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Le Odi (Carmina) di Orazio sono costituite da 104 poesie (scritte a partire dal 30 a.C.) raccolte in quattro libri. Il modello dell'opera è la grande poesia greca di età arcaica, soprattutto Alceo, Anacreonte, Saffo, Pindaro e i poeti dell'isola di Lesbo, con la ripresa di diversi tipi di componimento e di metri vari. Le odi sono suddivise in quattro libri. Il primo libro contiene 38 poesie, il secondo 20, il terzo 30 e il quarto 15. I primi tre libri furono pubblicati nel 731 ab Urbe condita (23 a.C.), il quarto nel 741 (13 a.C.).
L'ode (dal greco ᾠδή, pronuncia odé, "canto", dal verbo ᾄδω, "cantare") è un componimento lirico che può essere di contenuto amoroso, civile, patriottico o morale legato a una base musicale e presenta una struttura metrica notevolmente complessa e varia, che può essere a versi liberi, come quelli di Parini, oppure schematica. Spesso il termine indica un qualsiasi componimento lirico.
Anacreonte (in greco antico: Ἀνακρέων, Anakréōn; Teo, 570 a.C. circa – Atene, 485 a.C. circa) è stato un poeta greco antico. Al poeta di Teo si ispira la cosiddetta "poesia anacreontica", un genere poetico e letterario che caratterizzò il XVIII secolo in Europa, nato all'interno dell'ambiente rococò e che prende spunto dalle opere e dai temi di Anacreonte.
Il Liber (o Carmina) è una raccolta di poesie in vario metro del poeta romano Gaio Valerio Catullo.
Gaio Valerio Catullo (in latino: Gaius Valerius Catullus, pronuncia classica o restituta: [ˈɡaːjjʊs waˈlɛrɪʊs kaˈtʊllʊs]; Verona, 84 a.C. – Roma, 54 a.C.) è stato un poeta romano. Il poeta è noto per l'intensità delle passioni amorose espresse, per la prima volta nella letteratura latina, nel suo Catulli Veronensis Liber, in cui l'amore ha una parte preponderante, sia nei componimenti più leggeri che negli epilli ispirati alla poesia di Callimaco e degli Alessandrini in generale.
Il Carme 5 di Catullo è il quinto carme del Liber catulliano. È tra i carmina più conosciuti di Catullo, sia per il verso iniziale, che spesso dà il nome a tutto il componimento, sia, e fors'anche più, per l'iperbole dei "baci" che domina tutta la seconda parte del componimento in una felicissima ripetizione anaforica Il tema della passione, concretizzato nell'invito a vivere e amare senza tener conto delle opinioni dei vecchi troppo severi (v. 3), trova ragione nel verso immediatamente successivo nella brevità dell'esistenza paragonata a un sole che tramonta senza più risorgere (nei vv. 4-5) a cui si contrappone l'eternità della morte vista come "una lunga notte da dormire" (v. 5). Il componimento, dopo la felice ripetizione iperbolica, si conclude nella volontà di Catullo di scongiurare, confondendo il numero di baci, i maligni invidiosi del loro amore. La stessa figura dei moltissimi baci viene ripresa da Catullo anche nel carme 7 (sempre con Lesbia) e nel carme 48 (qui però con Giovenzio, e manca il riferimento ai maligni ed ai curiosi)
Il carme XVI è il sedicesimo carme del Liber Catullianus. Il carme 16 appartiene alle Nugae ed è uno dei più famosi carmina osceni (o profani) scritti da Catullo. In questo carme Catullo esprime tutta la sua rabbia contro Aurelio e Furio, colpevoli di averlo criticato per essere stato troppo licenzioso nonché effeminato nella scrittura del Carme 5. Catullo insulta molto pesantemente i due e minaccia di stuprarli.
Il Carme 1 di Catullo è il primo del Liber, ovvero la raccolta delle opere dell'autore, compilata probabilmente dopo la sua morte in maniera arbitraria, secondo un ordine legato alla metrica dei singoli componimenti, piuttosto che cronologico o tematico. Il Carme 1, intitolato poi genericamente Dedica a Cornelio Nepote, contiene appunto un proemio all'opera (non si sa se inteso per tutta la raccolta o se solo per una parte, magari per i soli carmi 1-14) e la dedica. Il carme 14a infatti, pur frammentario, sembra contenere un ulteriore proemio a una sezione successiva di poesie. C'è anche chi ha ipotizzato che il Carme 1 sia il proemio della sezione che va dall'1 al 60, ovvero le cosiddette nugae (come compare al verso 4, traducibile con il termine modesto di "bazzecole"), sebbene questo raggruppamento non fu sicuramente deciso dall'autore, a giudicare dalla sequenza non cronologica dei componimenti. Cornelio Nepote era originario della stessa zona di Catullo (la Transpadania) e, come testimonia Plinio (Epistole 5, 3, 6), fu uno storico e un poeta dilettante nel genere erotico, nonché ammiratore di Catullo.