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Il Liber monstrorum de diversis generibus è un repertorio mitografico adespoto, un catalogo ragionato di ciò che vi è in natura di portentoso, mosso dalla volontà critica di chiarire quanto le definizioni sui mostri siano vere o confutabili. Scritto probabilmente a metà dell’VIII secolo d. C. in ambiente anglosassone, potenzialmente vicino alla temperie culturale di Aldelmo di Malmesbury (abate che morì nel 709), è tràdito da sei manoscritti (IX-X secolo) in minuscola carolina. Il libro è diviso in tre parti, proprio come la Chimera di cui parla: quasi umani (dalle razze ai casi singoli), animali e serpenti, tutti esseri provenienti dai quattro angoli del mondo, l’Oceano, il lontano Nord, i deserti Africani e lo sterminato Est.
Fortunio Liceti (Rapallo, 3 ottobre 1577 – Padova, 16 giugno 1657) è stato un medico, filosofo e scienziato italiano, allievo ed erede di Cesare Cremonini.
Il pensiero di Aristotele ha conosciuto varie e contrastanti interpretazioni nella storia del pensiero occidentale: ad esempio i neoplatonici cercarono di armonizzare il suo pensiero con quello di Platone dando un'immagine di Aristotele teologo ed insieme di scienziato. Questa visione del pensiero aristotelico fu ripresa dagli arabi, in particolare da Avicenna che tentò di accordarlo con la religione islamica. Nel pensiero cristiano medioevale Aristotele sarà il fulcro della filosofia di San Tommaso che elaborerà una teologia, fondata su principi aristotelici, che proseguirà nel neotomismo. Nel Rinascimento si separerà nettamente l'Aristotele scienziato della natura da Platone interessato alla spiritualità umana e alla ricerca religiosa. Un'estremizzazione delle due filosofie questa che vedrà, ad esempio, Pomponazzi, che sulla base di Alessandro di Afrodisia, darà di Aristotele una interpretazione del tutto materialista e negatrice di ogni aspetto religioso. Con l'avvento della scienza moderna, il declino delle teorie astronomiche e fisiche di Aristotele rese obsoleta parte della sua filosofia. L'interesse per la speculazione aristotelica, con la fondazione di una metafisica realista, rinacque nel XIX secolo nell'ambito degli studi storici dell'età classica e della reazione all'idealismo.
Il poema di Parmenide, indicato dai commentatori posteriori con il titolo di Sulla natura, o Intorno alla natura a seconda delle traduzioni (dal greco Περί Φύσεως, Perí Physeos), può essere considerato il primo vero e proprio testo filosofico della storia del pensiero occidentale L'opera, della quale ci sono giunti diciannove frammenti, per un totale di 154 versi, si compone di un Proemio (fr. I, 1-32), e di una trattazione in due parti: La via della Verità (fr. II, 8-49) e La via dell'Opinione (fr. VIII, 50; fr. XIX, 3). Il Proemio ci è pervenuto interamente, la prima parte in larga misura, della seconda restano invece solo alcuni brevi frammenti privi di connessione organica. Il Poema sulla natura ci è pervenuto grazie alle citazioni di Simplicio nel De coelo (De cœlo 556, 25) e nei suoi commenti alla Fisica di Aristotele (In Aristotelis Physica commentaria), di Sesto Empirico in Adversus mathematicos (libro VII), e di altri scrittori antichi.
Anicio Manlio Torquato Severino Boezio (in latino: Anicius Manlius Torquatus Severinus Boethius; Roma, 475/477 – Pavia, 524/526) è stato un filosofo e senatore romano. Noto come Severino Boezio, o anche solo come Boezio, con le sue opere ha avuto una profonda influenza sulla filosofia cristiana del Medioevo, tanto che alcuni lo collocarono tra i fondatori della Scolastica. Fu principale collaboratore del re Teodorico, ricoprendo la carica di magister officiorum. Boezio, nel clima di rilancio della cultura che la pace rese possibile durante il regno del re goto, concepì l'ambizioso progetto di tradurre in latino le opere di Platone e di Aristotele. Teodorico, nei suoi ultimi anni, divenne sospettoso di tradimenti e congiure, e Severino venne imprigionato a Pavia e giustiziato. Papa Leone XIII ne approvò il culto per la Chiesa in Pavia, che ne custodisce i resti nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro e lo festeggia il 23 ottobre.
La parola ircocervo deriva dal latino hircocervus, parola composta da hircus ("capro") e cervus ("cervo"), e designa un animale mitologico per metà caprone e per metà cervo. Viene anche denominato tragelafo e descritto come: Col tempo l'uso letterale del termine è stato abbandonato in favore di quello metaforico per riferirsi a cose assurde ed irreali.
Ferdinando da Cordova, in spagnolo Fernando de Córdoba, noto in latino come Fernandus Cordubensis (Cordova, 1425 c. – Roma, 1485), è stato un filosofo neoplatonico spagnolo. Di straordinaria intelligenza, a 20 anni dominava latino, greco, ebreo, caldeo e arabo, e conosceva a memoria le opere di Platone, Aristotele, Ippocrate, Avicenna e altri autori. Era inoltre musicista, pittore e insegnante di diritto civile. Nel 1443 fu ambasciatore di Giovanni II di Castiglia presso Alfonso il Magnanimo nella sua corte di Napoli. Nel 1445 andò a Parigi, dove suacitò l'ammirazione e l'invidia dei dottori della Sorbona. Si giunse ad affermare che un uomo così istruito non poteva essere altri che l'Anticristo. Divenuto suddiacono, morì a Roma nel 1485 e fu sepolto nella Chiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli.Laurence Sterne lo menziona nel Tristram Shandy tra gli esempi di bambini prodigio.
Alessandro di Afrodisia (Afrodisia, II secolo – III secolo) è stato un filosofo greco antico, uno dei maggiori commentatori aristotelici dell'antichità.