Fino al XIX secolo, la preghiera era anche chiamata Cantico degli angeli (tradotta col "Voi": Noi vi benediciamo, vi adoriamo, ecc.), e differenziato dal Sanctus che era detto Cantico dei Santi in cielo, dove per santi si intendono sia gli angeli che gli esseri umani (le anime dei defunti, o coloro che sono assunti in anima e corpo).. Comprendeva anche il Kyrie, anche perché se si pronuncia (o canta) in latino il Gloria in excelsis Deo è d'obbligo pronunciare (o cantare) il Kyrie.