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La filosofia (in greco antico: φιλοσοφία, philosophía, composto di φιλεῖν (phileîn), "amare", e σοφία (sophía), "sapienza", ossia "amore per la sapienza") è un campo di studi che si pone domande e riflette sul mondo e sull'essere umano, indaga sul senso dell'essere e dell'esistenza umana. Come intrinseco nel nome stesso la filosofia è l'amore per la sapienza (intesa come conoscenza) e la ricerca.Prima ancora che indagine speculativa, la filosofia fu una disciplina che assunse anche i caratteri della conduzione del "modo di vita", ad esempio nell'applicazione concreta dei principi desunti attraverso la riflessione o pensiero. In questa forma, essa sorse nell'antica Grecia. A rendere complessa una definizione univoca della filosofia concorre il dissenso tra i filosofi sull'oggetto stesso della filosofia: alcuni orientano l'analisi della filosofia verso l'uomo e i suoi interessi così come viene esposto nell'Eutidemo di Platone, per cui essa sarebbe «l'uso del sapere a vantaggio dell'uomo».Nel prosieguo della storia della filosofia altri autori che seguono questa opinione sono per esempio Cartesio («Tutta la filosofia è come un albero, di cui le radici sono la metafisica, il tronco è la fisica, e i rami che sorgono da questo tronco sono le altre scienze, che si riducono a tre principali: la medicina, la meccanica e la morale, intendo la più alta e la più perfetta morale, che presupponendo una conoscenza completa delle altre scienze, è l'ultimo grado della saggezza»), Thomas Hobbes, e Immanuel Kant, il quale, definisce la filosofia come «scienza della relazione di ogni conoscenza al fine essenziale della ragione umana».Altri pensatori ritengono che la filosofia debba puntare alla conoscenza dell'essere in quanto tale secondo un percorso che, fatte le debite differenze, va dagli eleati sino a Husserl e Heidegger.
Immanuel Kant (Königsberg, 22 aprile 1724 – Königsberg, 12 febbraio 1804) è stato un filosofo tedesco. È considerato uno dei più importanti filosofi del pensiero occidentale. Fu il più significativo esponente dell'Illuminismo tedesco, anticipatore degli elementi basilari della filosofia idealistica e di gran parte di quella successiva. Kant concepì la propria filosofia come una rivoluzione filosofica (o "rivoluzione copernicana"), volta a superare il dogmatismo metafisico che, per Kant, caratterizzava il pensiero precedente e ad assumere i caratteri di una ricerca critica sulle condizioni del conoscere. Benché gli elementi propri dell'idealismo trascendentale kantiano siano stati nel tempo oggetto di notevoli critiche, soprattutto di natura logica (Brentano, Boole, Frege, Russell, Wittgenstein, Kripke)e nonostante che, in particolare, uno dei pilastri della sua filosofia critica, vale a dire l'idealismo dei concetti di spazio e tempo, sia stato rigettato dalla fisica contemporanea (Einstein), Kant rimane una chiave fondamentale per la comprensione della filosofia moderna, della quale è da alcuni critici considerato una delle figure fondanti che aprirà la strada al Romanticismo e alla filosofia contemporanea.
Georg Wilhelm Friedrich Hegel (AFI: ˈɡeːɔɐ̯k ˈvɪlhɛlm ˈfʁiːdʁɪç ˈheːɡl̩) (Stoccarda, 27 agosto 1770 – Berlino, 14 novembre 1831) è stato un filosofo, accademico e poeta tedesco, considerato il rappresentante più significativo dell'idealismo tedesco. È ritenuto uno dei massimi filosofi di tutti i tempi. Hegel è autore di una delle linee di pensiero più profonde e complesse della tradizione occidentale: la sua riflessione filosofica, sistematica e onnicomprensiva, influenzerà molta parte del pensiero successivo, dall'ontologia all'estetica alla teoria politica, contribuendo alla nascita delle discipline sociali e storiche nella loro accezione moderna. La filosofia hegeliana è stata definita, tra l’altro, come idealismo assoluto. Oltre che dalla filosofia del suo tempo, la formazione intellettuale di Hegel è profondamente influenzata dallo studio della cultura e filosofia greca antica. Autori fondamentali per Hegel sono Eraclito (''Non c'è proposizione di Eraclito che io non abbia accolto nella mia Logica'') per l'opposizione dei contrari, Platone e Aristotele. Il Parmenide di Platone fornisce per Hegel l'esempio migliore di dialettica; ma è soprattutto Aristotele a fornire i nodi fondamentali dello sviluppo della filosofia hegeliana, con il concetto di energeia (actus, atto), che è il principale modello teorico per la nozione di soggetto, e con quello di νοήσεως νόησις (noéseos nόesis) per l'identità di soggetto e oggetto. Altro autore importante, seppur tipicamente in forma polemica, è Spinoza: per Hegel, infatti, uno dei compiti della filosofia è quello di superare la tesi spinoziana per cui "l'Assoluto è sostanza" (come avviene anche in Schelling) e svilupparla ulteriormente mostrando che "l'Assoluto è propriamente anche soggetto". Un altro autore che ha avuto notevole influenza su Hegel è Proclo da cui il grande filosofo tedesco ha ripreso il suo caratteristico modo di procedere logico triadico (anche la storia della filosofia passa per una serie di figure o forme dello Spirito che, dopo essere entrate in antitesi tra loro, si risolvono in un livello di sintesi superiore). Inoltre un grande debito Hegel lo ha anche nei riguardi di Fichte (da cui riprende appunto i tre momenti dialettici di tesi, antitesi e sintesi) e, in misura inferiore, verso Schelling (per quanto concerne la filosofia della natura). La filosofia di Hegel segna una svolta decisiva all'interno della storia della filosofia: da un lato, molti dei problemi classici della filosofia moderna verranno riformulati e problematizzati diversamente, come il rapporto mente-natura, soggetto-oggetto, epistemologia-ontologia (in ambito teoretico) o i temi relativi al diritto, alla moralità, allo Stato (in ambito pratico e morale); dall'altro, vengono ripensati la dialettica (col suo momento positivo, quello negativo e il momento di superamento/conservazione, Aufhebung in tedesco, della contraddizione), la distinzione fra eticità (a sua volta distinta in Stato, società civile e famiglia) e moralità, fra intelletto e ragione, ecc. Inoltre verrà data maggiore importanza a temi tradizionalmente non facenti parte della filosofia a pieno titolo (arte, religione, storia). Filosofia in primis e, in seconda battuta, religione e, infine l'arte, sono tre momenti dello Spirito assoluto dopo lo Spirito soggettivo e quello oggettivo (con l'eticità che costituisce la sintesi della moralità e del diritto; quest'ultimo è il più astratto). Con la filosofia l'Idea - unità autocosciente di forma e contenuto, il vero in sé e per sé, pensiero razionale assoluto e totalità infinita - si realizza pienamente: il vertice supremo della Logica riprende in ampia misura il “pensiero di pensiero” di Aristotele (il logos che pensa eternamente se stesso) dopo un percorso molto più complesso e articolato che ha nella libertà romantica il suo autentico compimento.
La filosofia di Georg Wilhelm Friedrich Hegel rappresenta una delle linee di pensiero più profonde e complesse della tradizione occidentale. Partendo dal lavoro dei suoi predecessori nell'idealismo (Fichte e Schelling) e con influenze e suggestioni di altri sistemi di pensiero (come Immanuel Kant), sviluppò una filosofia innovativa, profonda e articolata. La sua visione storicista e idealista della realtà nel suo complesso ha rivoluzionato il pensiero europeo, gettando le basi della filosofia continentale e del marxismo successivi. Hegel sviluppò un quadro teorico completo come non veniva sviluppato dall'epoca di Platone e Aristotele, un "sistema" (idealismo assoluto), studiando il rapporto tra mente e natura, soggetto e oggetto della conoscenza e della psicologia; e tenendo conto nella sua prospettiva dello Stato, della storia, dell'arte, della religione e della filosofia. In particolare, ha sviluppato un concetto di mente o spirito, manifestatasi in una serie di contraddizioni e di opposizioni e, in ultima analisi, pervenendo ad una filosofia della totalità. Esempi di contraddizioni che vengono superate nel suo sistema filosofico sono quelle tra natura e libertà o tra immanenza e trascendenza. Le pagine che ricercano tali soluzioni sono spesso di una complessità tale da lasciare incerti sull'interpretazione più corretta. Da Hegel, sia accogliendo le sue proposizioni che rifiutandole, si sviluppa gran parte della filosofia moderna, dagli sviluppi successivi della filosofia romantica all'hegelismo e al neohegelismo di Benedetto Croce e Giovanni Gentile, da Karl Marx a Arthur Schopenhauer, e a Friedrich Nietzsche.
Friedrich Wilhelm Nietzsche (pronuncia italiana: [ˈnit͡ʃe]; in tedesco: [ˈfʁiːdʁɪç ˈvɪlhɛlm ˈniːt͡ʃə] ; a volte italianizzato in Federico Guglielmo Nietzsche; Röcken, 15 ottobre 1844 – Weimar, 25 agosto 1900) è stato un filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco. Fu cittadino prussiano fino al 1869, poi apolide (partecipò, comunque, alla guerra franco-prussiana come infermiere per sole due settimane). Considerato tra i massimi filosofi e scrittori di ogni tempo, ebbe un'influenza controversa, ma indiscutibile, sul pensiero filosofico, letterario, politico e scientifico del mondo occidentale nel XX secolo. La sua filosofia, in parte riconducibile al filone delle filosofie della vita, fu considerata da alcuni uno spartiacque fra la filosofia tradizionale e un nuovo modello di riflessione, informale e provocatorio. In ogni caso, si tratta di un pensatore unico nel suo genere, sì da giustificare l'enorme influenza da lui esercitata sul pensiero posteriore. Scrisse vari saggi e opere aforistiche sulla morale, la religione (in particolare quella cristiana), la società moderna, la scienza, intrise di una profonda lucidità e avversione alla metafisica e da una forte carica critica, sempre sul filo dell'ironia e della parodia. Nella sua filosofia si distingue una prima fase "wagneriana", che comprende La nascita della tragedia e le Considerazioni inattuali, in cui il filosofo combatte a fianco di Richard Wagner per una "riforma mitica" della cultura tedesca. Questa fase sarà poi abbandonata e rinnegata con la pubblicazione di Umano, troppo umano – nella stagione cosiddetta "illuministica" del suo pensiero –, per culminare infine, pochi anni prima del crollo nervoso del 1889 e dalla paralisi progressiva che metteranno fine alla sua attività – probabile conseguenza di una patologia neurologica o neuropsichiatrica, oppure di neurosifilide – in una terza fase, prominente del suo pensiero, dedicata alla trasvalutazione dei valori e al nichilismo attivo, costellata dai concetti di oltreuomo, eterno ritorno e volontà di potenza, fase che ha il suo apice (e inizio) con la pubblicazione del celeberrimo Così parlò Zarathustra, seguito da altre importanti opere come Al di là del bene e del male, L'Anticristo e Il crepuscolo degli idoli. Morì, dopo 11 anni e mezzo di infermità, di polmonite nel 1900, ormai paralizzato e in preda a demenza dopo ripetuti ictus che lo avevano colpito, lasciando una notevole eredità filosofica.
La filosofia contemporanea trova la sua delimitazione iniziale, secondo la comune storiografia filosofica, nel periodo in cui i grandi ideali e sistemi di pensiero ottocenteschi declinano di fronte alle tragedie e alle disillusioni tipiche del Novecento.
L'eterno ritorno dell'uguale (più spesso detto soltanto eterno ritorno), è una teoria filosofica di Friedrich Nietzsche che si ritrova genericamente nelle concezioni del tempo ciclico, come quella stoica, per cui l'universo rinasce e rimuore in base a cicli temporali fissati e necessari, ripetendo eternamente un certo corso e rimanendo sempre se stesso. In senso più specifico l'"Eterno Ritorno dell'Uguale" è uno dei capisaldi della filosofia di Nietzsche che, tuttavia, secondo Eugen Fink rappresenta La concezione dell'eterno ritorno viene proclamato per la prima volta da un demone ne La gaia scienza del 1882: Nietzsche ebbe l'intuizione di questa teoria durante un suo soggiorno in Engadina:
Sir Isaac Newton (citato anche come Isacco Newton) (Woolsthorpe-by-Colsterworth, 25 dicembre 1642 – Londra, 20 marzo 1726) è stato un matematico, fisico, filosofo naturale, astronomo, teologo, storico e alchimista inglese, considerato uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, ricoprendo anche il ruolo di direttore della zecca inglese e quello di Presidente della Royal Society. Noto soprattutto per il suo contributo alla meccanica classica, contribuì in maniera fondamentale a più di una branca del sapere, occupando una posizione di grande rilievo nella storia della scienza e della cultura in generale, con il suo nome che è associato a una grande quantità di leggi e teorie ancora oggi insegnate: si parla così di dinamica newtoniana, di leggi newtoniane del moto, di legge di gravitazione universale; più in generale ci si riferisce al newtonianesimo come a una concezione del mondo che ha influenzato la cultura europea per tutto il Seicento. Attratto dalla filosofia naturale, ben presto cominciò a leggere le opere di Cartesio, in particolare La geometria del 1637, in cui le curve sono rappresentate per mezzo di equazioni; negli anni in cui era studente a Cambridge alla cattedra presiedevano due figure di grande rilievo, Isaac Barrow e Henry More, che esercitarono una forte influenza sul ragazzo; negli anni seguenti, costruì le sue scoperte matematiche e sperimentali facendo riferimento a un gruppo ristretto di testi: pubblicò i Philosophiae Naturalis Principia Mathematica nel 1687, opera nella quale descrisse la legge di gravitazione universale e, attraverso le sue leggi del moto, costruì le regole fondamentali per la meccanica classica, condividendo con Gottfried Wilhelm Leibniz la paternità dello sviluppo del calcolo differenziale o infinitesimale. Contribuì alla rivoluzione scientifica e al progresso della teoria eliocentrica: a lui si deve la sistematizzazione matematica delle leggi di Keplero sul movimento dei pianeti; oltre a dedurle matematicamente dalla soluzione del problema della dinamica applicata alla forza di gravità (problema dei due corpi) ovvero dalle omonime equazioni di Newton, egli generalizzò queste leggi intuendo che le orbite (come quelle delle comete) potevano essere non solo ellittiche, ma anche iperboliche e paraboliche, dimostrando anche che le medesime leggi della natura governano il movimento della Terra e degli altri corpi celesti. Fu il primo a dimostrare che la luce bianca è composta dalla somma (in frequenza) di tutti gli altri colori, avanzando l'ipotesi che la luce fosse composta da particelle, dando così vita alla teoria corpuscolare della luce, in contrapposizione alla teoria ondulatoria della luce patrocinata dall'astronomo olandese Christiaan Huygens e dall'inglese Thomas Young e corroborata alla fine dell'Ottocento dai lavori di Maxwell e Hertz; la tesi di Newton trovò invece conferme, circa due secoli dopo, con l'introduzione del quanto d'azione da parte di Max Planck (1900) e con l'articolo di Albert Einstein (1905) sull'interpretazione dell'effetto fotoelettrico a partire dal quanto di radiazione elettromagnetica, poi denominato fotone; queste due interpretazioni coesisteranno nell'ambito della meccanica quantistica, come previsto dal dualismo onda-particella.
Gottfried Wilhelm von Leibniz (pronuncia tedesca [ˈlaɪ̯pnɪʦ]; latinizzato in Leibnitius, e talvolta italianizzato in Leibnizio; tedesco e francese desueto Leibnitz; Lipsia, 1º luglio 1646 – Hannover, 14 novembre 1716) è stato un filosofo, matematico, scienziato, logico, teologo, linguista, glottoteta, diplomatico, giurista, storico, magistrato tedesco. E' uno dei massimi esponenti del pensiero occidentale, nonché una delle poche figure di "genio universale"; la sua applicazione intellettuale a pressoché tutte le discipline del sapere ne rende l'opera vastissima e studiata ancor oggi trasversalmente. A lui, assieme a Isaac Newton, vengono generalmente attribuiti l'introduzione e i primi sviluppi del calcolo infinitesimale, in particolare il concetto di integrale, per il quale si usano ancora oggi molte sue notazioni. A Leibniz si devono i termini "funzione", che egli usò per individuare le proprietà di una curva, tra cui l'andamento, la pendenza, la corda, la perpendicolare in un punto, e "dinamica".Considerato il precursore dell'informatica, della neuroinformatica e del calcolo automatico, fu inventore di una calcolatrice meccanica detta Macchina di Leibniz; inoltre alcuni ambiti della sua filosofia aprirono numerosi spiragli sulla dimensione dell'inconscio che solo nel XX secolo, con Sigmund Freud si tenterà di esplorare.
Schopenhauer e Leopardi è un saggio in forma di dialogo scritto da Francesco de Sanctis. Pubblicato per la prima volta nel dicembre 1858 sulla Rivista Contemporanea, è stato definito uno dei suoi saggi più geniali (Muscetta).
La Martin Heidegger Gesamtausgabe (Martin Heidegger, "Opere complete"; acronimo: GA, anche HGA) è l'edizione completa delle opere del filosofo tedesco Martin Heidegger (1889-1976) da parte della casa editrice tedesca Vittorio Klostermann, con sede in Francoforte sul Meno. Il progetto, avviato nel 1975, prevede la pubblicazione di complessivi 102 volumi, con una cadenza di circa due volumi all'anno. L'ordine di pubblicazione, e l'edizione scelta, attengono alle decisioni di Martin Heidegger stesso. La Martin Heidegger Gesamtausgabe rappresenta, quindi, un'edizione definitiva, un'edizione letzter Hand, che in genere non prevede la pubblicazione di varianti o versioni dello stesso testo, tuttavia ha il pregio di mostrare la produzione del filosofo tedesco come un "itinerario del pensiero" (Denkweg) da cui si dipartono ulteriori "sentieri" alcuni dei quali "interrotti". D'altronde lo stesso Heidegger decise, poco prima di morire, di inserire sul frontespizio della Gesamtausgabe il motto: Heidegger non fu, inizialmente, del parere di pubblicare un'"edizione completa" delle sue opere, lo si evince, tra l'altro, da una lettera che il filosofo tedesco inviò all'editore Klostermann l'11 aprile del 1972 e, il mese prima, ad Hannah Arendt. Tuttavia l'insistenza dell'editore Vittorio Klostermann, e la mediazione di Hermann Heidegger, riuscirono a convincere l'autore a decidersi favorevolmente alla pubblicazione completa delle sue opere che verrà definita nella riunione del 16 novembre 1973 alla presenza della moglie di Heidegger, Elfride Petri (1893-1992), di Vittorio Klostermann (1901-1977) e del figlio di questi, Michael Klostermann (1939-1992). L'edizione è suddivisa in quattro Abteilungen (sezioni): I Abteilung (volumi 1-16): contiene le opere pubblicate in vita (1910-1976); da tener presente che queste opere di Heidegger originano comunque da scritti accademici preparati per le lezioni o le conferenze. II Abteilung (volumi 17-63): raccoglie le lezioni universitarie tenute tra il 1919 e il 1944. III Abteilung (volumi 64-81): contiene saggi inediti e testi di conferenze. IV Abteilung (volumi 82-102): contiene appunti, lettere, note, riflessioni, tra queste, gli Schwarze Hefte ("Quaderni Neri").L'unica altra edizione della Gesamtausgabe di Heidegger, anch'essa in corso di pubblicazione, è in lingua giapponese, con il titolo ハイデッガー全集 (Haideggā zenshū), dalla casa editrice Sōbunsha di Tōkyō.
Ludwig Josef Johann Wittgenstein (Vienna, 26 aprile 1889 – Cambridge, 29 aprile 1951) è stato un filosofo, ingegnere e logico austriaco, autore in particolare di contributi di capitale importanza alla fondazione della logica e alla filosofia del linguaggio e considerato da alcuni, specialmente nel mondo accademico anglosassone, il massimo pensatore del XX secolo. Unico libro pubblicato in vita da Wittgenstein fu il Tractatus logico-philosophicus, dedicato alla memoria del suo amico David Pinsent, e la cui prefazione venne curata dal filosofo e matematico Bertrand Russell. Le raccolte di appunti, lezioni, diari, lettere – che costituiscono tutto il resto della sua vastissima opera, detta nel complesso il secondo Wittgenstein – vennero pubblicati solo dopo la sua morte.
Il termine trascendentale, da non confondersi con "trascendente", ha assunto in filosofia diversi significati: comparso per la prima volta nella filosofia medievale per designare una proprietà massimamente «universale», fu rielaborato dal filosofo tedesco Kant e dagli idealisti tedeschi Fichte e Schelling in riferimento a ciò che esiste «in sé e per sé», ma è funzionale ad altro da sé; quest'ultimo significato è stato riadattato infine dalla fenomenologia di Husserl. In campo musicale, si dice di una scrittura virtuosistica estremamente ardua e di particolare effetto.
La gnoseologia (AFI: /ɲozeoloˈʤia/; dal greco gnòsis, «conoscenza», + lògos, «discorso»), chiamata anche teoria della conoscenza, è quella branca della filosofia che studia la natura della conoscenza. In particolare, così come si è consolidata nell'età moderna ad opera della speculazione filosofica di Kant, la gnoseologia si occupa dell'analisi dei fondamenti, dei limiti e della validità della conoscenza umana, intesa essenzialmente come relazione tra soggetto conoscente e oggetto conosciuto.Occorre precisare che nell'ambito della cultura anglosassone la teoria della conoscenza è chiamata anche e soprattutto epistemology, laddove in Italia con il termine epistemologia si designa essenzialmente quella branca della gnoseologia che si occupa della conoscenza scientifica o, in un senso ancora più specifico, la filosofia della scienza.
Arthur Schopenhauer (IPA: [ˈaɐ̯tʊɐ̯ ˈʃoːpm̩ˌhaʊ̯ɐ]) (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) è stato un filosofo tedesco, cittadino espatriato del regno di Prussia, e uno dei maggiori pensatori del XIX secolo e dell'epoca moderna. Il suo pensiero recupera alcuni elementi dell'illuminismo, della filosofia di Platone, del romanticismo e del kantismo, fondendoli con la suggestione esercitata dalle dottrine orientali, specialmente quella buddhista e induista. Schopenhauer crea una sua originale concezione filosofica caratterizzata da un forte pessimismo, la quale ebbe una straordinaria influenza, seppur a volte completamente rielaborata, sui filosofi successivi, come ad esempio Friedrich Nietzsche, e, in generale, sulla cultura europea coeva e successiva, inserendosi nella corrente delle filosofie della vita. Figlio di un ricco mercante e di una scrittrice, si stabilì a Weimar con la madre dopo il suicidio del padre. Qui conobbe Wieland e Goethe. Con buoni studi alle spalle, decise di dedicarsi alla filosofia e frequentò i corsi tenuti da Schulze a Gottinga e quelli di Fichte a Berlino. Nei confronti di questi, ma anche di Schelling ed Hegel, Schopenhauer nutrì sempre, concorde in questo con Kierkegaard, disprezzo e avversione, definendo Hegel il gran ciarlatano.Nel 1809 si iscrisse alla facoltà di medicina a Gottinga e, nel 1811, si trasferì a Berlino per frequentare i corsi di filosofia. Ingegno molteplice, sempre interessato ai più diversi aspetti del sapere umano (frequentò corsi di fisica, matematica, chimica, magnetismo, anatomia, fisiologia, e tanti altri ancora), si laureò nel 1813 a Jena con una tesi Sulla quadruplice radice del principio di ragion sufficiente e, nel 1818, pubblicò la sua opera più importante, Il mondo come volontà e rappresentazione, che ebbe tuttavia scarsissimo successo tra i suoi contemporanei e che cominciò a ricevere qualche attenzione solo vent'anni dopo, nonostante fossero giunti, da più parti, persino riconoscimenti ufficiali. Dal 1833 decise di fermarsi a Francoforte sul Meno, dove visse da solitario borghese, celibe per convinzione e misogino, nonostante le molte relazioni con donne che ebbe durante la sua esistenza. La vera affermazione del pensatore si ebbe solo a partire dal 1851, con la pubblicazione del volume Parerga e paralipomena, inizialmente pensato come un completamento della trattazione più complessa del Mondo, ma che venne accolto come un'opera a sé stante e fece conoscere al grande pubblico anche le opere precedenti del filosofo. Schopenhauer manifestò per gran parte della sua vita un acuto disagio nei confronti dei contatti umani - atteggiamento che gli procurò, in città, la fama di irriducibile misantropo - e uno scarso interesse, almeno in via ufficiale, per le vicende politiche dell'epoca, quali ad esempio i moti rivoluzionari del 1848 - sebbene si sia interessato, sul finire della sua vita, alla questione dell'Unità d'Italia, prendendo posizione favorevole. I tardi riconoscimenti di critica e pubblico attenuarono i tratti più intransigenti del suo carattere, tanto che negli ultimi anni della sua esistenza poté addirittura raccogliersi attorno a lui una ristretta cerchia di apostoli, come egli stesso amava definirli, tra i quali il compositore Richard Wagner, lo scrittore David Asher e la scultrice Elisabet Ney. Morì di pleurite acuta nel settembre del 1860, a settantadue anni.
La fenomenologia è una disciplina filosofica fondata da Edmund Husserl (1859-1938), membro della Scuola di Brentano, che designa altresì lo studio dei fenomeni in ambito filosofico per come questi si manifestano, nella loro apparenza, alla coscienza intenzionale del soggetto, indipendentemente dalla realtà fisica esterna, il cui valore di esistenza viene messo per così dire «tra parentesi».La fenomenologia ha avuto una profonda influenza sull'esistenzialismo in Germania e Francia, ma anche sulle scienze cognitive odierne e nella filosofia analitica.
Martin Heidegger (pronuncia italiana: ['martin 'aideger]; pronuncia tedesca: ['maɐ̯ti:n 'haɪdɛgɐ]; Meßkirch, 26 settembre 1889 – Friburgo in Brisgovia, 26 maggio 1976) è stato un filosofo tedesco, considerato il maggior esponente dell'esistenzialismo ontologico e fenomenologico (anche se lui stesso ha rigettato quest'ultima etichetta).
L'obiettivo principale del pensiero di Immanuel Kant è quello di identificare le condizioni entro le quali una conoscenza possa essere ritenuta valida sia nel campo delle nuove scienze della natura sia in quelle tradizionali della metafisica, dell'etica, della religione e dell'estetica. Nella matematica e nella fisica l'uomo esprime giudizi universali e necessari astraendo dai dati diretti dell'esperienza sensibile. L'illuminismo aveva visto in questo il segno evidente di ciò a cui può giungere la ragione, ma lo scetticismo di Hume aveva contestato i fondamenti teorici della moderna scienza galileiana e newtoniana. Kant sente quindi l'esigenza di ritrovare sicure basi teoriche e di identificare i fondamenti filosofici che rendono possibile all'uomo il trascendere i dati empirici immediati, limitati e contingenti con l'obiettivo di giungere a conoscenze universali e necessarie. La metafisica era giunta alla conclusione di potersi porre come una vera e propria scienza in grado di offrire all'uomo verità certe. Kant si domanda se questo avventurarsi della ragione oltre i limiti dell'esperienza sia un percorso coerente e certo per comprendere e dare fondamento alle idee metafisiche di Dio, dell'immortalità dell'anima, delle leggi morali universali. Kant, seguendo l'impronta illuministica del suo tempo, crede che tutte queste problematiche possano risolversi solo sottoponendole all'esame critico della ragione:
La filosofia moderna si fa iniziare con l'Umanesimo (XIV secolo circa) dalla rivalutazione dell'uomo e della sua esperienza eminentemente terrena, e terminare con la figura di Immanuel Kant (1724-1804) che aprirà la strada al Romanticismo e alla filosofia contemporanea. Il tratto distintivo di quest'epoca è un accentuato antropocentrismo, unito pur sempre ad un costante riferimento a valori assoluti, fino a quando in alcuni pensatori, soprattutto verso la fine del XVIII secolo con l'Illuminismo, si avrà l'abbandono di un tale connubio, che porterà all'inizio della post-modernità tipica del positivismo e dell'età odierna.
Con l'espressione filosofia analitica ci si riferisce ad una corrente filosofica sviluppatasi a partire dagli inizi del XX secolo, per effetto soprattutto del lavoro di Gottlob Frege, Bertrand Russell, George Edward Moore, dei vari esponenti del Circolo di Vienna e di Ludwig Wittgenstein. Per estensione, ci si riferisce a tutta la successiva tradizione filosofica influenzata da questi autori, prevalente nel mondo anglofono (Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Australia), ma attiva anche in molti altri paesi.
La filosofia naturale o filosofia della natura, conosciuta in latino come philosophia naturalis, consiste nella riflessione filosofica applicata allo studio della natura.
Karl Theodor Jaspers (Oldenburg, 23 febbraio 1883 – Basilea, 26 febbraio 1969) è stato un filosofo e psichiatra tedesco. Ha dato un notevole impulso alle riflessioni nei campi della psichiatria, della psicologia, della filosofia, della teologia e della politica.
Per storia della filosofia occidentale si intende la storia del pensiero occidentale così come si è espresso attorno a molteplici questioni filosofiche; iniziata con la nascita del pensiero speculativo greco nel VII secolo a.C., ha coinvolto i pensatori di tutta Europa durante il Medioevo, l'era moderna e contemporanea, in un confronto continuo con i pensatori precedenti e con gli sviluppi di altri campi del sapere. La comune base greca ha trasmesso alla tradizione filosofica occidentale un metodo di pensiero improntato all'antidogmatismo e la sensibilità verso una serie di problematiche ontologiche ed etiche che l'hanno caratterizzata rispetto ad altre tradizioni filosofiche. Non si può poi tralasciare, come secondo substrato della filosofia occidentale, la tradizione giudaico-cristiana che già dalla tarda antichità va ad instaurare un rapporto complesso con il pensiero laico, introducendo una serie di concetti inediti nel pensiero filosofico ed avviando quella dialettica tra fede e ragione variamente risolta nei secoli. Dal punto di vista cronologico, gli storici della filosofia dividono solitamente la lunga storia della filosofia occidentale in quattro periodi: filosofia antica, filosofia medievale, filosofia moderna e filosofia contemporanea.
Theodor Ludwig Wiesengrund Adorno (Francoforte sul Meno, 11 settembre 1903 – Visp, 6 agosto 1969) è stato un filosofo, sociologo, musicologo, accademico e musicista tedesco. Fu esponente della Scuola di Francoforte e si distinse per una critica radicale alla società e al capitalismo avanzato. Oltre ai testi di carattere sociologico, nella sua opera sono presenti scritti inerenti alla morale e all'estetica, nonché studi critici sulla filosofia di Hegel, Husserl e Heidegger. Alla riflessione filosofico-sociologica affiancò per tutta la sua esistenza un'imponente attività musicologica. Studente all'Università di Francoforte, l'amicizia personale con Max Horkheimer lo pose in contatto con l'Istituto di ricerche sociali di Francoforte sul Meno. L'avvento del nazismo lo costrinse all'esilio, prima ad Oxford e, successivamente, in America, in quelli che egli chiamava gli Statistici Uniti. Qui fu particolarmente impegnato in progetti sociologici all'avanguardia come il Radio Research Project e soprattutto nell'indagine sulla Personalità autoritaria. Ritornato in Germania nei primi anni cinquanta, le sue lezioni, all'Università di Francoforte registrarono una crescente partecipazione, e si accresceva in Europa la fama del seminario da lui svolto con Max Horkheimer sulle tematiche hegeliane.
Il periodo assiale (o era assiale, ted. Achsenzeit) è il termine che indica l'interpretazione della storia dell'umanità, nel periodo compreso tra l'800 a.C. e il 200 a.C., proposta dal filosofo tedesco Karl Jaspers (1883-1969), nella sua opera Vom Ursprung und Ziel der Geschichte (it. Origine e senso della storia) pubblicata nel 1949. In questo libro Jaspers individua un periodo assiale compreso tra l'800 a.C. e il 200 a.C. in cui l'intera umanità, in India, Cina, Palestina, Iran e Grecia avvia una rottura epocale in cui si dissolvono le civiltà precedenti, frutto di uno sviluppo storico monofiletico a favore di uno sviluppo policentrico caratterizzato da cerchie culturali separate. Con questo asse si offre qualcosa di comune all'intera umanità con cui è possibile rappresentare l'unità della storia umana. Dunque, secondo Jaspers, da quel periodo quasi contemporaneamente nel "Vecchio Mondo" (Abendland individuato come cesura tra Occidente e Oriente), nell'Asia meridionale (India) e nell'Asia orientale (Cina) si elaborarono quelle concezioni da cui si mosse il pensiero filosofico, la fine dei racconti mitici sostituiti dai principi morali e dalle dottrine religiose e spirituali, l'avvio della ricerca delle cause naturali dei fenomeni fisici. Jaspers, sempre nello Ursprung und Ziel der Geschichte, ritiene che l'umanità possa preparare un secondo periodo assiale se supererà il rischio dell'autodistruzione determinato dal mancato controllo della scienza e delle tecnologie. Il senso di 'vuoto' proprio della cultura contemporanea si oppone alla pienezza del precedente periodo assiale che prefigura l'arrivo del successivo in cui l'intera umanità sarà unita nel processo di umanizzazione in cui attualizzerà pienamente l'"essere uomini".
Il pensiero di Leibniz s'inserisce nel dibattito metafisico sulla sostanza, aperto da Cartesio e giunto alla sua conclusione con le filosofie di Spinoza e di Locke, alle quali Leibniz si opporrà.
La Scuola di Francoforte è una scuola sociologico-filosofica di orientamento neo-marxista. Il nucleo originario di tale scuola, formato per lo più da filosofi e sociologi tedeschi di origine ebraica, emerse nel 1923 nell'ambiente del neonato "Istituto per la Ricerca Sociale" (Institut für Sozialforschung) dell'Università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte sul Meno, in Germania, sotto la guida dello storico marxista Carl Grünberg. Il nucleo successivamente si ampliò per numero di studiosi ed ambiti di ricerca. Il primo periodo di attività della scuola si inquadra nel primo dopoguerra, tra gli anni venti e gli anni trenta; all'avvento del nazismo il gruppo lasciò la Germania e si trasferì dapprima a Ginevra, poi a Parigi e infine a New York, dove continuò la sua attività. Dopo la seconda guerra mondiale alcuni esponenti (tra cui Adorno, Horkheimer e Pollock) tornarono in Germania per fondare un nuovo Istituto per la ricerca sociale.
La cura Schopenhauer è un romanzo del 2005 di Irvin Yalom. Fa parte di una trilogia riguardante i filosofi, composta da Le lacrime di Nietzsche e Il problema Spinoza, racchiusa in un cofanetto da Neri Pozza.
La casa Wittgenstein (in tedesco Haus Wittgenstein) è un edificio ubicato tra la Kundmanngasse e la Parkgasse a Vienna. Voluto da Margaret Stonborough-Wittgenstein, fu realizzato tra il 1926 e il 1928 dall'architetto Paul Engelmann (un allievo di Adolf Loos), con il quale collaborò attivamente anche il filosofo Ludwig Wittgenstein, fratello della committente.
Il Tractatus Logico-Philosophicus è l'unica opera pubblicata in vita da Ludwig Wittgenstein – se si escludono un Dizionario per le scuole elementari e l'articolo Note sulla forma logica – ed è considerato uno dei testi filosofici più importanti del Novecento.
Il filosofo, nella definizione più generica è colui che professa e/o mette in atto una filosofia, cioè, una dottrina, elaborata attraverso un'autonoma indagine razionale, in parte originale e in parte che si richiama, in accordo o in contrasto, ai pensatori che lo hanno preceduto nella storia della filosofia, su aspetti universali, teoretici e pratici, della vita umana. Nel senso comune, il lemma viene riferito a una persona da molti valutata come portatore di una naturale saggezza, spesso frutto di personali esperienze, e in grado di vivere ogni condizione esistenziale, specie di fronte agli eventi dolorosi, con tranquillo distacco o rassegnazione, riproponendo in questo modo, spontaneamente e implicitamente, gli insegnamenti dello stoicismo.
Ludwig Andreas Feuerbach (Landshut, 28 luglio 1804 – Rechenberg, 13 settembre 1872) è stato un filosofo tedesco tra i più influenti critici della religione ed esponente della sinistra hegeliana.
Il criticismo è un indirizzo filosofico che si propone di studiare e giudicare i problemi della conoscenza filosofica scomponendoli in problemi elementari, per cercare di risolverli. Esso restringe in tal modo il campo di indagine della filosofia, ma ritiene al contempo di acquisire una maggiore sicurezza sulla veridicità delle affermazioni che vengono fatte al suo interno. Il metodo di cui si serve consiste nel criticare o analizzare la ragione tramite la ragione stessa, in modo da scoprirne i limiti e poter così giudicare fondati o infondati alcuni dei principi che essa suole affermare. Il criticismo è stato chiamato anche filosofia del limite, in quanto tende a limitare o a circoscrivere le possibilità della conoscenza umana, per quanto in questo modo essa riesca ad approdare a forme di sapere più sicuro. Il criticismo, in fin dei conti, è un'analisi della ragione umana, che diventa insieme giudice e imputato nel tentativo di scoprire cosa può realmente conoscere e affermare con certezza.Il maggior esponente di questa corrente filosofica è il pensatore tedesco Immanuel Kant, che ricorse alla metafora della colomba per illustrare come, a suo modo di vedere, i limiti imposti all'intelletto siano in realtà costitutivi della sua stessa possibilità di muoversi e di conoscere:
Il concetto di oltreuomo o superuomo (dal tedesco Übermensch), introdotto dal filosofo Friedrich Nietzsche, è un'immagine o figura metaforica che rappresenta l'uomo che diviene se stesso in una nuova futura epoca contrassegnata dal cosiddetto nichilismo attivo: secondo Nietzsche, infatti, il nichilismo passivo, che seguirebbe alla scoperta dell'inesistenza di uno scopo della vita, può essere superato solo con un accrescimento dello spirito personale, il quale appunto aprirebbe le porte a una nuova epoca, annunciata in Così parlò Zarathustra (Also sprach Zarathustra), in cui l'uomo è libero dalle catene e dai falsi valori etici e sociali dettati dallo spirito apollineo e dall'antica filosofia di Socrate, seguendo invece lo spirito dionisiaco. L'atteggiamento di attesa di tipi umani superiori è detto superomismo, mentre alcune dottrine politico-ideologiche - come il nazionalsocialismo tedesco - mutuarono poi, strumentalizzandolo, il concetto nietzschiano di superuomo.
Le Lezioni sulla filosofia della storia (in tedesco: Vorlesungen über die Philosophie der Geschichte), tenute da Georg Wilhelm Friedrich Hegel nel 1821, 1824, 1827 e 1831 nella Humboldt-Universität zu Berlin, furono raccolte e pubblicate nel 1837 in questa opera postuma da Eduard Gans e dal figlio Karl von Hegel.
Il pensiero di Arthur Schopenhauer anticipa motivi della più ampia filosofia della vita originatasi nel primo romanticismo tedesco in polemica con il positivismo e con la corrente dell'idealismo "accademico" trionfante del secolo XIX di Fichte, Schelling ed Hegel, "i tre ciarlatani" come li definisce il filosofo tedesco, ai quali contrappone un diverso idealismo, a cui dichiarava espressamente di appartenere come filosofo.
«Amici, non ci sono amici!» gridò il saggio morente. «Nemici, non ci sono nemici!» grido io, il pazzo vivente.(Umano, troppo umano, aforisma 376, explicit) L'influenza e fortuna del pensiero di Nietzsche è stata eterogenea e si può con una certa approssimazione suddividere in vari periodi. Esponenti tanto della sinistra quanto della destra tentarono ben presto di trarre a proprio vantaggio il lavoro del filosofo tedesco. Nel 1937, Georges Bataille si pronunciò contro ogni sorta di consimile strumentalizzazione, posto che il pensiero di Friedrich Nietzsche era intrinsecamente inconciliabile con ogni misera semplificazione, ed a fortiori mal si prestava al sostegno di una qualche ideologia fautrice della supremazia di un principio a scapito di ogni altro.La fortuna del pensiero di Nietzsche si è rivelata un affare complesso e piuttosto confuso. Molti tedeschi scoprirono ad un certo momento i suoi appelli per un individualismo più grandioso e per lo sviluppo della personalità espressi in Così parlò Zarathustra, ma reagirono in modi opposti. Ebbe un certo seguito tra i tedeschi di sinistra negli anni 1890; nel 1894-1895, i loro connazionali conservatori volevano mettere al bando la sua opera come sovversiva. Verso la fine del XIX secolo le idee di Nietzsche erano comunemente associate ai movimenti anarchici e sembrano effettivamente averli influenzati, specie in Francia e negli Stati Uniti.Al tempo della prima guerra mondiale, viceversa, si era fatta la fama di fonte del militarismo di destra tedesco. L'Affare Dreyfus offre un altro esempio della sua fortuna: gli antisemiti francesi di destra etichettarono gli intellettuali di sinistra ed ebrei che difendevano Alfred Dreyfus con il titolo di "nietzscheani".Forse la più grande eredità politica di Nietzsche si ritrova nei suoi interpreti del XX secolo: nomi del calibro di Martin Heidegger, Pierre Klossowski, Georges Bataille, Michel Foucault, Gilles Deleuze (e Félix Guattari), e Jacques Derrida. Gli ultimi scritti di Foucault, ad esempio, adottano il metodo genealogico di Nietzsche per sviluppare teorie anti-fondazioniste sul potere che divide e frammenta invece che unire le società politiche (concetto caro alla tradizione della teoria politica liberale). Deleuze, senza dubbio il più insigne fra gli interpreti di Nietzsche, usava la tanto deprecata tesi della volontà di potenza in tandem con le nozioni marxiane di esubero di materie prime e con le idee freudiane del desiderio di articolare concetti come la "metafora del rizoma" ed altri "sconfinamenti" dal potere statuale com'è tradizionalmente concepito. A costo di scadere nell'ovvietà, non possiamo esimerci dal cenno all'influenza nietzscheana manifestatasi anche in settori artistici vari, eminentemente nella musica; in particolare, esplicitamente, quella di Richard Strauss, quanto meno con Also sprach Zarathustra ("Così parlò Zarathustra") e Tod und Verklärung ("Morte e trasfigurazione"), celeberrime composizioni il cui titolo è migliore di ogni commento che volesse sottolinearne il legame con il maestro di Röcken. Più discussa è l'influenza di Nietzsche sulla poetica del regista Stanley Kubrick, che pure è stata sostenuta appassionatamente.
Walter Benjamin (pronuncia tedesca [ˈvaltɐ ˈbɛnjamiːn]) nome completo Walter Bendix Schöenflies Benjamin (Berlino, 15 luglio 1892 – Portbou, 26 settembre 1940) è stato un filosofo, scrittore, critico letterario e traduttore tedesco, pensatore eclettico che si è occupato di epistemologia, estetica, sociologia, misticismo ebraico e materialismo storico. Il lavoro di Benjamin, riconosciuto postumo, ha influenzato filosofi (quali Theodor Adorno, Georg Lukács e Hannah Arendt), mistici (come Gershom Scholem) e drammaturghi come Bertolt Brecht.
Edmund Gustav Albrecht Husserl in tedesco [ˈhʊsɐl], (Prostějov, 8 aprile 1859 – Friburgo in Brisgovia, 26 aprile 1938) è stato un filosofo e matematico austriaco naturalizzato tedesco, fondatore della fenomenologia e membro della Scuola di Brentano. La corrente filosofica della fenomenologia ha influenzato gran parte della cultura del Novecento europeo e non solo. Oltre a Max Scheler ebbe un profondo influsso sull'esistenzialismo e Martin Heidegger, ma indirettamente il suo pensiero ha influito anche sulle scienze cognitive e sulla filosofia della mente odierne (secondo Hubert Dreyfus, Husserl è da considerarsi il "padre delle ricerche contemporanee nella psicologia cognitiva e intelligenza artificiale").
Per la critica della filosofia del diritto di Hegel è un manoscritto redatto da Karl Marx nel 1843 e pubblicato postumo: fu ritrovato da ricercatori sovietici nel 1927. È una raccolta di commenti ai Lineamenti di filosofia del diritto di Georg Wilhelm Friedrich Hegel del 1820, paragrafo per paragrafo. Il testo di Marx è in realtà incompiuto; mancano paragrafi sia all'inizio, sia alla fine del manoscritto: per questo motivo è un'opera particolarmente ostica. Si caratterizza da un lato per la sua forma di parafrasi del testo hegeliano, dall'altro per la critica marxiana molto influenzata dal pensiero di Jean-Jacques Rousseau e di Ludwig Feuerbach.
Nicola Cusano, noto anche come Niccolò Cusano o Niccolò da Cusa, in lat. Nicolaus Cusanus o Nicolaus de Cusa, in ted. Nikolaus Krebs von Kues o Nikolaus Chrypffs (Kues, 1401 – Todi, 11 agosto 1464), è stato un cardinale, teologo, filosofo, umanista, giurista, matematico e astronomo tedesco.
Scolastica è il termine con il quale comunemente si definisce la filosofia cristiana medioevale, in cui si sviluppò il metodo di pensiero dello scolasticismo, detto anche scolastico.
La Fenomenologia dello spirito (in tedesco Phänomenologie des Geistes) è un'opera filosofica di Hegel, pubblicata per la prima volta nel 1807 dove si descrive il percorso che ogni individuo deve compiere, partendo dalla sua coscienza, per identificare le manifestazioni (la "scienza di ciò che appare", la "fenomenologia") attraverso le quali lo spirito si innalza dalle forme più semplici di conoscenza a quelle più generali fino al sapere assoluto.
L'etica, anche chiamata filosofia morale, è una branca della filosofia che "indica quella parte della filosofia che si occupa del costume, ossia del comportamento umano". Il termine deriva dal greco antico ἦθος(trasl. êthos), cioè «carattere», «comportamento», o, meno probabilmente, da ἔθος (trasl. èthos) cioè «costume», «consuetudine». L'Etica studia i fondamenti che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontologico, ovvero distinguerli in buoni, giusti, leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti ingiusti, illeciti, sconvenienti o cattivi secondo un ideale modello comportamentale (ad esempio una data morale). Come disciplina affronta questioni inerenti della moralità umana definendo concetti come il bene e il male, il giusto e lo sbagliato, la virtù e il vizio, la giustizia e il crimine. Come campo di indagine intellettuale, la filosofia morale è legata ad altre discipline come la psicologia morale, l'etica descrittiva e la teoria dei valori. Questa ultima insieme all'estetica, riguarda questioni di valore e comprende etica e estetica unite nella branca della filosofia chiamata Assiologia o " ‘dottrina dei valori’, cioè ogni teoria che consideri quanto nel mondo è o ha valore e per tale aspetto si distingue da quanto è invece mera realtà di fatto.".
Nietzsche e la filosofia (titolo originale in francese Nietzsche et la philosophie) è il secondo saggio scritto da Gilles Deleuze. Il libro si rivolge al pensiero del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche e si inserisce nel contesto della reinterpretazione del pensiero nietzcheano in atto fra gli anni cinquanta e sessanta.
Hannah Arendt (Hannover, 14 ottobre 1906 – New York, 4 dicembre 1975) è stata una politologa, filosofa e storica tedesca naturalizzata statunitense in seguito al ritiro della cittadinanza tedesca nel 1937. Dopo aver lasciato la Germania nazista nel 1933, a causa delle persecuzioni dovute alle sue origini ebraiche, rimase apolide dal 1937 al 1951, anno in cui ottenne la cittadinanza statunitense. Lavorò come giornalista e docente universitaria e pubblicò opere importanti di filosofia politica. Rifiutò sempre di essere categorizzata come filosofa, preferendo che la sua opera fosse descritta come teoria politica invece che come filosofia politica.