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Il Liber (o Carmina) è una raccolta di poesie in vario metro del poeta romano Gaio Valerio Catullo.
L'Ode della gelosia, anche nota come Ode del Sublime (fr. 31 Voigt = 2 Gallavotti), è una lirica pressoché completa di Saffo. Il soprannome "sublime" è dovuto al trattato Del sublime che le attribuisce tale caratteristica.In questa ode la poetessa confessa il turbamento profondo che la coglie assistendo a una scena di seduzione: una ragazza del tiaso, la scuola femminile che la poetessa dirige a Lesbo, è in compagnia di un uomo e intrattiene con lui una conversazione.
Il carme XVI è il sedicesimo carme del Liber Catullianus. Il carme 16 appartiene alle Nugae ed è uno dei più famosi carmina osceni (o profani) scritti da Catullo. In questo carme Catullo esprime tutta la sua rabbia contro Aurelio e Furio, colpevoli di averlo criticato per essere stato troppo licenzioso nonché effeminato nella scrittura del Carme 5. Catullo insulta molto pesantemente i due e minaccia di stuprarli.
Il Carme 5 di Catullo è il quinto carme del Liber catulliano. È tra i carmina più conosciuti di Catullo, sia per il verso iniziale, che spesso dà il nome a tutto il componimento, sia, e fors'anche più, per l'iperbole dei "baci" che domina tutta la seconda parte del componimento in una felicissima ripetizione anaforica Il tema della passione, concretizzato nell'invito a vivere e amare senza tener conto delle opinioni dei vecchi troppo severi (v. 3), trova ragione nel verso immediatamente successivo nella brevità dell'esistenza paragonata a un sole che tramonta senza più risorgere (nei vv. 4-5) a cui si contrappone l'eternità della morte vista come "una lunga notte da dormire" (v. 5). Il componimento, dopo la felice ripetizione iperbolica, si conclude nella volontà di Catullo di scongiurare, confondendo il numero di baci, i maligni invidiosi del loro amore. La stessa figura dei moltissimi baci viene ripresa da Catullo anche nel carme 7 (sempre con Lesbia) e nel carme 48 (qui però con Giovenzio, e manca il riferimento ai maligni ed ai curiosi)
Odi et amo (lett. "Odio e amo") è l'incipit e il titolo del carme 85 del poeta latino Catullo. È forse l'epigramma più noto di tutto il suo Liber.
Con la parola amore si pu intendere un'ampia variet di sentimenti ed atteggiamenti differenti, che possono spaziare da una forma pi generale di affetto ("amo mia madre; amo mio figlio") sino a riferirsi ad un forte sentimento che si esprime in attrazione interpersonale ed attaccamento, una dedizione appassionata tra persone oppure, nel suo significato esteso, l'inclinazione profonda nei confronti di qualche cosa.Pu anche essere una virt umana che rappresenta la gentilezza e la compassione, la vicinanza disinteressata, la fedelt e la preoccupazione benevola nei confronti di altri esseri viventi, ma anche il desiderare il bene di altre persone. Gli antichi Greci hanno individuato quattro forme primarie di amore: quello parentale-familiare (storge), l'amicizia (philia), il desiderio erotico ma anche romantico (eros), infine l'amore pi prettamente spirituale (agape, il quale pu giungere fino all'auto-annientamento o kenosis); gli autori moderni hanno distinto anche altre variet di amore romantico, mentre le tradizioni non occidentali contengono varianti o simbiosi di questi stati. Una tal ampiezza di usi e significati, in combinazione con la complessit dei sentimenti che coinvolgono i soggetti che amano, possono rendere particolarmente difficoltoso definire in modo univoco e certo l'amore, rispetto ad altri stati emotivi. Nell'ambito della psicologia esso consiste in un rapporto duale basato su uno scambio emotivo generato dal bisogno fisiologico della gratificazione sessuale e dal bisogno psicologico dello scambio affettivo. L'amore nelle sue varie forme agisce come un importante facilitatore nella relazione interpersonale e, data la sua importanza psicologica centrale, uno dei temi pi comuni trattati nelle arti creative; pu infine essere inteso anche come un modo per tenere uniti gli esseri umani contro le minacce provenienti dall'ambiente esterno e per aiutare la riproduzione umana e la conseguente continuazione della specie. Il termine pu acquisire ulteriori precisazioni o significati negli ambiti filosofico, religioso o nelle arti.
Il Carme 1 di Catullo è il primo del Liber, ovvero la raccolta delle opere dell'autore, compilata probabilmente dopo la sua morte in maniera arbitraria, secondo un ordine legato alla metrica dei singoli componimenti, piuttosto che cronologico o tematico. Il Carme 1, intitolato poi genericamente Dedica a Cornelio Nepote, contiene appunto un proemio all'opera (non si sa se inteso per tutta la raccolta o se solo per una parte, magari per i soli carmi 1-14) e la dedica. Il carme 14a infatti, pur frammentario, sembra contenere un ulteriore proemio a una sezione successiva di poesie. C'è anche chi ha ipotizzato che il Carme 1 sia il proemio della sezione che va dall'1 al 60, ovvero le cosiddette nugae (come compare al verso 4, traducibile con il termine modesto di "bazzecole"), sebbene questo raggruppamento non fu sicuramente deciso dall'autore, a giudicare dalla sequenza non cronologica dei componimenti. Cornelio Nepote era originario della stessa zona di Catullo (la Transpadania) e, come testimonia Plinio (Epistole 5, 3, 6), fu uno storico e un poeta dilettante nel genere erotico, nonché ammiratore di Catullo.
Il Canzoniere, meno comunemente conosciuto con il titolo originale in latino Rerum vulgarium fragmenta (o, comprensivo del nome dell'autore, Francisci Petrarchae laureati poetae Rerum vulgarium fragmenta, "Frammenti di componimenti in volgare di Francesco Petrarca, poeta coronato d'alloro"), la storia, raccontata attraverso la poesia, della vita interiore di Francesco Petrarca. Composto a pi riprese nel corso di tutta la vita del poeta, il Canzoniere comprende 366 componimenti in versi italiani ed una delle opere principali della letteratura italiana.
Andrea Giovene (Napoli, 10 ottobre 1904 – Sant'Agata de' Goti, 8 luglio 1995) è stato uno scrittore italiano. Nacque a Napoli nel 1904 nella famiglia dei duchi di Girasole, una delle più nobili e antiche dinastie napoletane. Cosmopolita per educazione e per cultura, lasciò giovanissimo la sua casa e i privilegi della sua famiglia per girare il mondo, facendo mille mestieri e sviluppando molteplici aspetti della sua personalità eclettica: dal commesso in libreria al maestro di ballo a Milano, poi ufficiale di cavalleria a Ferrara, imbianchino a Parigi, impiegato in una società di navigazione, pittore, poeta, traduttore, giornalista, letterato – fondò e diresse la rivista Vesuvio (1928-29) –, collaboratore del Gazzettino di Venezia e del Mattino di Napoli. A partire dalla metà degli anni Trenta pubblicò due opere di narrativa: Viaggio (Ricciardi, 1936) e Incanto (Ricciardi, 1940). Durante la Seconda guerra mondiale fu capitano di cavalleria in Grecia, poi prigioniero in un campo di concentramento in Polonia e Germania (1941-45), dove assistette alla caduta di Berlino. Finita la guerra, fu nella Commissione studi post-bellica del Ministero (1946), quindi vicedirettore del quotidiano Il Mattino d’Italia (1950-52). Finanziò gli scavi archeologici della necropoli greca di Palinuro, fu redattore capo della sezione napoletana del il Tempo, antiquario, esperto di pesca subacquea, bibliofilo. Tra le altre opere pubblicate ricordiamo il saggio Fatti di Grecia, Polonia e Germania (1954) e la traduzione della Lesbia di Catullo (1955), che realizzò durante la prigionia. Visse negli ultimi anni in parte a Londra con il figlio Lorenzo, avvocato, e in parte in Italia e Germania. Morì nel 1995 a Sant'Agata de' Goti.