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Il neorealismo è stato un movimento culturale, nato e sviluppatosi in Italia durante il secondo conflitto mondiale e nell'immediato dopoguerra, che ha avuto dei riflessi molto importanti sul cinema contemporaneo (soprattutto negli anni compresi tra il 1943 e il 1955 circa). In ambito cinematografico i maggiori esponenti del movimento, sorto spontaneamente e non codificato, furono, negli anni quaranta, i registi Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Giuseppe De Santis, Pietro Germi, Alberto Lattuada, Renato Castellani, Luigi Zampa, Alessandro Blasetti e gli sceneggiatori Cesare Zavattini e Sergio Amidei, cui si affiancheranno, nel decennio successivo, Luciano Emmer, Luigi Comencini, Gianni Puccini, Antonio Pietrangeli, Francesco Maselli, Carlo Lizzani e Francesco Rosi. In una posizione a sé stante si collocano Federico Fellini (per la cui cinematografia si conierà il termine di realismo magico e, successivamente, fantarealismo) e Michelangelo Antonioni, che inizialmente aderì al neorealismo con alcuni celebri documentari (fra cui Gente del Po del 1943/1947 e N. U. - Nettezza urbana, del 1948) e, in qualche misura, con il film Cronaca di un amore (1950), per poi prenderne le distanze nel corso degli anni cinquanta (il suo neorealismo venne inizialmente definito esistenzialismo dell'anima o anche esistenzialismo interiore). Il cinema neorealista è caratterizzato da trame ambientate in massima parte fra le classi disagiate e lavoratrici, con lunghe riprese all'aperto, e utilizza spesso attori non professionisti per le parti secondarie e a volte anche per quelle primarie. I film trattano soprattutto la situazione economica e morale del dopoguerra italiano, e riflettono i cambiamenti nei sentimenti e le condizioni di vita: speranza, riscatto, desiderio di lasciarsi il passato alle spalle e di cominciare una nuova vita, frustrazione, povertà, disperazione. Per una maggiore fedeltà alla realtà quotidiana, nei primi anni di sviluppo e di diffusione del neorealismo i film vennero spesso girati in esterno, sullo sfondo delle devastazioni belliche; d'altra parte, il complesso di studi cinematografici che era stato, dall'aprile del 1937, il centro della produzione cinematografica italiana, ossia Cinecittà, fu occupato nell'immediato dopoguerra dagli sfollati, risultando quindi temporaneamente indisponibile ai registi.
La notte di San Lorenzo è il nono film diretto dai fratelli Taviani. Affresco della campagna toscana dell'agosto del 1944, che fa da sfondo ad uno dei tanti drammi della seconda guerra mondiale, raccontato guardando però alle tenerezze, alla buona volontà, agli eroismi e alla paura della gente comune. Presentato in concorso al 35º Festival di Cannes, ha vinto il premio il Grand Prix Speciale della Giuria e il premio della giuria ecumenica. Gli eventi narrati nel film richiamano le drammatiche vicende della Strage del Duomo di San Miniato originariamente attribuita all'esercito tedesco, in realtà causata dagli Alleati. Il film è anche la prima occasione di collaborazione dei due registi con Nicola Piovani.
Paolo (San Miniato, 8 novembre 1931) e Vittorio Taviani (San Miniato, 20 settembre 1929 – Roma, 15 aprile 2018) erano, sino alla morte del secondo, una coppia consolidata di registi e sceneggiatori italiani.
Padre padrone è un film del 1977 scritto e diretto da Paolo e Vittorio Taviani, liberamente tratto dall'omonimo romanzo autobiografico di Gavino Ledda. La vicenda, ambientata in Sardegna, segue il riscatto d'un giovane pastore dal dispotico capofamiglia che, per necessità, lo strappò alla scuola da bambino lasciandolo analfabeta sino all'età di vent'anni. Considerato il capolavoro dei fratelli Taviani e una delle opere più rappresentative del cinema italiano degli anni settanta, grazie anche al realismo delle immagini e al notevole uso del suono. È una pellicola d'ispirazione poetica e di considerevole impatto visivo.Inizialmente concepito come sceneggiato tv, venne presentato al 30º Festival di Cannes dove si aggiudicò la Palma d'oro e il premio della critica internazionale FIPRESCI. Proiettato in Italia il 2 settembre del '77, fu il film spartiacque nella carriera dei Taviani e il loro maggior successo a livello internazionale, è stato in seguito inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare. Apprezzata anche la recitazione dei protagonisti, Saverio Marconi nella parte di Gavino Ledda e soprattutto Omero Antonutti in quella del padre, interpretata con grande intensità drammatica. Ben accolta anche Marcella Michelangeli, nel ruolo della madre di Gavino.Nonostante l'ottimo esito e i commenti entusiasti, alla sua distribuzione Padre padrone ricevette critiche fortemente negative da molti sardi, che si lamentarono per la cattiva rappresentazione della loro terra madre.Un docufilm intitolato Dalla quercia alla palma. I 40 anni di Padre padrone scritto e diretto da Sergio Naitza è stato presentato nel novembre 2017 in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. «L'idea è quella di rivisitare un film che ha segnato un momento importante del cinema nazionale e internazionale e che per anni ha lasciato un riverbero di polemiche in Sardegna» spiega Naitza.
Il cinema italiano è attivo sin dall'epoca dei fratelli Lumière. I primi filmati risalgono al 1896 e sono stati realizzati nelle principali città della penisola. Questi brevi esperimenti incontrano subito la curiosità del ceto popolare incoraggiando gli operatori a produrre nuove pellicole fino a porre le basi per la nascita di una vera industria cinematografica. Nei primi anni del novecento si sviluppa il cinema muto che avrà il merito di portare alla ribalta numerosi divi italiani e che troverà una battuta d'arresto alla fine della prima guerra mondiale.Negli anni trenta, con l'avvento del sonoro e la nascita di Cinecittà, il cinema italiano vive nuove fasi produttive, sotto il controllo politico e finanziario del regime fascista. Una nuova stagione si compie alla fine della seconda guerra mondiale con la nascita del cinema neorealista che raggiunge per tutto il dopoguerra un vasto consenso di pubblico e critica. Dalla metà degli anni cinquanta fino alla fine degli anni settanta, grazie al cinema d'autore, alla commedia all'italiana ed a molti altri generi, il cinema italiano raggiunge una posizione di grande prestigio sia nazionale che estera. A partire dagli anni ottanta, a causa di molteplici fattori, la produzione italiana attraversa una profonda crisi che non ha impedito la realizzazione di pellicole di qualità, premiate ed apprezzate in tutto il mondo.
A Snake of June (六月の蛇 Rokugatsu No Hebi?) è un film del 2002 di Shinya Tsukamoto.
Baciami, stupido (Kiss Me, Stupid) è un film del 1964 diretto dal regista Billy Wilder.
Il costruttivismo è un movimento culturale nato in Russia nel 1913, di poco precedente alla rivoluzione del 1917, che rifiutava il culto dell'"arte per l'arte" a favore dell'arte come pratica diretta verso scopi sociali. Il Costruttivismo come forza attiva durò fino a circa il 1934, esercitando grande influsso sulle esperienze artistiche della Repubblica di Weimar e altrove, prima di essere rimpiazzato dal Realismo Socialista. Spunti e suggestioni costruttivisti si ritrovano sporadicamente in altri movimenti artistici dell'epoca e successivi.
Smoking/No Smoking è un film del 1993 diretto da Alain Resnais. Produzione franco-italo-svizzera, il film si compone di due parti, ciascuna della durata di circa due ore e mezza. È l'adattamento di Intimate Exchanges, ciclo di pièce del commediografo britannico Alan Ayckbourn, del 1982.
Gianni Amelio (Magisano, 20 gennaio 1945) è un regista e sceneggiatore italiano.
Cesare deve morire è un film del 2012 diretto da Paolo e Vittorio Taviani. La pellicola, girata in uno stile docu-drama, narra la messa in scena del Giulio Cesare di William Shakespeare da parte dei detenuti di Rebibbia diretti dal regista teatrale Fabio Cavalli. Il film ha vinto l'Orso d'oro al Festival di Berlino 2012, riconoscimento che mancava al cinema italiano dal 1991, quando il premio era stata assegnato a La casa del sorriso di Marco Ferreri. Ha ricevuto inoltre otto candidature ai David di Donatello 2012, tra le quali quelle per miglior film e miglior regista e ne ha vinti 5, compresi i due citati.
Ornella Muti, pseudonimo di Francesca Romana Rivelli (Roma, 9 marzo 1955), è un'attrice italiana. Annoverata tra le più autorevoli e note attrici italiane, ha vinto numerosi premi: una Targa d'oro ai David di Donatello (1976), due Grolle d'oro, migliore attrice (1979), alla carriera (1998), tre Globi d'oro, migliore attrice (1982, 1988), alla carriera (2007), tre Ciak d'oro, migliore attrice protagonista (1988, 1989), Ciak d'oro speciale (2018), un Premio Pasinetti per l'attrice al Festival del Cinema di Venezia (1988) e due Nastri d'argento come migliore attrice protagonista (1988, 1989), su cinque candidature, di cui due come migliore attrice non protagonista. Ha ricevuto inoltre tre candidature come migliore attrice protagonista ai David di Donatello (1982, 1988, 1989) e una come migliore attrice agli European Film Awards (1988). Nella sua carriera ha interpretato vari generi, lavorando al fianco di registi come Damiano Damiani, Mario Monicelli, Dino Risi, Marco Ferreri, Carlo Verdone, Ettore Scola, John Landis, Francesca Archibugi, Woody Allen, Paolo Virzì, Umberto Lenzi e Francesco Nuti
Alberto Sordi (Roma, 15 giugno 1920 – Roma, 24 febbraio 2003) è stato un attore, regista, comico, sceneggiatore, compositore, cantante e doppiatore italiano. Fra i più importanti attori del cinema italiano con circa 200 film, è considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all'italiana con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi, un quartetto al quale è generalmente accostato anche Marcello Mastroianni. Inoltre, insieme ad Aldo Fabrizi e Anna Magnani, fu tra i massimi esponenti della romanità cinematografica.
Franco Taviani, conosciuto come Franco Brogi Taviani (Firenze, 20 novembre 1941), è un regista, sceneggiatore e scrittore italiano.
Bill Erwin (Honey Grove, 2 dicembre 1914 – Los Angeles, 29 dicembre 2010) è stato un attore statunitense. Nel 1948 sposò Lucy Frances MacLachlan, ebbero quattro figli e dal 1995 rimase vedovo. Erwin muore nel 2010 ed il suo corpo è stato cremato.
Alain Resnais (Vannes, 3 giugno 1922 – Parigi, 1º marzo 2014) è stato un regista francese. Si è distinto anche per la sua attività di teorico del cinema. Fu uno degli ispiratori teorici della Nouvelle Vague, di cui fu sempre punto di riferimento, pur non aderendovi mai ufficialmente. È ricordato a livello internazionale soprattutto per il suo capolavoro Hiroshima mon amour del 1959, considerato una delle prime opere ispirate alla Nouvelle Vague ed uno dei film francesi più celebri in assoluto. Durante la sua lunga carriera ha vinto numerosi premi cinematografici tra cui un Premio Oscar, un Golden Globe, un Premio BAFTA, sei Premi César, il Leone d'oro al Festival di Venezia e due Orsi d'argento al Festival di Berlino.
Brivido caldo (Body Heat) è un film del 1981 di Lawrence Kasdan. Il regista si ispira a La morte paga doppio (Double Indemnity), romanzo noir di James Cain, già trasposto in versione cinematografica da Billy Wilder con il lungometraggio La fiamma del peccato. Rispetto alla prima traduzione filmica e al romanzo, la pellicola di Kasdan è pervasa da un'atmosfera misogina e la trama è stata arricchita sia di elementi simbolisti sia di nuovi colpi di scena.
Luchino Visconti di Modrone, conte di Lonate Pozzolo (Milano, 2 novembre 1906 – Roma, 17 marzo 1976), è stato un regista e sceneggiatore italiano. Per la sua attività di regista cinematografico e teatrale e per le sue sceneggiature, è considerato uno dei più importanti artisti e uomini di cultura del XX secolo. È ritenuto uno dei padri del neorealismo italiano, ha diretto numerosi film a carattere storico, dove l'estrema cura delle ambientazioni e le ricostruzioni sceniche sono state ammirate e imitate da intere generazioni di registi.
Una questione privata è un film del 2017 diretto da Paolo e Vittorio Taviani, tratto dal romanzo Una questione privata di Beppe Fenoglio pubblicato nel 1963. È l'ultimo film diretto in coppia dai due fratelli, poiché Vittorio è deceduto pochi mesi dopo l'uscita del film.
Bertolt Brecht (IPA: [ˈbεɐ̯tɔlt ˈbʁεçt]), nato Eugen Berthold Friedrich Brecht (Augusta, 10 febbraio 1898 – Berlino Est, 14 agosto 1956) è stato un drammaturgo, poeta, regista teatrale e saggista tedesco.
Carlo Maietto (Viterbo, 2 dicembre 1937) è un produttore cinematografico italiano.
Billy Wilder, pseudonimo di Samuel Wilder (AFI: [ˈwaɪldər] o, secondo la pronuncia tedesca, [ˈvɪldɐ]) (Sucha Beskidzka, 22 giugno 1906 – Beverly Hills, 27 marzo 2002), è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico austriaco naturalizzato statunitense. Era fratello dello sceneggiatore e regista W. Lee Wilder. È considerato uno dei registi e sceneggiatori più prolifici ed eclettici nella storia del cinema statunitense ed è divenuto celebre come il padre della commedia brillante americana, ma è anche da annoverare fra i fondatori del genere noir.In circa cinquant'anni di carriera ha diretto oltre venticinque film e scritto settantacinque sceneggiature, usando talvolta - agli inizi - anche il nome di Billie Wilder (pronunciato alla tedesca e non all'inglese).
Liliana Nerli coniugata Taviani, meglio nota come Lina Nerli Taviani (Pisa, 16 novembre 1937) è una costumista italiana.
Carlo Cisventi (Garbagnate Milanese, 6 settembre 1929 – Milano, 21 maggio 1988) è stato un fotografo e fotoreporter italiano.
Francesco Nuti (Firenze, 17 maggio 1955) è un attore, regista, sceneggiatore produttore cinematografico e cantante italiano.
Il divismo è un fenomeno di costume nato nel XX secolo che consiste, essenzialmente, in un processo di "divinizzazione" di un individuo, la cui immagine diventa un'icona altamente simbolica e onnipresente nella vita della gente comune, al pari di quello che era stato per le icone religiose del passato. Gli oggetti di questo fenomeno vengono chiamati divi. Precedentemente si erano avuti, verso gli attori di teatro, fenomeni di ammirazione tali da farli divenire divi, sebbene il termine divismo non fosse stato ancora elaborato e utilizzato per tali situazioni: si pensi al francese François-Joseph Talma, agli inglesi Edmund Kean e David Garrick o alle attrici Sarah Bernhardt ed Eleonora Duse solo per citare alcuni esempi celebri. Il divismo cinematografico nacque forse in Italia, dove a Torino era presente una delle prime industrie cinematografiche già dagli anni dieci. In seguito divenne un fenomeno prettamente americano, con lo sviluppo di Hollywood e delle grandi case di produzione, che vedevano nei "divi" una sicura fonte di guadagno.
Hammamet è un film del 2020 diretto da Gianni Amelio. La pellicola racconta gli ultimi sei mesi di vita di Bettino Craxi, interpretato da Pierfrancesco Favino. Nel film nessuno dei personaggi è chiamato con il proprio vero nome, e la figura inventata di Fausto è un espediente narrativo voluto dal regista in funzione di "antagonista".
Elizabeth Banks, nata Elizabeth Irene Mitchell (Pittsfield, 10 febbraio 1974), è un'attrice, regista e produttrice cinematografica statunitense. Banks, che ha fatto il suo debutto cinematografico nel film indipendente Surrender Dorothy (1998), è nota per i suoi ruoli in film come Wet Hot American Summer, la trilogia di Spider-Man di Sam Raimi (2002-2007), 40 anni vergine (2005), Zack & Miri - Amore a... primo sesso (2008), Role Models (2008), The Next Three Days (2010), Voices (2012), Una notte in giallo (2014), The LEGO Movie (2014) e la serie di film di Hunger Games (2012-2015).
L'anno scorso a Marienbad (L'Année dernière à Marienbad) è un film del 1961 diretto da Alain Resnais. La sceneggiatura e i dialoghi sono dello scrittore Alain Robbe-Grillet, ispirato al romanzo L'invenzione di Morel dello scrittore argentino Adolfo Bioy Casares.
Morte a Venezia è un film drammatico del 1971 diretto da Luchino Visconti, tratto dal romanzo La morte a Venezia dello scrittore tedesco Thomas Mann. Presentato in concorso al 24º Festival di Cannes, grazie al quale Visconti vinse un Premio speciale del venticinquesimo anniversario. È il secondo capitolo della "trilogia tedesca", di cui fanno parte anche La caduta degli dei (1969) e Ludwig (1973).
Il cinema dei telefoni bianchi è un sottogenere cinematografico della commedia in voga in Italia tra il 1936 ed il 1943. Il nome deriva dalla presenza di telefoni di colore bianco nelle sequenze dei primi film prodotti in questo periodo, sintomatica di benessere sociale: uno status symbol atto a marcare la differenza dai telefoni "popolari" in bachelite, più economici e dunque maggiormente diffusi, che invece erano di colore nero. Altra definizione data a questi film è cinema déco per la forte presenza di oggetti di arredamento che richiamano lo stile internazionale déco, in voga in quegli anni. Parte della critica in anni più recenti la definisce anche commedia all'ungherese (con la famosa frase: "Andiamo a Budapest..."), perché, nonostante siano produzioni italiane, i soggetti e le sceneggiature di questi film sono spesso attinti da autori teatrali ungheresi, molto di moda in quel periodo storico; tali film erano spesso ambientati in stati immaginari dell'est europeo per ragioni censorie, in quanto argomento ricorrente di queste edulcorate commedie sentimentali era una minaccia di divorzio (all'epoca illegale in Italia) oppure d'adulterio (allora perseguibile come reato contro la morale).
Il cinema sonoro è il cinema in cui le immagini sono accompagnate dal suono. Il cinema nasce originariamente come cinema muto, cioè privo di suono, e solo successivamente è realizzata e impiegata la possibilità di aggiungere alle immagini il suono ad opera dell'invenzione nel 1914 del messinese Giovanni Rappazzo che per primo la brevettò nel 1921
Il cinema (dal greco antico κίνημα, -τος "movimento") è l'insieme delle arti, delle tecniche e delle attività industriali e distributive che producono come risultato commerciale un film. Nella sua accezione più ampia la cinematografia è l'insieme dei film che, nel loro complesso, rappresentano un'espressione artistica che spazia dalla fantasia, all'informazione, alla divulgazione del sapere. La cinematografia viene anche definita come la settima arte, secondo la definizione coniata dal critico Ricciotto Canudo nel 1921, quando pubblicò il manifesto La nascita della settima arte, prevedendo che la cinematografia avrebbe unito in sintesi l'estensione dello spazio e la dimensione del tempo. Fin dalle origini, la cinematografia ha abbracciato il filone della narrativa, diventando la forma più diffusa e seguita di racconto.
Dame Elizabeth Rosemond Taylor, nota anche come Liz Taylor (Londra, 27 febbraio 1932 – West Hollywood, 23 marzo 2011), è stata un'attrice e stilista statunitense, considerata l'ultima grande diva dell'era d'oro di Hollywood per le sue doti recitative e una delle più singolari bellezze cinematografiche. Esordì al cinema ancora bambina, divenendo celebre grazie ai film Torna a casa, Lassie! (1943) e Gran Premio (1944), e raggiunse l'apice del successo fra gli anni cinquanta e sessanta, durante i quali fu l'attrice più pagata di Hollywood e ricevette enormi consensi da parte della critica. Vinse due volte il Premio Oscar alla migliore attrice (a fronte di cinque candidature): nel 1961 per Venere in visone e nel 1967 per Chi ha paura di Virginia Woolf?; nel 1993 vinse l'Oscar Premio umanitario Jean Hersholt per le sue attività di beneficenza, in particolare per la lotta contro l'AIDS. Altri suoi celebri ruoli interpretati in età adulta sono quelli nei film Il padre della sposa (1950), Un posto al sole (1951), L'ultima volta che vidi Parigi (1954), Il gigante (1956), L'albero della vita (1957), La gatta sul tetto che scotta (1958), Improvvisamente l'estate scorsa (1959), Cleopatra (1963), La bisbetica domata (1967), Riflessi in un occhio d'oro (1968), X, Y e Zi (1972) e Assassinio allo specchio (1980). Oltre ai tre Oscar, la Taylor vinse quattro Golden Globe, un premio BAFTA e tre David di Donatello. Nel 1999 l'American Film Institute la inserì al settimo posto tra le più grandi star della storia del cinema, dietro Katharine Hepburn, Bette Davis, Audrey Hepburn, Ingrid Bergman, Greta Garbo e Marilyn Monroe.
Carlo Lizzani (Roma, 3 aprile 1922 – Roma, 5 ottobre 2013) è stato un regista, sceneggiatore, critico cinematografico e produttore cinematografico italiano.
Andrzej Witold Wajda (IPA: [ˈandʐɛj ˈvitɔlt ˈvajda]) (Suwałki, 6 marzo 1926 – Varsavia, 9 ottobre 2016) è stato un regista, sceneggiatore e direttore artistico polacco, considerato uno dei principali esponenti della scuola polacca di cinema. Quattro suoi film - La terra della grande promessa (1975), Le signorine di Wilko (1979), L'uomo di ferro (Palma d'oro al Festival del cinema di Cannes nel 1981) e Katyń (2007) - furono nominati come miglior film straniero agli Oscar, mentre nel 2000 Wajda ricevette dall' A.M.P.A.S. l'Oscar alla carriera.
Cesare Zavattini (Luzzara, 20 settembre 1902 – Roma, 13 ottobre 1989) è stato uno sceneggiatore, giornalista, commediografo, scrittore, poeta e pittore italiano. In ambito cinematografico, Zavattini (con all'attivo più di 60 film) è annoverato tra le figure più rilevanti del neorealismo italiano, di cui fu anche un teorico.
Giuliano Taviani (Roma, 8 novembre 1969) è un compositore italiano.
Caio Mario Garrubba (Napoli, 19 dicembre 1923 – Spoleto, 3 maggio 2015) è stato un fotoreporter italiano. Uno dei massimi esponenti della fotografia italiana del XX secolo diventa ben presto noto come "il fotografo del comunismo della speranza". Esclusivi i suoi reportage su Ho Chi Minh, Mao Zedong e Nikita Sergeevič Chruščёv. È stato il fotografo che con il suo obiettivo ha saputo mettere in risalto gli aspetti sociali e le contraddizioni del socialismo reale.
Con il termine "Classici Disney" vengono solitamente definiti in italiano i lungometraggi d'animazione prodotti dalla Walt Disney Animation Studios (precedentemente nota come Walt Disney Feature Animation e prima ancora come Walt Disney Productions), uno studio di animazione statunitense con sede a Burbank (contea di Los Angeles) che produce film d'animazione per la Walt Disney Company. Lo studio ha prodotto 59 lungometraggi a partire da Biancaneve e i sette nani (1937). La filmografia, ufficializzata nel 2008 dopo decenni di diatribe e ribadita in un video celebrativo nel 2010, include anche film di durata inferiore a 70 minuti (il più breve, Saludos Amigos, è un mediometraggio di 42 minuti) o composti anche da scene in live action (come I tre caballeros, composto quasi interamente in tecnica mista), ed è indipendente da qualsiasi marchio apparso in edizioni home video. L'elenco non include né i film Disney Pixar (come Toy Story o Alla ricerca di Nemo) né i sequel Disney (come Il ritorno di Jafar o Il re leone II - Il regno di Simba), a meno che non siano stati inclusi nel canone ufficiale (per esempio Bianca e Bernie nella terra dei canguri).
Cristina Comencini (Roma, 8 maggio 1956) è una regista, sceneggiatrice, drammaturga e scrittrice italiana.
Danton è un film del 1983 diretto da Andrzej Wajda. Ispirato al dramma storico L'affare Danton (1929), opera della polacca Stanisława Przybyszewska, il film racconta le ultime settimane di Georges Jacques Danton, uno dei protagonisti della Rivoluzione francese, dalla fine di marzo al 5 aprile 1794, quando venne giustiziato con la ghigliottina.
Bertrand Tavernier (Lione, 25 aprile 1941) è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico francese.
Claudia Cardinale, all'anagrafe Claude Joséphine Rose Cardinale (Tunisi, 15 aprile 1938), è un'attrice italiana. Annoverata tra le più celebri interpreti della storia del cinema italiano, durante la sua lunghissima carriera, durata più di sessant'anni, ha recitato in una vasta gamma di generi cinematografici, dai film drammatici a quelli storici, dalle commedie ai western. È stata definita l'attrice italiana più importante emersa negli anni sessanta ed è stata l'unica a conseguire una notorietà internazionale paragonabile a quella di Sophia Loren o di Gina Lollobrigida, entrambe facenti parte della precedente generazione di attrici negli anni cinquanta. La stampa internazionale l'ha spesso definita la donna più bella del mondo durante quel decennio.La sua «bellezza in pari tempo solare e notturna, delicata e incisiva, enigmatica e inquietante» è stata utilizzata e valorizzata dai maggiori autori dell'epoca d'oro del cinema italiano. Si ricordano in particolare le sue interpretazioni per: Mario Monicelli (I soliti ignoti), Luchino Visconti (Il Gattopardo, Vaghe stelle dell'Orsa...), Federico Fellini (8½), Mauro Bolognini (Il bell'Antonio, La viaccia, Senilità, Libera, amore mio!), Valerio Zurlini (La ragazza con la valigia), Luigi Comencini (La ragazza di Bube), Sergio Leone (C'era una volta il West), Luigi Zampa (Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata), Luigi Magni (Nell'anno del Signore) e Damiano Damiani (Il giorno della civetta). Nel febbraio 2011, il quotidiano statunitense Los Angeles Times l'ha nominata tra le 50 donne più belle della storia del cinema di tutti i tempi. Nel 1984 vince il Premio Pasinetti alla miglior attrice alla 42ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per Claretta. Ha inoltre vinto il Leone d'oro alla carriera, l'Orso d'oro alla carriera al Festival di Berlino, 5 David di Donatello, 5 Nastri d'argento e 3 Globi d'oro. Come le altre attrici della sua generazione, ha incarnato un nuovo modello femminile, una donna volitiva e battagliera, che vuole essere libera e indipendente, afferma la proprietà di sé stessa e aspira a un ruolo paritario nei rapporti affettivi e professionali.Compagna per oltre un decennio del produttore cinematografico Franco Cristaldi, principale artefice della sua carriera, dalla metà degli anni settanta è stata legata al regista Pasquale Squitieri e dalla fine degli anni ottanta risiede stabilmente in Francia. Ha due figli, Patrick e Claudia junior. Nel 1979 diventa nonna per la prima volta. Parla fluentemente cinque lingue: italiano, francese, inglese, spagnolo e arabo tunisino (oltre che il siciliano).
Durante la Repubblica di Weimar, fra il 1919 e il 1933 la Germania conobbe una intensa fase di espansione artistica, culturale e scientifica. Il filosofo Ernst Bloch descrisse quel periodo come una nuova "età di Pericle". Questo ampio fermento culturale è stato denominato "cultura di Weimar", sebbene tale definizione sia stata criticata in quanto etichetta applicata a posteriori a fenomeni culturali molto eterogenei, per quanto compresenti. Lo storico Hagen Schulze ha scritto:
Ladri di biciclette è un film del 1948 diretto, prodotto e in parte sceneggiato da Vittorio De Sica. Girato con un'ampia partecipazione di attori non professionisti, prende lo spunto dal titolo dell'omonimo romanzo Ladri di biciclette (1946) di Luigi Bartolini, sebbene si tratti di un soggetto originale di Cesare Zavattini. È tuttora considerato un classico del cinema ed è ritenuto uno dei massimi capolavori del neorealismo cinematografico italiano.Quattro anni dopo la sua uscita, venne ritenuto il più grande film di tutti i tempi dalla rivista cinematografica britannica Sight & Sound. Nel 1958 fu dichiarato il secondo miglior film di sempre alla Confrontation di Bruxelles, da una giuria internazionale di critici.Ladri di biciclette è stato in seguito inserito, come opera rappresentativa, nella lista dei 100 film italiani da salvare, ed è stato inoltre classificato nella quarta posizione ne "I 100 migliori film del cinema mondiale - I più grandi film non in lingua inglese" dalla rivista Empire.